BARI. Una maxi evasione fiscale e contributiva e' stata scoperta dai militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Bari a carico di una societa', con sede in provincia, che opera nel settore della fabbricazione di macchine per l'industria chimica e petrolifera. In particolare le Fiamme Gialle hanno accertato che l'azienda ha sottratto alle tasse una base imponibile ai fini delle imposte dirette e dell'Irap pari a oltre 4 milioni di euro. Inoltre non ha operato e versato ritenute previdenziali ed assistenziali per oltre 157 mila euro.
L'aspetto piu' interessante e' la scoperta di 286 lavoratori irregolari impiegati presso l'azienda. Quest'ultima aveva escogitato un sistema particolarmente sofisticato per far lievitare le buste-paga dei dipendenti sottraendosi agli obblighi fiscali, contributivi e previdenziali. Infatti, analizzando l'impianto contabile dell'azienda, che operava attraverso una rete articolata di cantieri affidati in appalto sia nel territorio nazionale che estero, e' stato rilevato un esorbitante numero di indennita' riconosciute ai dipendenti per trasferte e rimborsi spese.
Dai riscontri effettuati, anche attraverso il monitoraggio degli spostamenti sul territorio di alcuni lavoratori mediante l'incrocio dei dati presenti nella contabilita' della societa' con le informazioni ricavabili dai documenti di spesa prodotti dai dipendenti (biglietti autostradali, scontrini e ricevute dei pasti consumati), e' stato possibile accertare che nella maggior parte dei casi si trattava di rimborsi fasulli, spese mai sostenute, viaggi mai effettuati e trasferte simulate.
In questo modo gli emolumenti realmente corrisposti ai dipendenti, in quanto tali da assoggettare a tassazione e alle previste ritenute previdenziali ed assistenziali, venivano camuffati da indennita' di trasferta o missione per le quali non e' invece prevista alcuna forma di prelievo fiscale in capo al datore di lavoro.
L'aspetto piu' interessante e' la scoperta di 286 lavoratori irregolari impiegati presso l'azienda. Quest'ultima aveva escogitato un sistema particolarmente sofisticato per far lievitare le buste-paga dei dipendenti sottraendosi agli obblighi fiscali, contributivi e previdenziali. Infatti, analizzando l'impianto contabile dell'azienda, che operava attraverso una rete articolata di cantieri affidati in appalto sia nel territorio nazionale che estero, e' stato rilevato un esorbitante numero di indennita' riconosciute ai dipendenti per trasferte e rimborsi spese.
Dai riscontri effettuati, anche attraverso il monitoraggio degli spostamenti sul territorio di alcuni lavoratori mediante l'incrocio dei dati presenti nella contabilita' della societa' con le informazioni ricavabili dai documenti di spesa prodotti dai dipendenti (biglietti autostradali, scontrini e ricevute dei pasti consumati), e' stato possibile accertare che nella maggior parte dei casi si trattava di rimborsi fasulli, spese mai sostenute, viaggi mai effettuati e trasferte simulate.
In questo modo gli emolumenti realmente corrisposti ai dipendenti, in quanto tali da assoggettare a tassazione e alle previste ritenute previdenziali ed assistenziali, venivano camuffati da indennita' di trasferta o missione per le quali non e' invece prevista alcuna forma di prelievo fiscale in capo al datore di lavoro.
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