(Foto: Nichi Vendola assolto dall'accusa di concorso in abuso di ufficio) |
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L'udienza si è tienuta davanti al gup Susanna De Felice. In aula erano presenti entrambi gli imputati. La procura, nella scorsa udienza, aveva chiesto una pena per ambedue di un anno e 8 mesi.
"MI TURBAVA IDEA DI ESSERE CONFUSO CON FIORITO" - "L'idea di essere confuso con un qualsiasi Fiorito mi ha dato molto dolore". Cosi' il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola durante la conferenza stampa convocata a Bari in seguito all'assoluzione al processo che lo vedeva imputato di concorso in abuso d'ufficio.
LA VICENDA - L'inchiesta sul presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e' nata da un interrogatorio di Lea Cosentino, ex direttore generale della Asl di Bari, la piu' grande del Mezzogiorno, nell'ambito di una delle tante inchieste della Procura della Repubblica del capoluogo sulla gestione della sanita' durante il primo mandato del leader di Sel. La manager in quell'occasione spiego' come funzionava il meccanismo di selezione dei ruoli apicali nella sanita', raccontando la vicenda della nomina di Paolo Sardelli, poi diventato primario del reparto di Chirurgia toracica dell'ospedale San Paolo, sempre a Bari. In pratica al primo bando di concorso si presentarono tre medici tra i quali non c'era Sardelli poiche' quest'ultimo aveva partecipato a un altro concorso per primario nell'ospedale 'Di Venere'.
Cosentino racconto' ai pm Desiree Digeronimo e Francesco Bretone che sarebbe stato Vendola a insistere per una riapertura dei termini della scadenza del bando, consentendo cosi' al professor Sardelli di partecipare e di vincere. Vendola e Cosentino stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di abuso di ufficio ad aprile di quest'anno. A luglio entrambi sono stati rinviati a giudizio. A settembre, durante l'udienza preliminare sia Vendola che la Cosentino hanno chiesto il rito abbreviato. Dura la richiesta avanzata dai pm Digeronimo e Bretone nell'udienza della scorsa settimana: per entrambi un anno e 8 mesi di reclusione.
Oggi il giudice per le udienze preliminari Susanna De Felice li ha assolti entrambi perche' il fatto non sussiste. Decisivo sarebbe stato, sull'esito del processo, quanto rappresentato nella scorsa udienza dai legali della Cosentino che hanno spiegato che per quella selezione la scelta di riaprire i termini rientrava nella discrezionalita' del direttore generale e quindi cio' non avrebbe rappresentato un reato. Nel processo si era costituito parte civile un altro medico, Marco Luigi Cisternino, che si riteneva danneggisto e che aveva chiesto un risarcimento di 50mila euro a entrambi gli imputati.
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