Vittorio Polito. Grazia Galante, appassionata e infaticabile studiosa di tradizioni popolari garganiche, e di San Marco in Lamis in particolare, ci consegna un nuovo volume dal titolo “Li cunte: Vangelo popolare e Racconti veri e verosimili”, pubblicato da Levante Editori (pagine 650, € 35) per la Collana “La Puglia nei documenti”.
Nel dialetto di San Marco in Lamis, ‘cunte’ vuol dire favola, racconto, fiaba, novella e Grazia Galante, che ha insegnato materie letterarie a Torino ed in Capitanata, non è nuova a questo tipo di pubblicazioni, poiché è autrice di vari libri sui proverbi popolari, la cucina tradizionale di San Marco in Lamis, la religiosità popolare, le cose di Dio, fiabe e favole, nonché di un corposo “Dizionario del dialetto di San Marco in Lamis”, scritto insieme al fratello Michele sempre per i tipi di Levante Editori.
Si tratta di un ponderoso volume che raccoglie la versione popolare del Vangelo e circa trecento racconti veri e verosimili, scritti tutti in dialetto sammarchese con traduzione a fronte, riguardanti l’importante centro garganico, conosciuto per la nutrita presenza di intellettuali di spicco. Questo libro si pone in continuità con l’altro uscito due anni addietro “Fiabe e favole raccolte a San Marco in Lamis”, e mette a frutto un lungo lavoro fatto di raccolta di testimonianze orali.
Il Vangelo popolare si sviluppa lungo tre filoni: a) le peregrinazioni di Gesù sulla terra insieme con gli apostoli; 2) la Madonna e i viaggi della Sacra Famiglia; 3) la vita dei Santi. Predominante è la figura di Gesù visto come padre buono che è sempre pronto a soddisfare le richieste dei suoi figli, che premia e punisce, che condanna e perdona.
Nella seconda parte del volume si parla di fatti realmente accaduti e di altri simili al vero e che costituiscono uno strumento molto utile per capire i modi pensare, le tradizioni, le credenze, le usanze di una comunità che per tanto tempo si è retta sull’agricoltura e sulla pastorizia e che ha conosciuto importanti fenomeni di massa come l’emigrazione transoceanica e l’adesione al brigantaggio. Fenomeni di cui si coglie l’eco anche in questi racconti. Si tratta di una ricerca su base comunale che per le dimensioni ha pochi precedenti nel territorio regionale pugliese. Il volume si avvale di una densa e penetrante presentazione del grecista Francesco De Martino, ordinario di Letteratura greca nell’Università di Foggia, che parla di opus magnum per le sue dimensioni, ma anche di opus lepidum per la levità dei racconti. Il prefatore, giustamente, sottolinea anche i precedenti o gli accostamenti che questi racconti trovano nella letteratura classica, soprattutto greca. Un volume in cui, secondo De Martino, “c’è tanto da leggere e tanto da capire. Un volume che sembra vocale: voci vive della gente che Galante ha saputo ascoltare e mettere al riparo, voci che neppure il precipizio economico riuscirà mai a cancellare”.
L’immagine di copertina ed i disegni inseriti nel testo sono di Annalisa Nardella, mentre i risguardi sono di Nick Petruccelli (quello iniziale) e di Andrea Argentino (quello finale).
Nel dialetto di San Marco in Lamis, ‘cunte’ vuol dire favola, racconto, fiaba, novella e Grazia Galante, che ha insegnato materie letterarie a Torino ed in Capitanata, non è nuova a questo tipo di pubblicazioni, poiché è autrice di vari libri sui proverbi popolari, la cucina tradizionale di San Marco in Lamis, la religiosità popolare, le cose di Dio, fiabe e favole, nonché di un corposo “Dizionario del dialetto di San Marco in Lamis”, scritto insieme al fratello Michele sempre per i tipi di Levante Editori.
Si tratta di un ponderoso volume che raccoglie la versione popolare del Vangelo e circa trecento racconti veri e verosimili, scritti tutti in dialetto sammarchese con traduzione a fronte, riguardanti l’importante centro garganico, conosciuto per la nutrita presenza di intellettuali di spicco. Questo libro si pone in continuità con l’altro uscito due anni addietro “Fiabe e favole raccolte a San Marco in Lamis”, e mette a frutto un lungo lavoro fatto di raccolta di testimonianze orali.
Il Vangelo popolare si sviluppa lungo tre filoni: a) le peregrinazioni di Gesù sulla terra insieme con gli apostoli; 2) la Madonna e i viaggi della Sacra Famiglia; 3) la vita dei Santi. Predominante è la figura di Gesù visto come padre buono che è sempre pronto a soddisfare le richieste dei suoi figli, che premia e punisce, che condanna e perdona.
Nella seconda parte del volume si parla di fatti realmente accaduti e di altri simili al vero e che costituiscono uno strumento molto utile per capire i modi pensare, le tradizioni, le credenze, le usanze di una comunità che per tanto tempo si è retta sull’agricoltura e sulla pastorizia e che ha conosciuto importanti fenomeni di massa come l’emigrazione transoceanica e l’adesione al brigantaggio. Fenomeni di cui si coglie l’eco anche in questi racconti. Si tratta di una ricerca su base comunale che per le dimensioni ha pochi precedenti nel territorio regionale pugliese. Il volume si avvale di una densa e penetrante presentazione del grecista Francesco De Martino, ordinario di Letteratura greca nell’Università di Foggia, che parla di opus magnum per le sue dimensioni, ma anche di opus lepidum per la levità dei racconti. Il prefatore, giustamente, sottolinea anche i precedenti o gli accostamenti che questi racconti trovano nella letteratura classica, soprattutto greca. Un volume in cui, secondo De Martino, “c’è tanto da leggere e tanto da capire. Un volume che sembra vocale: voci vive della gente che Galante ha saputo ascoltare e mettere al riparo, voci che neppure il precipizio economico riuscirà mai a cancellare”.
L’immagine di copertina ed i disegni inseriti nel testo sono di Annalisa Nardella, mentre i risguardi sono di Nick Petruccelli (quello iniziale) e di Andrea Argentino (quello finale).