BARI. “Contenti di essere una faccina gialla tra le tante faccine rosse che il Forum delle Associazioni familiari ha elargito alle Regioni del Mezzogiorno, siamo altresì contenti di non avere avuto una faccina verde, visti i presupposti su cui il Forum ha assegnato le sue pagelle alle Regioni italiane con il pretesto di valutare le politiche in favore delle famiglie”. Tanto ha dichiarato l’Assessore al Welfare Elena Gentile, leggendo con molto stupore il comunicato stampa che ieri ha divulgato la sintesi dei giudizi espressi in materia di Politiche familiari dal Forum delle Associazioni Familiari a livello nazionale.
La Puglia risulta essere l’unica regione del Mezzogiorno a non avere avuto giudizio negativo, e ad avere offerto ben 51 atti alla valutazione del Forum, che nonostante tutti gli aspetti positivi pure evidenziati nella scheda striminzita di giudizio (“Peraltro, si segnalano in positivo alcune azioni della Giunta e del Consiglio in aspetti inerenti i voucher di conciliazione famiglia – lavoro, il finanziamento di un programma di asili nido e strutture per anziani, per i minori, il programma di sostegno e agevolazioni per le famiglie numerose, la ‘prima dote’ per i nuovi nati, la legge e il finanziamento su bilancio regionale della non autosufficienza, i due Piani pluriennali per la Famiglia di cui il secondo, “Famiglie al Futuro”, prevede anche l’audit famiglia-lavoro che prenderà le mosse da quanto attuato in Trentino, nel contesto del recente gemellaggio per l’attuazione del Distretto Famiglia. Assente il tema della fiscalità a misura di famiglia.”), hanno consentito al Forum di non giudicare del tutto positivamente la Regione Puglia perché l’Amministrazione Vendola sarebbe rea di non avere prodotto alcuna norma in favore della famiglia nel periodo 2010-2011.
Peccato che la Regione Puglia non ama fare proclami, adotta una tecnica legislativa, in campo sociale ma non solo, che cerca di convergere verso testi unici piuttosto che su normette frammentate e magari mere dichiarazioni di principio prive di copertura finanziaria, e punta su atti di programmazione almeno triennali, che vanno letti con attenzione e nel merito per comprendere la strategia complessiva e gli sforzi non solo finanziari che da 7 anni ormai si compiono per assicurare non alla famiglia intesa come bandiera, ma alle famiglie intese quali nuclei fondanti della vita sociale e culle di relazioni affettive ed educative e di responsabilità genitoriali fondamentali per la crescita degli individui e per la prevenzione e la cura delle fragilità.
Dunque, neppure una parola nella scheda di giudizio del Forum sui 58 milioni di euro investiti per nuovi asili nido (unica regione in Italia), né sui 15 milioni di euro annui per la Prima dote, né sui 3 per la sperimentazione dei piani dei tempi e degli spazi nelle città, né sugli oltre 40 milioni di euro già programmati per il finanziamento dei buoni servizio di conciliazione per il sostegno della domanda di servizi da parte delle famiglie per l’accesso agli asili nido, ai centri diurni per i disabili e per gli anziani non autosufficienti, ai servizi integrativi per l’infanzia, né sugli oltre 30 milioni di euro annui per il finanziamento di assegni di cura, né sui 4,2 milioni di euro per un piano straordinario a sostegno di affido e adozione, né sui 18 milioni di euro investiti dal 2010 ad oggi per finanziare le attività e i progetti innovativi delle associazioni familiari e gli interventi mirati dei Comuni in favore delle famiglie numerose, né sulla rete dei centri risorse per le famiglie e sull’obiettivo di servizio inserito in tutti i Piani Sociali di Zona per avere un centro famiglie in ogni Ambito territoriale.
Insomma che cosa hanno letto e come hanno comparato i contesti regionali?
“Mi sono chiesta – aggiunge l’Assessore Gentile – quali siano quei provvedimenti che il Forum taccia come non condivisibili, perché metterebbero la famiglia in secondo piano o perché contrari al rispetto del diritto inviolabile della vita umana o al diritto all’obiezione di coscienza in ambito sanitario”.
