BARI. “Le Province non hanno più ragione di esistere ma, nel rispetto del piano di riordino territoriale previsto dalla spending review, Brindisi dovrebbe essere accorpata a Taranto”. Il consigliere regionale Pd, Giovanni Epifani, ha ribadito la sua posizione in attesa del Consiglio regionale di lunedì 22 ottobre in cui la Puglia definirà la sua proposta di riordino da comunicare al Governo. Una proposta che, secondo Epifani, dovrà tener conto anche delle iniziative di quei Comuni che hanno chiesto di modificare la propria circoscrizioni provinciale di riferimento.
“Se sia Brindisi che Taranto non hanno i requisiti per essere Province autonome, è giusto che si uniscano in virtù della loro affinità infrastrutturale” ha spiegato Epifani. Dalle aree portuali ai distretti produttivi areonautici, dalla presenza comune della Marina militare al turismo in crescita nel territorio (quello della Valle d'Itria) a cavallo tra le due Province: una similitudine di cui la Regione non può non tener conto e che una strategia di indirizzo unitario permetterebbe di organizzare al meglio. Ora, ha sottolineato il consigliere, la vera urgenza è una programmazione comune tra le due Province, dall’offerta di scuole secondarie ai trasporti fino alle politiche comuni di risanamento ambientale. "Più che affaticarsi nella riperimetrazione del territorio, le priorità – ha incalzato Epifani - sono altre, come il rispetto dei parametri della spending review e l’equa distribuzione dei servizi. Perché al cittadino non interessa se ci sarà la duplicazione o l’accorpamento degli uffici ma solo la possibilità per tutti di accedere ai servizi”.
“Hanno ridotto le Province e le rispettive competenze, ma in realtà questo piano di riordino è la solita riforma all’italiana, in cui di risparmio ci sarà ben poco. Ora non ci serve nessun eroe solitario, ma solo un’unità di intenti per rispondere a tutte le problematiche che d’ora in poi interesseranno un territorio molto più vasto” ha concluso Epifani.
“Se sia Brindisi che Taranto non hanno i requisiti per essere Province autonome, è giusto che si uniscano in virtù della loro affinità infrastrutturale” ha spiegato Epifani. Dalle aree portuali ai distretti produttivi areonautici, dalla presenza comune della Marina militare al turismo in crescita nel territorio (quello della Valle d'Itria) a cavallo tra le due Province: una similitudine di cui la Regione non può non tener conto e che una strategia di indirizzo unitario permetterebbe di organizzare al meglio. Ora, ha sottolineato il consigliere, la vera urgenza è una programmazione comune tra le due Province, dall’offerta di scuole secondarie ai trasporti fino alle politiche comuni di risanamento ambientale. "Più che affaticarsi nella riperimetrazione del territorio, le priorità – ha incalzato Epifani - sono altre, come il rispetto dei parametri della spending review e l’equa distribuzione dei servizi. Perché al cittadino non interessa se ci sarà la duplicazione o l’accorpamento degli uffici ma solo la possibilità per tutti di accedere ai servizi”.
“Hanno ridotto le Province e le rispettive competenze, ma in realtà questo piano di riordino è la solita riforma all’italiana, in cui di risparmio ci sarà ben poco. Ora non ci serve nessun eroe solitario, ma solo un’unità di intenti per rispondere a tutte le problematiche che d’ora in poi interesseranno un territorio molto più vasto” ha concluso Epifani.