Vittorio Polito. Alcuni quotidiani hanno pubblicato recentemente i risultati di una ricerca del prof. Filippo Cassano, titolare della Cattedra di Igiene industriale della Facoltà di Medicina barese, dalla quale si dimostra che l’aria che si respira nel Policlinico di Bari è più ammorbata di una delle strade più trafficate di Bari. Addirittura la zona più inquinata è quella nei pressi del pronto soccorso.
Quanto sopra sta a dimostrare il pericolo reale a cui sono sottoposti i pazienti ricoverati e tutti coloro che transitano per quei viali. La causa? Sicuramente il gran numero di auto che attraversano e sostano quotidianamente nel più grande ospedale pugliese e che, ad oggi, nessuno si è dimostrato in grado di risolvere il problema.
Già alla fine degli anni ottanta, mentre si costruiva la galleria dei servizi fu inibito, per motivi di pericolo, l’ingresso alle auto e già da allora si diceva che l’inquinamento ambientale era a livelli di guardia, ma mentre si pensava, solo a parole, di salvaguardare la salute degli ammalati, i soliti furbetti pensarono con motivazioni diverse di ridare i permessi ad alcune categorie di persone e così il Policlinico si riempì nuovamente di auto.
Nel 1995 un ulteriore provvedimento imponeva la chiusura (a modo loro) al traffico del Policlinico, puntualmente non riuscito e per giunta con sperpero di denaro pubblico per cartelloni, sbarre agli ingressi, pensiline, servizio bus navetta, orologi marcatempo per i permessi. Neanche le visite dei ministri della sanità (Costa e Sirchia), la presenza di vigili all’interno ed i metronotte agli ingressi, hanno contribuito a risolvere il problema. Successivamente sono stati emanati una serie di provvedimenti che si sono rivelati del tutto inutili e controproducenti, nonostante gli allarmi dell’Istituto di Medicina del Lavoro o dei Presidi pro-tempore della Facoltà di Medicina, in base a riscontri oggettivi delle varie rilevazioni ed anche in seguito ad una ordinanza del Tar, il Policlinico è rimasto “in coma irreversibile”, dimostrando molto chiaramente che il problema non si vuol risolvere. La situazione ambientale del Policlinico, nonostante quanto sopra non è cambiata minimamente, anzi è peggiorata notevolmente con l’apertura di Asclepios, mentre si sta per costruire Asclepios 2 che farà certamente peggiorare la situazione.
Neanche i parcheggi hanno contribuito a far migliorare lo stato delle cose dal momento che entrare nel Policlinico con la propria auto è come entrare in Fiera con i biglietti-omaggio. Insomma un “diritto”, che si può perdere solo con un drastico divieto di entrata delle auto nell’area ospedaliera. Ma quando ciò potrà avvenire, allora si inizierà a dare i pass ai responsabili delle cliniche e delle strutture, ai furbi, alle auto con il contrassegno dei disabili (anche senza disabile a bordo), ecc. Proprio una commedia all’italiana, anzi alla barese.
Qualche anno fa Lino Patruno, già direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” fece un’ottima proposta, quella di far utilizzare gli autosilo con tariffe popolari, però il Policlinico deve essere chiuso a tutte le auto, ad eccezione di quelle di servizio, dei fornitori, delle forze dell’ordine e di quelle dirette al pronto soccorso, tutte le altre fuori. È l’unica soluzione possibile, poiché tutte le altre provate e riprovate si sono rivelate inutili, mentre l’inquinamento è intollerabile e la salute dei degenti è sempre più a rischio.
Già alla fine degli anni ottanta, mentre si costruiva la galleria dei servizi fu inibito, per motivi di pericolo, l’ingresso alle auto e già da allora si diceva che l’inquinamento ambientale era a livelli di guardia, ma mentre si pensava, solo a parole, di salvaguardare la salute degli ammalati, i soliti furbetti pensarono con motivazioni diverse di ridare i permessi ad alcune categorie di persone e così il Policlinico si riempì nuovamente di auto.
Nel 1995 un ulteriore provvedimento imponeva la chiusura (a modo loro) al traffico del Policlinico, puntualmente non riuscito e per giunta con sperpero di denaro pubblico per cartelloni, sbarre agli ingressi, pensiline, servizio bus navetta, orologi marcatempo per i permessi. Neanche le visite dei ministri della sanità (Costa e Sirchia), la presenza di vigili all’interno ed i metronotte agli ingressi, hanno contribuito a risolvere il problema. Successivamente sono stati emanati una serie di provvedimenti che si sono rivelati del tutto inutili e controproducenti, nonostante gli allarmi dell’Istituto di Medicina del Lavoro o dei Presidi pro-tempore della Facoltà di Medicina, in base a riscontri oggettivi delle varie rilevazioni ed anche in seguito ad una ordinanza del Tar, il Policlinico è rimasto “in coma irreversibile”, dimostrando molto chiaramente che il problema non si vuol risolvere. La situazione ambientale del Policlinico, nonostante quanto sopra non è cambiata minimamente, anzi è peggiorata notevolmente con l’apertura di Asclepios, mentre si sta per costruire Asclepios 2 che farà certamente peggiorare la situazione.
Neanche i parcheggi hanno contribuito a far migliorare lo stato delle cose dal momento che entrare nel Policlinico con la propria auto è come entrare in Fiera con i biglietti-omaggio. Insomma un “diritto”, che si può perdere solo con un drastico divieto di entrata delle auto nell’area ospedaliera. Ma quando ciò potrà avvenire, allora si inizierà a dare i pass ai responsabili delle cliniche e delle strutture, ai furbi, alle auto con il contrassegno dei disabili (anche senza disabile a bordo), ecc. Proprio una commedia all’italiana, anzi alla barese.
Qualche anno fa Lino Patruno, già direttore de “La Gazzetta del Mezzogiorno” fece un’ottima proposta, quella di far utilizzare gli autosilo con tariffe popolari, però il Policlinico deve essere chiuso a tutte le auto, ad eccezione di quelle di servizio, dei fornitori, delle forze dell’ordine e di quelle dirette al pronto soccorso, tutte le altre fuori. È l’unica soluzione possibile, poiché tutte le altre provate e riprovate si sono rivelate inutili, mentre l’inquinamento è intollerabile e la salute dei degenti è sempre più a rischio.