BARI. “L’avvio delle procedure di licenziamento per 587 lavoratori non solo rappresenta una drammatica emergenza e getta un’inquietante incognita sul presente e sul futuro delle loro famiglie e di una struttura, la Casa Divina Provvidenza – Opera ‘Don Uva’ che è da decenni un fiore all’occhiello per il welfare sul nostro territorio, ma anche e soprattutto promette di minare alle fondamenta un’assistenza a una comunità sempre più numerosa di malati e persone bisognose di cure e prestazioni di elevata specializzazione e qualità. Determinando un vero tsunami che sarebbe impossibile fronteggiare, in un contesto già caratterizzato da criticità ben al di là dei limiti della sopportazione”.
Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, segue da mesi con apprensione una vicenda che, “nonostante l’impegno della Task force regionale per l’occupazione, degli assessori alla Sanità, Ettore Attolini e al Welfare, Elena Gentile, è ancora lontanissima da una soluzione accettabile, sia per i lavoratori che per i cittadini. L’esplosione del deficit non può e non deve giustificare l’ennesima macelleria sociale, che colpirebbe in particolare la Capitanata, dove l’assistenza sanitaria pubblica e privata si sta sempre più riducendo ai minimi termini, e senza nemmeno reali benefici in termini economici: allo smantellamento del ‘Don Uva’, infatti, corrisponderebbe un aumento vertiginoso della mobilità passiva verso altre regioni, che ricadrebbe ancora e sempre sul bilancio regionale”.
“Occorre allora uno sforzo suppletivo e un pieno coinvolgimento di tutti i protagonisti di questa vicenda -conclude De Leonardis - per scongiurare il fallimento e arrivare a un compromesso accettabile, senza lasciar esplodere l’ennesima deflagrante bomba sociale che produrrebbe soltanto macerie, su famiglie senza più sbocchi lavorativi e alternative concrete, di sopravvivenza e assistenza”.
Giannicola De Leonardis, presidente della settima Commissione Affari Istituzionali della Regione Puglia, segue da mesi con apprensione una vicenda che, “nonostante l’impegno della Task force regionale per l’occupazione, degli assessori alla Sanità, Ettore Attolini e al Welfare, Elena Gentile, è ancora lontanissima da una soluzione accettabile, sia per i lavoratori che per i cittadini. L’esplosione del deficit non può e non deve giustificare l’ennesima macelleria sociale, che colpirebbe in particolare la Capitanata, dove l’assistenza sanitaria pubblica e privata si sta sempre più riducendo ai minimi termini, e senza nemmeno reali benefici in termini economici: allo smantellamento del ‘Don Uva’, infatti, corrisponderebbe un aumento vertiginoso della mobilità passiva verso altre regioni, che ricadrebbe ancora e sempre sul bilancio regionale”.
“Occorre allora uno sforzo suppletivo e un pieno coinvolgimento di tutti i protagonisti di questa vicenda -conclude De Leonardis - per scongiurare il fallimento e arrivare a un compromesso accettabile, senza lasciar esplodere l’ennesima deflagrante bomba sociale che produrrebbe soltanto macerie, su famiglie senza più sbocchi lavorativi e alternative concrete, di sopravvivenza e assistenza”.