TARANTO. "Al ministro della Salute, che ha avuto modo di incontrare a Taranto di tutto, tranne le organizzazioni sindacali, chiediamo interventi incisivi in collaborazione con la Regione sul nostro territorio. Non solo maggiore monitoraggio su lavoratori e cittadini, qualita' degli alimenti ma anche una opera di rafforzamento delle strutture sanitarie di prevenzione, diagnosi e cura". Lo chiede la Cgil del capoluogo jonico, in riferimento ai dati allarmanti su incidenza di malattie e gravi e sulla mortalita' diffusi nei giorni scorsi da Renato Balduzzi.
Qui numeri "confermano, alla stregua di altri studi precedenti - rileva il sindacato - il perdurare di una condizione di emergenza sanitaria causata evidentemente, dall'impatto ambientale dell'apparato industriale presente da decenni nel nostro territorio. E' significativo che, rispetto alle emissioni inquinanti e alla qualita' dell'aria, si individui nei livelli ancora non a norma di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici ndr) e Benzoapirene al quartiere Tamburi, l'elemento di maggiore criticita' tutt'ora persistente. Di fronte ad un quadro emergenziale di questo tipo - continua la Cgil - restano confermate e rafforzate le ragioni per agire a piu' livelli, con una piena responsabilita' del Governo Nazionale per una grande opera straordinaria di ambientalizzazione, bonifica e riqualificazione del nostro territorio".
"In primo luogo il varo e l'attuazione in tempi celeri della nuova Aia all'Ilva, - prosegue la Cgil - costituisce sicuramente per le prescrizioni e l'abbattimento delle emissioni previste, un salto di qualita' nel processo di ambientalizzazione della fabbrica, cosi' come significativi sono i sistemi di monitoraggio e verifica previsti, compresi quelli riguardanti l'abbattimento delle emissioni e l'impatto sanitario sulla popolazione, tutti elementi che possono portare alla riapertura e modifica della stessa Aia".
Secondo la Cgil di Taranto "a questo punto l'azienda deve sciogliere ogni riserva e dare la propria adesione a questo processo perche' e' chiaramente questo lo snodo per assicurare il futuro ecosostenibile dello stabilimento. Al Governo poi, continuiamo a chiedere un passo in avanti rispetto alla Legge su Taranto; occorre definire un vero e proprio accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione dell'area tarantina coinvolgendo tutte le grandi imprese presenti sul territorio insieme all'aumento delle risorse pubbliche, indispensabili e, allo stato, non sufficienti".
"Di fronte alla condizione critica del nostro territorio - conclude il sindacato - e' piu' che legittimo richiedere deroghe ai piani di ridimensionamento della rete dei servizi sanitari e del blocco delle assunzioni in sanita', cosi' come e' opportuno riconsiderare e riequilibrare la destinazione degli 8 milioni di euro stanziati dalla Regione Puglia, utilizzandoli anche verso le strutture sanitarie oltre che per il centro epidemiologico".
Qui numeri "confermano, alla stregua di altri studi precedenti - rileva il sindacato - il perdurare di una condizione di emergenza sanitaria causata evidentemente, dall'impatto ambientale dell'apparato industriale presente da decenni nel nostro territorio. E' significativo che, rispetto alle emissioni inquinanti e alla qualita' dell'aria, si individui nei livelli ancora non a norma di Ipa (idrocarburi policiclici aromatici ndr) e Benzoapirene al quartiere Tamburi, l'elemento di maggiore criticita' tutt'ora persistente. Di fronte ad un quadro emergenziale di questo tipo - continua la Cgil - restano confermate e rafforzate le ragioni per agire a piu' livelli, con una piena responsabilita' del Governo Nazionale per una grande opera straordinaria di ambientalizzazione, bonifica e riqualificazione del nostro territorio".
"In primo luogo il varo e l'attuazione in tempi celeri della nuova Aia all'Ilva, - prosegue la Cgil - costituisce sicuramente per le prescrizioni e l'abbattimento delle emissioni previste, un salto di qualita' nel processo di ambientalizzazione della fabbrica, cosi' come significativi sono i sistemi di monitoraggio e verifica previsti, compresi quelli riguardanti l'abbattimento delle emissioni e l'impatto sanitario sulla popolazione, tutti elementi che possono portare alla riapertura e modifica della stessa Aia".
Secondo la Cgil di Taranto "a questo punto l'azienda deve sciogliere ogni riserva e dare la propria adesione a questo processo perche' e' chiaramente questo lo snodo per assicurare il futuro ecosostenibile dello stabilimento. Al Governo poi, continuiamo a chiedere un passo in avanti rispetto alla Legge su Taranto; occorre definire un vero e proprio accordo di programma per la bonifica e la riqualificazione dell'area tarantina coinvolgendo tutte le grandi imprese presenti sul territorio insieme all'aumento delle risorse pubbliche, indispensabili e, allo stato, non sufficienti".
"Di fronte alla condizione critica del nostro territorio - conclude il sindacato - e' piu' che legittimo richiedere deroghe ai piani di ridimensionamento della rete dei servizi sanitari e del blocco delle assunzioni in sanita', cosi' come e' opportuno riconsiderare e riequilibrare la destinazione degli 8 milioni di euro stanziati dalla Regione Puglia, utilizzandoli anche verso le strutture sanitarie oltre che per il centro epidemiologico".