Maria Callas, a 35 anni dalla scomparsa il maestro Zeffirelli la ricorda così
MILANO. A 35 anni dalla morte Franco Zeffirelli ricorda Maria Callas, che la dirisse in una 'Tosca Leggendaria' del 1964«
Era un mostro, un insieme di grandi virtù e di terribili debolezze umane. Una donna molto complessa. Nata povera, si nobilitò dedicando la vita all’arte. Ma era troppo attaccata al denaro. E non si fidava di nessuno. Tendeva dei tranelli anche a noi, i suoi migliori amici, per verificare se eravamo interessati ai suoi soldi. Forse perché la madre e la sorella erano due mascalzone. Sapevano che la sua voce poteva fruttare miliardi e la perseguitarono per tutta la vita».
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Una donna molto sfortunata. «Se la cercò, attorniandosi di personaggi orribili come Onassis. E pensare che sul lavoro era perfetta. Se era stanca e doveva cantare, non parlava nemmeno al telefono, per non sprecare la voce. E quando affrontava il pubblico, iniziava l’incantesimo. Non solo per le doti canore, ma per le straordinarie capacità espressive», conclude Zeffirelli.
Diverso il ritratto che ne fa un’altra grande amica, Giovanna Lomazzi. La conobbe nel 1953, al Biffi Scala, dopo una recita: «Era una donna combattiva, che aveva molto sofferto nell’infanzia. Ma non era avara. Al contrario, mi ha fatto i più bei regali che si possano immaginare: viaggi, gioielli, abiti»
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