BARI. Con riferimento alla vicenda della A.S.D. Pink Bari, il sindaco Michele Emiliano ha inviato una lettera a Presidente del CONI Gianni Petrucci dal seguente contenuto:
Gentile presidente Petrucci,
Le scrivo per sottoporre alla Sua attenzione la vicenda della A.S.D. Pink Bari, squadra di calcio femminile che milita nel campionato nazionale di Serie A2. Si tratta dell’unica società che rappresenta la Puglia a livello nazionale in questo sport, di una delle poche squadre del Sud Italia. Un patrimonio. E quest’estate, fino a qualche settimana fa, è stata vicina al ritiro. Questo a causa della scarsa sensibilità dimostrata dalla Divisione Calcio Femminile (e dalla Lega Nazionale Dilettanti, a cui fa capo) nei confronti delle esigenze delle squadre meridionali.
A ben vedere, non si tratta neppure di esigenze ma di diritti. Le ragazze della A.S.D. Pink Bari chiedono parità di trattamento rispetto alle altre formazioni, e di non essere discriminate per la loro provenienza geografica. Cosa che invece sembra avvenire nella composizione dei gironi. La Serie A2 è formata da 44 squadre, da distribuire in 4 gironi: la matematica non è un’opinione, un’equa ripartizione prevedrebbe quattro gironi da 11 squadre ciascuno. Invece la Divisione ha scelto di dare vita a due gironi da 12, uno da 11 e uno da soltanto 9 squadre. Appunto, quello in cui giocherà la A.S.D. Pink Bari, insieme alle altre società del Sud. Non è neanche la prima volta che accade: l’anno scorso il girone meridionale era composto da 11 squadre, laddove negli altri tre ne militavano 14.
Di qui la protesta della A.S.D. Pink Bari. Disputare un minor numero di partite nel corso della stagione porta evidentemente a degli svantaggi: di natura tecnica, perché 16 partite nell’arco di 9 mesi sono troppo poche per mantenere un adeguato tasso di condizione, specie in confronto a quello delle squadre degli altri gironi, che arrivano più preparate ai play-off; di natura anche economica, visto che il 27% di partite in meno equivale al 27% di visibilità in meno e quindi al 27% di probabilità in meno di attirare uno sponsor.
L’A.S.D. Pink Bari ha così promosso un appello, ricevendo la solidarietà di molte squadre in tutta Italia. E la protesta è arrivata anche in Parlamento, con l’interrogazione parlamentare al Ministro dello Sport, Piero Gnudi, promossa dall’onorevole Dario Ginefra.
Anche grazie alla grande risonanza mediatica che ha avuto la vicenda (se ne sono occupati diversi giornali, anche nazionali come Il Fatto Quotidiano), la situazione fortunatamente si è in parte ricomposta: la Divisione ha inserito nel Girone D una decima squadra, e questo permetterà di allungare di altre due partite il calendario.
Nondimeno, una volta venuto a conoscenza dell’accaduto mi sono sentito ugualmente in dovere di scriverLe. In qualità di Sindaco di Bari, per sostenere le esigenze della squadra della mia città, ma non soltanto. Il disagio manifestato da queste ragazze è solo un particolare di un problema generale: la difficoltà di praticare una sana cultura sportiva nel Sud Italia. E questo specie negli sport ingiustamente definiti “minori”, che nel Nord possono vantare maggiore tradizione (come ad esempio il rugby, o il ciclismo) o semplicemente trovare più risorse (come appunto in questo caso): lontano dai riflettori, dai grandi interessi economici, le realtà meridionali faticano ad emergere, spesso proprio a sopravvivere. E la cosiddetta “ghettizzazione” dei gironi del Sud è un fenomeno tutt’altro che insolito.
La Divisione Nazionale Femminile con il suo atteggiamento superficiale ha lasciato passare un messaggio di frazionamento e disuguaglianza. Mortificante per chi fatica ogni giorno per portare avanti un progetto sportivo virtuoso, pericoloso per tutto il Paese. Dallo sport, così importante per noi italiani, dovrebbero arrivare messaggi positivi, di unità.
Sono certo che questo potrà accadere solo se le massime cariche istituzionali s’interesseranno della vicenda della A.S.D. Pink Bari, come di tutte le altre realtà sportive del nostro Sud Italia.
Io ho offerto il mio aiuto alle ragazze della A.S.D. Pink Bari, che troveranno sempre nell’amministrazione locale un valido e disponibile sostegno. Spero che Lei possa fare altrettanto.
