LECCE. Il consigliere regionale del Pdl Saverio Congedo interviene nuovamente nella complicata questione della composizione delle nuove province pugliesi, alla luce dei provvedimenti di spending review del Governo.
“Il decreto quantomeno sbrigativo del Governo sul futuro delle province - dice Congedo - ha stroncato un confronto che poteva e doveva essere più approfondito e produttivo su competenze, funzioni e ruolo dell’ente. L’”affaire” province, infatti, è rimasto circoscritto ai confini territoriali e al capoluogo, prescindendo da questioni centrali come la trasformazione in enti di secondo livello, lo stravolgimento degli organi non più eletti dai cittadini, la drastica riduzione delle funzioni. A questo punto, ovviamente in mancanza di un accordo degli enti coinvolti, ritengo necessario che i vari livelli istituzionali regionali in una logica di “riduzione del danno”, compongano una posizione chiara e univoca sul punto, che si fondi su due garanzie imprescindibili:
il rifiuto della prospettiva del commissariamento, non avendo alcun fondamento né giustificazione la scelta di sciogliere prima del termine previsto assemblee democraticamente elette, soprattutto quando soddisfano i parametri fissati proprio dal Governo;
il rispetto dei principi demo-territoriali che l’esecutivo ha voluto per questa normativa e che permettono, ad esempio, alla provincia di Lecce di mantenere confini e capoluogo. Infatti, aldilà del tema del capoluogo, restano le problematiche delle diversità dei territori che difficilmente potrebbero essere armonizzabili per decreto in una provincia unica.
Sarà mia premura - conclude Saverio Congedo - lunedì in Consiglio regionale di evidenziare la necessità di una posizione istituzionale comune che non prescinda dalla volontà di scongiurare il commissariamento e dalla opportunità di seguire le indicazioni di base del Governo per evitare percorsi non concertati che potrebbero rivelarsi sbagliati”.
“Il decreto quantomeno sbrigativo del Governo sul futuro delle province - dice Congedo - ha stroncato un confronto che poteva e doveva essere più approfondito e produttivo su competenze, funzioni e ruolo dell’ente. L’”affaire” province, infatti, è rimasto circoscritto ai confini territoriali e al capoluogo, prescindendo da questioni centrali come la trasformazione in enti di secondo livello, lo stravolgimento degli organi non più eletti dai cittadini, la drastica riduzione delle funzioni. A questo punto, ovviamente in mancanza di un accordo degli enti coinvolti, ritengo necessario che i vari livelli istituzionali regionali in una logica di “riduzione del danno”, compongano una posizione chiara e univoca sul punto, che si fondi su due garanzie imprescindibili:
il rifiuto della prospettiva del commissariamento, non avendo alcun fondamento né giustificazione la scelta di sciogliere prima del termine previsto assemblee democraticamente elette, soprattutto quando soddisfano i parametri fissati proprio dal Governo;
il rispetto dei principi demo-territoriali che l’esecutivo ha voluto per questa normativa e che permettono, ad esempio, alla provincia di Lecce di mantenere confini e capoluogo. Infatti, aldilà del tema del capoluogo, restano le problematiche delle diversità dei territori che difficilmente potrebbero essere armonizzabili per decreto in una provincia unica.
Sarà mia premura - conclude Saverio Congedo - lunedì in Consiglio regionale di evidenziare la necessità di una posizione istituzionale comune che non prescinda dalla volontà di scongiurare il commissariamento e dalla opportunità di seguire le indicazioni di base del Governo per evitare percorsi non concertati che potrebbero rivelarsi sbagliati”.