Ilva: Ferrante, nessuna cig per i 942 operai

TARANTO. Non ci sara' cassa integrazione per i 942 operai dichiarati in esubero a seguito dello spegnimento programmato per il 1° novembre per l'altoforno 1 e per le batterie collegate 5 e 6 dello stabilimento siderurgico Ilva di Taranto. Lo ha ribadito, secondo quanto si apprende da fonti sindacali, il presidente dell'azienda Bruno Ferrante nel corso dell'incontro di stamane con le segreterie territoriali dei metalmeccanici di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. Nei giorni scorsi era stata resa nota dall'Ilva la comunicazione inviata alla Procura e ai custodi giudiziali in cui, nel piano gestionale del personale si prevedevano unita' lavorative in esubero che pero', si precisava "saranno ricollocate o utilizzate in maniera differente nello stesso stabilimento di Taranto".

E' stata anche confermata durante l'incontro l'ulteriore comunicazione formale inviata ieri da Ferrante alla Procura in cui, rispondendo all'ultimatum di sabato sera in cui si intimava da parte del procuratore capo Franco Sebastio di iniziare le procedure di spegnimento entro cinque giorni, si mette a disposizione il personale interno all'azienda siderurgica (e non prendendolo dall'esterno come prefigurava la Procura) che dovra' collaborare nelle stesse procedure insieme ai custodi.

E' previsto lo spegnimento e il rifacimento complessivamente di sei aree sequestrate (tra i quali altiforni, acciaierie, cokerie). I sindacati hanno chiesto che le affermazioni dell'azienda circa l'adeguamento degli impianti alle disposizioni che verranno impartite dalla nuova autorizzazione integrata ambientale (Aia), la cui approvazione e' prevista il 17 ottobre in sede di conferenza dei servizi, siano confermate poi dai fatti.

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