Province: valzer in Puglia per gli accorpamenti, verso unificazione Brindisi-Taranto. Fasano dice sì a Bari

La Provincia di Bari
Redazione. Province pugliesi, via al valzer degli accordi dei riaccorpamenti. Tassello dopo tassello, si sta ridefinendo la geografia amministrativa della Puglia dopo il riordino delle Province. La Provincia di Taranto, supportata dai Comuni, si e' espressa a favore dell'unificazione nella nuova Provincia Taranto-Brindisi mentre si e' detto "no" all'ipotesi della super provincia Grande Salento con Lecce capoluogo. La presa di posizione e' stata messa nero su bianco in un incontro alla Provincia.

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La mappa delle province da accorpare (CENTIMETRI)
Sono state delineate alcune linee guida in base al quale esprimere formalmente, quindi con l'approvazione di un documento ufficiale da parte dei consigli comunali, la volonta' di aderire alla nuova Provincia Taranto-Brindisi, in linea peraltro con lo spirito della legge di riordino. Al contempo, i Consigli comunali dei 29 Comuni jonici dovranno anche manifestare la contrarieta' a far parte di un'eventuale aggregazione territoriale che riunisca Taranto, Brindisi e Lecce.

Una volta approvato il documento, nel giro di una settimana i sindaci invieranno la delibera di consiglio comunale all'assessore regionale al Federalismo. Entro il 24 ottobre, infatti, tutta la documentazione relativa al riordino delle Province in Puglia sara' trasmessa dalla Regione Puglia al governo nazionale. "Per quella data, la Terra Jonica vuole presentarsi con le carte in regola esprimendo appunto un'unica posizione, all'insegna della compattezza territoriale e nel pieno rispetto delle disposizioni di legge", sottolinea la Provincia di Taranto.

Bari verso l'area metropolitana
"DECIDA ROMA" - on sarà il Governo regionale, ma nemmeno il Consiglio regionale, tantomeno la settima Commissione ad assumere una decisione circa la definizione territoriale del nuovo riassetto delle province a seguito della legge 135 del 7 agosto 2012 (spending review).
L’assessore al federalismo Marida Dentamaro, ha consegnato in Commissione affari istituzionali del presidente Giannicola De Leonardis, copia della comunicazione già effettuata in Giunta unitamente a tutti gli atti pervenuti da parte dei Comuni.
“Non può essere il Governo – ha detto l’assessore Dentamaro – ad assumere una decisione che ha ricadute così significative sul territorio”.
Questo lascerebbe presupporre che la competenza dovrebbe essere tutta in capo al Consiglio regionale. Ma così non sarà.

Pur vincendo alcune resistenze, la Commissione ha deciso di consegnare tutta la documentazione al presidente del Consiglio perché si faccia carico di consegnarla al governo nazionale.

Questa scelta eviterà sicuramente al Consiglio regionale una battaglia “tutti contro tutti” su una materia che crea non pochi ma di pancia. Il messaggio è chiaro: “Il governo ha innescato questa mina, allora completi il misfatto”.
Alcuni consiglieri all’interno della Commissione avrebbero voluto invece decidere del destino dei propri territori, ma così non sarà. Almeno per ora.

Intanto il vicepresidente del Consiglio regionale, Antonio Maniglio (PD) ha presentato alla VII Commissione consiliare (Affari istituzionali), riunitasi per discutere in merito al riordino delle Province un ordine del giorno, da sottoporre all’attenzione del Consiglio regionale.

L’ordine del giorno facendo riferimento proprio alla legge 135/2012 che “prevede un’ulteriore riduzione delle funzioni assegnate alle Province”, rivolge un appello al Parlamento “perché si proceda alla modifica della Costituzione e a sopprimere tutte le Province e si trasferiscano funzioni e risorse alle città capoluogo e alle unioni dei comuni, in quanto istituzioni rappresentative delle comunità e, in quanto tali, riconosciute dai cittadini come punto di riferimento per i loro bisogni”.

L’odg, inoltre impegna la Giunta regionale “a presentare entro il mese di ottobre un disegno di legge che, in attuazione della normativa nazionale, regolamenti l’organizzazione, la funzione e i poteri delle unioni intercomunali della Puglia”.

"SALVATE BRINDISI" - “Chi è che dice le bugie?”. Se lo chiede il consigliere regionale del Pdl Pietro Iurlaro dopo l’intervista rilasciata alle emittenti locali dal Ministro Patroni Griffi che, ancora una volta, nel giorno di pochi giorni, ha sbugiardato le  favole di alcuni politici in vena di scherzi. Ai danni dei cittadini.
“Premetto che è l’ultima volta che torno a commentare quanto dichiarato dal Ministro. Spero, però, che gli illustri esponenti del centro brindisino non tornino alla carica raccontando favole ai cittadini del territorio. L’opzione doppio capoluogo, checché ne dicano, non esisteva prima, non esiste oggi e non esisterà, purtroppo, neanche in futuro. Patroni Griffi, in tal senso, è stato chiaro. Auspico quindi che tutte le forze possano entrare in una nuova fase in cui, al di là degli interessi politici, si possa remare tutti insieme nell'interesse comune”.
Iurlaro chiede, insomma, un po’ di buon senso.

“Perdere tempo dietro ad opzioni fantascientifiche è servito solo a creare confusione. La battaglia per la salvaguardia della provincia di Brindisi e dello status di capoluogo dovrà ora essere concentrata nelle sedi opportune. In primis, quella del parlamento. Dove i nostri rappresentanti sono ora chiamati a fare il possibile, come hanno già più volte dichiarato, per tutelare gli interessi del territorio”.
Iurlaro lancia quindi un appello.

“Chiedo alle forze di centro di spingere verso i loro parlamentari, in primis il presidente Ferdinando Casini, per unirsi nella battaglia portata avanti dai deputati e dai  senatori brindisi che, in maniera bipartisan, hanno già dichiarato di voler frenare la soppressione della provincia. Anche se le forze centriste Messapiche non hanno rappresentanti del territorio in parlamento, sono certo che i maggiorenti di Udc e Noi Centro, con il presidente Ferrarese in prima fila, chiederanno agli esponenti nazionali un aiuto in tal senso”.

“Non sia mai – conclude Iurlaro – che i parlamentari brindisini si ritrovino osteggiati proprio dai rappresentanti nazionali di quei coordinatori e segretari provinciali che, oltre a raccontare favole, si sono da tempo auto-eletti, senza merito alcuno, tutori del territorio Messapico”.

Fasano, provincia di Brindisi ancora per poco dopo il sì all'accorpamento con l'area metropolitana di Bari
FASANO DICE SI' A BARI - Fasano vuole essere barese. Poco piu' di 5.000 cittadini di Fasano, Comune in provincia di Brindisi con quasi 40.000 abitanti, si sono espressi sabato e ieri in un referendum popolare relativo alla prossima collocazione geografica della citta' per il riordino delle Province. Potevano votare i cittadini dai 16 anni in su per esprimersi su due quesiti: il primo riguardava la collocazione nella provincia unica di Brindisi-Taranto, in fase di unificazione, ed il secondo il trasferimento nella Citta' metropolitana di Bari.

Solo il 2% ha votato si' a far parte della provincia unica mentre il 98% ha detto si' a far parte del nuovo organismo che sostituira' dal 2014 la Provincia di Bari. Il referendum popolare ha valore consultivo e non vincolante, tuttavia e' una forma di espressione della volonta' cittadina. Dopo tale esito sara' ora il consiglio comunale a decidere quale volonta' ufficiale trasmettere alla Regione Puglia.

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