BARI. Recentemente la città di Bari, insieme ad una ventina di città italiane, fra cui Ferrara, Udine e Reggio Emilia, è stata invitata a partecipare a un tavolo interistituzionale per costituire la rete delle “città attive” italiane. Una città attiva è un luogo in cui le infrastrutture, la mobilità, i servizi sociali, sportivi, educativi offrono la possibilità di spostamenti “non motorizzati”, di praticare attività ricreativa, motoria, sportiva e di mettere in atto stili di vita corretti e sani. In una città attiva i cittadini godono cioè dell’opportunità di essere fisicamente attivi nella vita quotidiana.
Questo modello di pianificazione, un’evoluzione del concetto di “città sane”, sostiene che “una città sana è una città attiva” (Edwards & Tsouros, 2008) e, viceversa, una città attiva è anche sana; ciò significa che le politiche sociali per lo sport e per la mobilità dolce favoriscono e si integrano con le politiche della salute. Infatti la promozione dell’attività fisica, se si accompagna ad una pianificazione urbanistica basata sulla mobilità sostenibile e sulla tutela ambientale, determina nel tempo una serie di benefici:
· risparmio sulla spesa sanitaria e sui trasporti;
· maggiore produttività di cittadini e lavoratori;
· creazione di ambienti più vivibili e attrattivi (per residenti e per turisti);
· miglioramento della qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento acustico;
· accessibilità delle aree verdi e delle aree costiere e fruibilità del mare;
· riqualificazione socio-ambientale dei quartieri, incremento della coesione sociale e dell’identità collettiva;
· promozione ed allargamento delle reti sociali.
Non si tratta soltanto di facilitare le modalità per andare a piedi o in bicicletta, quanto piuttosto di sviluppare programmi integrati che promuovano stili di vita più attivi e basati sul salutismo e sulla prevenzione sanitaria, principi che sono alla base dello sport sociale moderno.
Per questo la città di Bari è impegnata ad attuare politiche che consentano la più ampia accessibilità degli impianti sportivi comunali e la promozione di eventi e progetti sportivi che allarghino la base partecipativa nelle scuole.
Non a caso a Bari, negli ultimi anni, si è registrato un sensibile incremento del numero di praticanti sportivi: dal popolo dei “runner” (che corrono sui lungomare, nei parchi e lungo le strade) ai master del nuoto (nuotatori dilettanti che frequentano sempre più le numerose piscine in città), dagli amatori di sport di squadra quali calcio, pallacanestro e pallanuoto a quelli degli sport di gruppo quali il tennis e la vela, ai frequentatori di palestre per il fitness, le arti marziali ecc… Particolarmente significativi e innovativi risultano poi alcuni progetti scolastici per la scuola primaria sperimentati a Bari già da otto anni e di recente diventati modello per analoghi progetti regionali e nazionali.
Bari è una delle poche città in Italia che ha strutturato le politiche sportive in una pianificazione urbanistica specificamente strutturata. A Bari il primo “piano dello sport” in Italia, approvato nel 1988, ha costituito le basi per la candidatura ai Giochi del Mediterraneo “Bari 1997” e per la creazione di quella rete di impianti sportivi di quartiere diffusi che rappresenta un patrimonio di grande importanza e qualità. Oggi si contano oltre sessanta impianti sportivi comunali, un centinaio di palestre scolastiche e una ventina di grandi complessi sportivi privati facilmente accessibili. Negli ultimi due anni, con la definizione delle modalità gestionali di affidamento a società sportive operanti sul territorio, è stato completato il percorso dell’Amministrazione comunale finalizzato a garantire maggiore efficienza e fruibilità degli impianti sportivi, migliorandone progressivamente funzionalità, accessibilità ed offerta in termini di attività e servizi.
