BARI. "Purtroppo alla strumentalizzazione politica non c’è mai fine, come dimostra la visita dell’assessore regionale alla Sanità, Ettore Attolini, al “Sacro Cuore di Gesù” di Gallipoli.
La Giunta Vendola, dopo aver pensato bene di distruggere una struttura che era il fiore all’occhiello non soltanto della “Città Bella” ma di un intero comprensorio salentino, che nel periodo estivo arriva a decuplicare la propria utenza, ha ritenuto opportuno presentarsi al personale medico e paramedico del nosocomio per scaricarsi delle gravissime responsabilità che attengono alle proprie scelte per gettare la croce addosso, operazione che questo Governo regionale ha ripetuto quotidianamente, su quello nazionale.
Niente di più falso! Nessuno vuol mettere in discussione che la politica dei tagli nei trasferimenti abbia messo in difficoltà gli enti periferici, ma è altrettanto vero che mentre altrove con una politica di razionalizzazione delle spese e di risparmio si è riusciti a far fronte a tutto, in Puglia agli sprechi non si è proprio voluta metter mano, preferendo salvaguardare gli amici e affossare coloro che vengono ritenuti non allineati alla filosofia di guida del Governatore e dei suoi uomini.
A Gallipoli, in un sol colpo, si sono tolte - solo per loro esclusiva volontà e determinazione - ostetricia e rianimazione, nel senso che per questo secondo reparto si è deciso di non farlo entrare nemmeno in funzione, quand’anche tutta l’attrezzatura fosse pronta da tempo per partire e Vendola l’avesse, addirittura, inaugurata ben otto anni fa.
È davvero strano assistere alla recita ipocrita di chi non ha mai risposto alle interrogazioni e alle interpellanze dei referenti istituzionali di questo territorio - appellandoli, persino, come capipopolo –, si è rifiutato di incontrare cittadini e istituzioni, ha derubricato le proteste degli addetti ai lavori come lamentele di privilegiati… e poi, adesso, si presenta sulla scena del delitto non con l’umiltà del colpevole, ma con la sfrontatezza e l’arroganza di chi vuole disegnare scenari futuri di sviluppo che hanno la durata di una campagna elettorale.
Non è casuale, infatti, che proprio all’indomani della scelta di Vendola di candidarsi alle primarie del centrosinistra, i suoi assessori – dopo aver trascurato svariati inviti e sollecitazioni provenienti, anche ad alta voce, dal mondo civile e sociale - escano dal palazzo e si impegnino in un tour promozionale per il loro dante causa.
La fiera e orgogliosa personalità con cui gli operatori della sanità gallipolini hanno fatto capire all’Assessore che non è più tempo di false promesse, appartiene a tutti noi, a tutti coloro, cioè, che credono che la politica debba essere al servizio dei cittadini e non viceversa. Se Attolini – e prima di lui Fiore - avesse voluto essere credibile, avrebbe dovuto affrontare in passato in maniera totalmente diversa le questioni che riguardano la salute dei cittadini, anziché lasciarsi trascinare in procedure che hanno mortificato intere aree territoriali, impoverendole e mettendo in seria difficoltà i suoi abitanti. Ormai è troppo tardi, e bene ha fatto Attolini a tornare a casa, a testa bassa, senza applausi, senza sorrisi, e con il fardello di una pesante contestazione.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale PdL, Antonio Barba.
La Giunta Vendola, dopo aver pensato bene di distruggere una struttura che era il fiore all’occhiello non soltanto della “Città Bella” ma di un intero comprensorio salentino, che nel periodo estivo arriva a decuplicare la propria utenza, ha ritenuto opportuno presentarsi al personale medico e paramedico del nosocomio per scaricarsi delle gravissime responsabilità che attengono alle proprie scelte per gettare la croce addosso, operazione che questo Governo regionale ha ripetuto quotidianamente, su quello nazionale.
Niente di più falso! Nessuno vuol mettere in discussione che la politica dei tagli nei trasferimenti abbia messo in difficoltà gli enti periferici, ma è altrettanto vero che mentre altrove con una politica di razionalizzazione delle spese e di risparmio si è riusciti a far fronte a tutto, in Puglia agli sprechi non si è proprio voluta metter mano, preferendo salvaguardare gli amici e affossare coloro che vengono ritenuti non allineati alla filosofia di guida del Governatore e dei suoi uomini.
A Gallipoli, in un sol colpo, si sono tolte - solo per loro esclusiva volontà e determinazione - ostetricia e rianimazione, nel senso che per questo secondo reparto si è deciso di non farlo entrare nemmeno in funzione, quand’anche tutta l’attrezzatura fosse pronta da tempo per partire e Vendola l’avesse, addirittura, inaugurata ben otto anni fa.
È davvero strano assistere alla recita ipocrita di chi non ha mai risposto alle interrogazioni e alle interpellanze dei referenti istituzionali di questo territorio - appellandoli, persino, come capipopolo –, si è rifiutato di incontrare cittadini e istituzioni, ha derubricato le proteste degli addetti ai lavori come lamentele di privilegiati… e poi, adesso, si presenta sulla scena del delitto non con l’umiltà del colpevole, ma con la sfrontatezza e l’arroganza di chi vuole disegnare scenari futuri di sviluppo che hanno la durata di una campagna elettorale.
Non è casuale, infatti, che proprio all’indomani della scelta di Vendola di candidarsi alle primarie del centrosinistra, i suoi assessori – dopo aver trascurato svariati inviti e sollecitazioni provenienti, anche ad alta voce, dal mondo civile e sociale - escano dal palazzo e si impegnino in un tour promozionale per il loro dante causa.
La fiera e orgogliosa personalità con cui gli operatori della sanità gallipolini hanno fatto capire all’Assessore che non è più tempo di false promesse, appartiene a tutti noi, a tutti coloro, cioè, che credono che la politica debba essere al servizio dei cittadini e non viceversa. Se Attolini – e prima di lui Fiore - avesse voluto essere credibile, avrebbe dovuto affrontare in passato in maniera totalmente diversa le questioni che riguardano la salute dei cittadini, anziché lasciarsi trascinare in procedure che hanno mortificato intere aree territoriali, impoverendole e mettendo in seria difficoltà i suoi abitanti. Ormai è troppo tardi, e bene ha fatto Attolini a tornare a casa, a testa bassa, senza applausi, senza sorrisi, e con il fardello di una pesante contestazione.
A riferirlo in una nota il consigliere regionale PdL, Antonio Barba.