Certo della sua volontà di raccogliere il mio appello Le porgo i miei più cordiali saluti.
Gentile presidente Petrucci,
Le scrivo per sottoporre alla Sua attenzione la vicenda della A.S.D. Pink Bari, squadra di calcio femminile che milita nel campionato nazionale di Serie A2. Si tratta dell’unica società che rappresenta la Puglia a livello nazionale in questo sport, di una delle poche squadre del Sud Italia. Un patrimonio. E quest’estate, fino a qualche settimana fa, è stata vicina al ritiro. Questo a causa della scarsa sensibilità dimostrata dalla Divisione Calcio Femminile (e dalla Lega Nazionale Dilettanti, a cui fa capo) nei confronti delle esigenze delle squadre meridionali.
A ben vedere, non si tratta neppure di esigenze ma di diritti. Le ragazze della A.S.D. Pink Bari chiedono parità di trattamento rispetto alle altre formazioni, e di non essere discriminate per la loro provenienza geografica. Cosa che invece sembra avvenire nella composizione dei gironi. La Serie A2 è formata da 44 squadre, da distribuire in 4 gironi: la matematica non è un’opinione, un’equa ripartizione prevedrebbe quattro gironi da 11 squadre ciascuno. Invece la Divisione ha scelto di dare vita a due gironi da 12, uno da 11 e uno da soltanto 9 squadre. Appunto, quello in cui giocherà la A.S.D. Pink Bari, insieme alle altre società del Sud. Non è neanche la prima volta che accade: l’anno scorso il girone meridionale era composto da 11 squadre, laddove negli altri tre ne militavano 14.
Di qui la protesta della A.S.D. Pink Bari. Disputare un minor numero di partite nel corso della stagione porta evidentemente a degli svantaggi: di natura tecnica, perché 16 partite nell’arco di 9 mesi sono troppo poche per mantenere un adeguato tasso di condizione, specie in confronto a quello delle squadre degli altri gironi, che arrivano più preparate ai play-off; di natura anche economica, visto che il 27% di partite in meno equivale al 27% di visibilità in meno e quindi al 27% di probabilità in meno di attirare uno sponsor.
L’A.S.D. Pink Bari ha così promosso un appello, ricevendo la solidarietà di molte squadre in tutta Italia. E la protesta è arrivata anche in Parlamento, con l’interrogazione parlamentare al Ministro dello Sport, Piero Gnudi, promossa dall’onorevole Dario Ginefra.
Anche grazie alla grande risonanza mediatica che ha avuto la vicenda (se ne sono occupati diversi giornali, anche nazionali come Il Fatto Quotidiano), la situazione fortunatamente si è in parte ricomposta: la Divisione ha inserito nel Girone D una decima squadra, e questo permetterà di allungare di altre due partite il calendario.
Nondimeno, una volta venuto a conoscenza dell’accaduto mi sono sentito ugualmente in dovere di scriverLe. In qualità di Sindaco di Bari, per sostenere le esigenze della squadra della mia città, ma non soltanto. Il disagio manifestato da queste ragazze è solo un particolare di un problema generale: la difficoltà di praticare una sana cultura sportiva nel Sud Italia. E questo specie negli sport ingiustamente definiti “minori”, che nel Nord possono vantare maggiore tradizione (come ad esempio il rugby, o il ciclismo) o semplicemente trovare più risorse (come appunto in questo caso): lontano dai riflettori, dai grandi interessi economici, le realtà meridionali faticano ad emergere, spesso proprio a sopravvivere. E la cosiddetta “ghettizzazione” dei gironi del Sud è un fenomeno tutt’altro che insolito.
La Divisione Nazionale Femminile con il suo atteggiamento superficiale ha lasciato passare un messaggio di frazionamento e disuguaglianza. Mortificante per chi fatica ogni giorno per portare avanti un progetto sportivo virtuoso, pericoloso per tutto il Paese. Dallo sport, così importante per noi italiani, dovrebbero arrivare messaggi positivi, di unità.
Sono certo che questo potrà accadere solo se le massime cariche istituzionali s’interesseranno della vicenda della A.S.D. Pink Bari, come di tutte le altre realtà sportive del nostro Sud Italia.
Io ho offerto il mio aiuto alle ragazze della A.S.D. Pink Bari, che troveranno sempre nell’amministrazione locale un valido e disponibile sostegno. Spero che Lei possa fare altrettanto.
Certo della sua volontà di raccogliere il mio appello Le porgo i miei più cordiali saluti.