Insomma è sufficientemente chiaro che con queste pagelle il Forum sia sceso nell’agone politico-elettorale utilizzando come clava strumenti così delicati come le politiche per le persone e le famiglie: ogni dubbio scompare quando in coda alla scheda si evince che il vero oggetto della delusione del Forum è la delibera di riorganizzazione della rete consultoriale, peraltro ritirata, e quando si legge il nome e l’appartenenza politica dei firmatari del manifesto del Forum.
La Puglia risulta essere l’unica regione del Mezzogiorno a non avere avuto giudizio negativo, e ad avere offerto ben 51 atti alla valutazione del Forum, che nonostante tutti gli aspetti positivi pure evidenziati nella scheda striminzita di giudizio (“Peraltro, si segnalano in positivo alcune azioni della Giunta e del Consiglio in aspetti inerenti i voucher di conciliazione famiglia – lavoro, il finanziamento di un programma di asili nido e strutture per anziani, per i minori, il programma di sostegno e agevolazioni per le famiglie numerose, la ‘prima dote’ per i nuovi nati, la legge e il finanziamento su bilancio regionale della non autosufficienza, i due Piani pluriennali per la Famiglia di cui il secondo, “Famiglie al Futuro”, prevede anche l’audit famiglia-lavoro che prenderà le mosse da quanto attuato in Trentino, nel contesto del recente gemellaggio per l’attuazione del Distretto Famiglia. Assente il tema della fiscalità a misura di famiglia.”), hanno consentito al Forum di non giudicare del tutto positivamente la Regione Puglia perché l’Amministrazione Vendola sarebbe rea di non avere prodotto alcuna norma in favore della famiglia nel periodo 2010-2011.
Peccato che la Regione Puglia non ama fare proclami, adotta una tecnica legislativa, in campo sociale ma non solo, che cerca di convergere verso testi unici piuttosto che su normette frammentate e magari mere dichiarazioni di principio prive di copertura finanziaria, e punta su atti di programmazione almeno triennali, che vanno letti con attenzione e nel merito per comprendere la strategia complessiva e gli sforzi non solo finanziari che da 7 anni ormai si compiono per assicurare non alla famiglia intesa come bandiera, ma alle famiglie intese quali nuclei fondanti della vita sociale e culle di relazioni affettive ed educative e di responsabilità genitoriali fondamentali per la crescita degli individui e per la prevenzione e la cura delle fragilità.
Dunque, neppure una parola nella scheda di giudizio del Forum sui 58 milioni di euro investiti per nuovi asili nido (unica regione in Italia), né sui 15 milioni di euro annui per la Prima dote, né sui 3 per la sperimentazione dei piani dei tempi e degli spazi nelle città, né sugli oltre 40 milioni di euro già programmati per il finanziamento dei buoni servizio di conciliazione per il sostegno della domanda di servizi da parte delle famiglie per l’accesso agli asili nido, ai centri diurni per i disabili e per gli anziani non autosufficienti, ai servizi integrativi per l’infanzia, né sugli oltre 30 milioni di euro annui per il finanziamento di assegni di cura, né sui 4,2 milioni di euro per un piano straordinario a sostegno di affido e adozione, né sui 18 milioni di euro investiti dal 2010 ad oggi per finanziare le attività e i progetti innovativi delle associazioni familiari e gli interventi mirati dei Comuni in favore delle famiglie numerose, né sulla rete dei centri risorse per le famiglie e sull’obiettivo di servizio inserito in tutti i Piani Sociali di Zona per avere un centro famiglie in ogni Ambito territoriale.
Insomma che cosa hanno letto e come hanno comparato i contesti regionali?
“Mi sono chiesta – aggiunge l’Assessore Gentile – quali siano quei provvedimenti che il Forum taccia come non condivisibili, perché metterebbero la famiglia in secondo piano o perché contrari al rispetto del diritto inviolabile della vita umana o al diritto all’obiezione di coscienza in ambito sanitario”.
Insomma è sufficientemente chiaro che con queste pagelle il Forum sia sceso nell’agone politico-elettorale utilizzando come clava strumenti così delicati come le politiche per le persone e le famiglie: ogni dubbio scompare quando in coda alla scheda si evince che il vero oggetto della delusione del Forum è la delibera di riorganizzazione della rete consultoriale, peraltro ritirata, e quando si legge il nome e l’appartenenza politica dei firmatari del manifesto del Forum.
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