Diaz: Vendola, Stato chiesa scusa

ROMA. "In quelle giornate di sangue e polvere, una voragine si apri' nella Costituzione e nello Stato di diritto, lo Stato abdico' alle proprie funzioni fondamentali e i tutori della legge si trasformarono in carnefici di donne e uomini, quasi sempre giovanissimi". Lo scrive oggi Nichi Vendola in un blog sull'Huffington Post, commentando le motivazioni della sentenza della Corte di Cassazione sulla massacro alla scuola Diaz a Genova nel 2001.

"La violenza, la repressione, il sadismo, il cinismo dei vertici di comando - prosegue Vendola - questo ci raccontano quelle pagine che offrono lenti nuove a un'Italia che dimentica troppo in fretta, che non si vergogna, che non chiede scusa, che ha paura. E allora se da un lato le motivazioni della Cassazione provano a lenire le sofferenze, a ricucire le ferite, a ridare un po'di luce a quella buia notte, dall'altro ricoprono di imbarazzo uno Stato che non ha avuto il coraggio di chiedere scusa. Che ha preferito l'oblio, l'indifferenza, l'omerta'. E allora - insiste Vendola - si possono dopo 11 anni chiudere quei buchi neri che si aprirono a Genova? Si, esigendo che l'Italia, attraverso le sue massime cariche, chieda scusa e introduca il reato di tortura nel nostro codice penale. Se la nube tossica che ha coperto la mattanza della Diaz si e' in parte dissolta con la sentenza di luglio, rimane intollerabile e imbarazzante che colui che era la mente di quella catena di comando, De Gennaro, sia oggi Sottosegretario. In un Paese civile dovrebbe dimettersi. Nella mia biografia e in quella di tante e tanti che intendono la politica come inchiesta, passione condivisa, reciproco affidamento, indignazione civile, prefigurazione di un mondo liberato c'e' sempre un 'prima' e un 'dopo' Genova. Evocare la traduzione politica di quelle idee - conclude Vendola - rappresenta una semina per oggi e per domani, una risposta a quelle domande di diritti, uguaglianza e giustizia sociale di un movimento che capi' bene e prima gli effetti della globalizzazione neoliberista".

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