BARI. «Il settore delle imprese balneari pugliesi sarà distrutto dalla direttiva comunitaria se la Regione non riuscirà ad ottenere una deroga». Con queste parole il consigliere regionale Pd, Giovanni Epifani, sollecita l'assemblea ad occuparsi il prima possibile delle leggi in materia di concessione degli spazi demaniali, un dibattito che il consigliere sollecita da gennaio scorso. Come è noto la Commissione europea ha chiesto all'Italia di adeguarsi alla normativa in materia di rinnovo e rilascio di concessioni demaniali, la cosiddetta direttiva servizi (direttiva comunitaria 2006/123/CE). Un adeguamento che impone nel 2015 la riassegnazione delle concessioni secondo il criterio dell'evidenza pubblica. «Questo vuol dire – ha spiegato Epifani – che le imprese turistiche che operano sulle spiagge pugliesi perderanno i diritti acquisiti e saranno costretti a sostenere le perdite di tutti gli investimenti a lungo termine non ancora ammortizzati». In contrasto anche con quella legge nazionale (art. 3 della legge 494/93) che consente agli imprenditori di correlare l'ammontare degli investimenti con la durata della concessione. Oggi il sistema italiano prevede invece il rinnovo automatico delle concessioni demaniali, un settore che nel nostro Paese è quasi totalmente gestito da piccole e medie imprese a conduzione familiare. Un aspetto totalmente trascurato dall'Ue che con questa direttiva rischia di mettere in ginocchio tutte le piccole e medie imprese turistiche della Puglia. «La normativa europea non considera che questo tipo di imprese esercitano la loro attività su aree molto limitate concesse dal demanio. Aree così piccole da essere facilmente gestite da imprese a conduzione familiare. Privarle degli spazi su cui esercitano la loro attività significa costringerle a chiudere in maniera definitiva, non potendo trasferire altrove gli impianti e gli attrezzature che hanno acquistato con forme di finanziamento a lungo termine come mutui e prestiti» ha detto Epifani. Mutui e prestiti che dal 2015 migliaia di famiglie pugliesi non sapranno più come pagare. Il consigliere ha poi ricordato come già in base all'attuale sistema (ex art. 37 del Codice della Navigazione) «le assegnazioni di queste concessioni sono già regolate da un procedimento ad evidenza pubblica che privilegia coloro nell'utilizzo dello spazio demaniale garantiscono al meglio l'interesse pubblico». Senza dimenticare che la concessione di queste aree è di competenza regionale (con funzioni amministrative affidate ai Comuni) così come previsto anche dalla Costituzione. «Ecco perché la Regione deve assumere tutte le iniziative necessarie per ottenere una deroga dall'Ue che consenta di escludere dall'evidenza pubblica le imprese turistiche e balneari» ha concluso Epifani. Sia in sede di Conferenza Stato-Regioni che in forma autonoma, la Puglia deve sollecitare il Governo e la Ue per evitare la distruzione di imprese vitali per l'economia pugliese oltre che necessarie per conservare ed accrescere la capacità di attrazione del turismo balneare.
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