BARI. Il consigliere regionale ne ha parlato con il giornalista Francesco Rossi durante la trasmissione televisiva “Diritto e Rovescio” in onda su Teledehon.
“Se le province rappresentano uno spreco, che vengano soppresse tutte, ma non ha senso eliminarne una parte sulla base di requisiti demografico-territoriali stabiliti arbitrariamente senza una logica”. Si è espresso così Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico, durante la trasmissione televisiva “Diritto e Rovescio”, che andrà in onda su Teledehon questa sera alle 21.20 e domani in replica alle 14.35.
“Qualcuno ha cercato di attribuire al governo Monti la responsabilità dell’abolizione delle province. In realtà, avendo ereditato un Paese con le ruote sgonfie e un appesantimento record, con il debito pubblico in costante crescita (oltre i 2mila miliardi) e un prodotto interno lordo negativo, Monti ha dovuto intraprendere la strada del risanamento del bilancio, dissestato da decenni di politica allegra, come ben dimostrano i casi eclatanti assurti recentemente agli onori delle cronache nazionali”, ha puntualizzato Mennea nel salotto di Francesco Rossi. “Il Presidente del Consiglio è stato costretto a far fronte ad una spesa pubblica troppo esosa e ad intervenire anche sugli organi costituzionali centrali e territoriali. Grazie a Monti, anzi, siamo riusciti ad evitare un vero e proprio tracollo che, come sta avvenendo in Grecia e Spagna, avrebbe addirittura messo in discussione la sussistenza e la sopravvivenza”.
“Detto questo, però, il riordino delle province, inserito nel decreto sulla spending review, avrebbe senso se si abolissero tutte le province e si procedesse all’accorpamento delle regioni in macroregioni. Se così non fosse, sarebbe ingiusto mortificare la sovranità popolare di un territorio, qual è quello della Bat, che per oltre un secolo ha combattuto per autodeterminarsi”, ha sottolineato con vigore l’esponente democratico.
“Se proprio ci deve essere un riordino, insomma, che ci sia la soppressione di tutte le province e non solo di alcune. Sino a quel momento mi batterò affinché si individui un iter legislativo che possa prevedere l’accorpamento delle province di Bari e Bat, così come si è ipotizzato per le province di Brindisi e Taranto. Lavorerò affinché i comuni della Bat e quelli che non faranno parte dell’area metropolitana di Bari costituiscano una nuova provincia, che rappresenti un territorio importante dal punto di vista sociale, economico e culturale”, ha continuato Mennea. “La Regione in questa fase ha un ruolo importante perché dovrà deliberare sulla proposta di riordino da sottoporre al governo nazionale. In tal senso sono convinto che un governo tecnico non possa umiliare e sopprimere la volontà popolare della Bat solo per mere esigenze contabili, interpretando restrittivamente la norma. Sarebbe opportuno che la decisone sulle province fosse assunta da un governo politico, attraverso una riforma costituzionale, che non può però limitarsi solo al nostro territorio e solo alle province”, ha concluso Mennea, “ma deve riguardare tutto il Paese e l’intera architettura istituzionale centrale e territoriale”.
“Se le province rappresentano uno spreco, che vengano soppresse tutte, ma non ha senso eliminarne una parte sulla base di requisiti demografico-territoriali stabiliti arbitrariamente senza una logica”. Si è espresso così Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico, durante la trasmissione televisiva “Diritto e Rovescio”, che andrà in onda su Teledehon questa sera alle 21.20 e domani in replica alle 14.35.
“Qualcuno ha cercato di attribuire al governo Monti la responsabilità dell’abolizione delle province. In realtà, avendo ereditato un Paese con le ruote sgonfie e un appesantimento record, con il debito pubblico in costante crescita (oltre i 2mila miliardi) e un prodotto interno lordo negativo, Monti ha dovuto intraprendere la strada del risanamento del bilancio, dissestato da decenni di politica allegra, come ben dimostrano i casi eclatanti assurti recentemente agli onori delle cronache nazionali”, ha puntualizzato Mennea nel salotto di Francesco Rossi. “Il Presidente del Consiglio è stato costretto a far fronte ad una spesa pubblica troppo esosa e ad intervenire anche sugli organi costituzionali centrali e territoriali. Grazie a Monti, anzi, siamo riusciti ad evitare un vero e proprio tracollo che, come sta avvenendo in Grecia e Spagna, avrebbe addirittura messo in discussione la sussistenza e la sopravvivenza”.
“Detto questo, però, il riordino delle province, inserito nel decreto sulla spending review, avrebbe senso se si abolissero tutte le province e si procedesse all’accorpamento delle regioni in macroregioni. Se così non fosse, sarebbe ingiusto mortificare la sovranità popolare di un territorio, qual è quello della Bat, che per oltre un secolo ha combattuto per autodeterminarsi”, ha sottolineato con vigore l’esponente democratico.
“Se proprio ci deve essere un riordino, insomma, che ci sia la soppressione di tutte le province e non solo di alcune. Sino a quel momento mi batterò affinché si individui un iter legislativo che possa prevedere l’accorpamento delle province di Bari e Bat, così come si è ipotizzato per le province di Brindisi e Taranto. Lavorerò affinché i comuni della Bat e quelli che non faranno parte dell’area metropolitana di Bari costituiscano una nuova provincia, che rappresenti un territorio importante dal punto di vista sociale, economico e culturale”, ha continuato Mennea. “La Regione in questa fase ha un ruolo importante perché dovrà deliberare sulla proposta di riordino da sottoporre al governo nazionale. In tal senso sono convinto che un governo tecnico non possa umiliare e sopprimere la volontà popolare della Bat solo per mere esigenze contabili, interpretando restrittivamente la norma. Sarebbe opportuno che la decisone sulle province fosse assunta da un governo politico, attraverso una riforma costituzionale, che non può però limitarsi solo al nostro territorio e solo alle province”, ha concluso Mennea, “ma deve riguardare tutto il Paese e l’intera architettura istituzionale centrale e territoriale”.