Ilva: igienisti, chiuderla e basta non migliorerà salute cittadini

ROMA. Limitarsi a chiudere l'Ilva di Taranto, senza prendere altre misure, non bastera' a migliorare nel breve periodo la salute dei cittadini. E' il monito degli igienisti della Siti (Societa' italiana di igiene, medicina preventiva e sanita' pubblica), che ha aperto oggi al Forte Village di Santa Margherita di Pula (Cagliari) il suo 45esimo Congresso nazionale, alla presenza di oltre mille igienisti provenienti da tutta Italia. Tra i temi caldi della cerimonia inaugurale proprio il caso dell'Ilva di Taranto, "paradigma tristemente efficace di quanto gli operatori di sanita' pubblica siano stati, da anni, assai poco ascoltati", si legge in una nota della societa' scientifica.

"In queste ore, sugli effetti dell'inquinamento a Taranto, di dati ne circolano tanti, anche a sproposito. Pero' il problema esiste e noi lo denunciamo da 20 anni". Lo ha affermato Michele Conversano, direttore del Dipartimento di prevenzione della Asl di Taranto e presidente designato della Siti (sabato l'investitura formale), intervenendo alla cerimonia inaugurale del congresso.

"Oggi occorre trovare soluzioni di sanita' pubblica che contemperino le esigenze di salute con il diritto al lavoro - ha osservato Conversano - ma devo con estrema amarezza constatare che tutta la grande mole di studi condotti in tanti anni e i risultati raccolti non sono mai stati presi nella giusta considerazione da parte degli organi decisori centrali. A Taranto si arrivati quindi al paradosso che gli studi sulla salute della popolazione, ignorati nella loro gravita' dai decisori politici nei tavoli istituzionali hanno, alla fine, 'stimolato' le iniziative della magistratura".

"Non sono certamente gli igienisti che possono decidere se chiudere o no un'azienda come l'Ilva", ha continuato Conversano. Ma "possiamo per affermare come sia indispensabile che l'azienda presenti un programma serio, impegnativo e trasparente per la progressiva eliminazione di tutte le fonti di inquinamento. Se questa azione fosse stata fatta 10-15 anni fa, in pieno 'boom dell'acciaio', certamente sarebbe stata ben piu' economicamente sostenibile rispetto ad oggi, in un momento di crisi cosi' pesante".

"Tuttavia - ha aggiunto - questo non basta e non bastera'. Occorre che anche il Governo si faccia carico delle bonifiche delle vaste aree inquinate dall'industria pubblica che ha operato a Taranto per decine e decine di anni: basti citare l'Arsenale, la Marina militare, i Cantieri navali, l'Ilva pubblica. La semplice chiusura dell'attuale Ilva, in assenza delle azioni appena dette, non migliorera' a breve ne' la salute della cittadinanza di Taranto ne' tantomeno quella dei lavoratori che, peraltro, rimarranno senza occupazione aggravando ulteriormente la loro situazione".

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