La città di Bari, è il caso di ricordarlo, è impegnata a ridefinire il proprio futuro urbanistico in una prospettiva di sostenibilità ambientale. Non a caso gli elementi su cui si basa il nuovo Piano Urbanistico Generale sono la rete ecologica e la rete della mobilità sostenibile. Per queste ragioni mettere in sinergia temi quali “Urbanistica e Sport” risulta particolarmente innovativo per immaginare un nuovo equilibrio tra città costruita e paesaggio, tra uomo e ambiente, tra modi di abitare e luoghi per vivere e lavorare a misura d’uomo e di bambino.
La rete interdisciplinare che vorremmo costituire tra “città attive”, università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e private e terzo settore, risulterà particolarmente utile per candidarsi al programma europeo “Salute e Sport” che verrà lanciato nel 2014 e per il quale, come già accaduto per il programma “Smart cities”, Bari intende porsi come punta avanzata e luogo privilegiato di sperimentazione.
Questo modello di pianificazione, un’evoluzione del concetto di “città sane”, sostiene che “una città sana è una città attiva” (Edwards & Tsouros, 2008) e, viceversa, una città attiva è anche sana; ciò significa che le politiche sociali per lo sport e per la mobilità dolce favoriscono e si integrano con le politiche della salute. Infatti la promozione dell’attività fisica, se si accompagna ad una pianificazione urbanistica basata sulla mobilità sostenibile e sulla tutela ambientale, determina nel tempo una serie di benefici:
· risparmio sulla spesa sanitaria e sui trasporti;
· maggiore produttività di cittadini e lavoratori;
· creazione di ambienti più vivibili e attrattivi (per residenti e per turisti);
· miglioramento della qualità dell’aria e riduzione dell’inquinamento acustico;
· accessibilità delle aree verdi e delle aree costiere e fruibilità del mare;
· riqualificazione socio-ambientale dei quartieri, incremento della coesione sociale e dell’identità collettiva;
· promozione ed allargamento delle reti sociali.
Non si tratta soltanto di facilitare le modalità per andare a piedi o in bicicletta, quanto piuttosto di sviluppare programmi integrati che promuovano stili di vita più attivi e basati sul salutismo e sulla prevenzione sanitaria, principi che sono alla base dello sport sociale moderno.
Per questo la città di Bari è impegnata ad attuare politiche che consentano la più ampia accessibilità degli impianti sportivi comunali e la promozione di eventi e progetti sportivi che allarghino la base partecipativa nelle scuole.
Non a caso a Bari, negli ultimi anni, si è registrato un sensibile incremento del numero di praticanti sportivi: dal popolo dei “runner” (che corrono sui lungomare, nei parchi e lungo le strade) ai master del nuoto (nuotatori dilettanti che frequentano sempre più le numerose piscine in città), dagli amatori di sport di squadra quali calcio, pallacanestro e pallanuoto a quelli degli sport di gruppo quali il tennis e la vela, ai frequentatori di palestre per il fitness, le arti marziali ecc… Particolarmente significativi e innovativi risultano poi alcuni progetti scolastici per la scuola primaria sperimentati a Bari già da otto anni e di recente diventati modello per analoghi progetti regionali e nazionali.
Bari è una delle poche città in Italia che ha strutturato le politiche sportive in una pianificazione urbanistica specificamente strutturata. A Bari il primo “piano dello sport” in Italia, approvato nel 1988, ha costituito le basi per la candidatura ai Giochi del Mediterraneo “Bari 1997” e per la creazione di quella rete di impianti sportivi di quartiere diffusi che rappresenta un patrimonio di grande importanza e qualità. Oggi si contano oltre sessanta impianti sportivi comunali, un centinaio di palestre scolastiche e una ventina di grandi complessi sportivi privati facilmente accessibili. Negli ultimi due anni, con la definizione delle modalità gestionali di affidamento a società sportive operanti sul territorio, è stato completato il percorso dell’Amministrazione comunale finalizzato a garantire maggiore efficienza e fruibilità degli impianti sportivi, migliorandone progressivamente funzionalità, accessibilità ed offerta in termini di attività e servizi.
La città di Bari, è il caso di ricordarlo, è impegnata a ridefinire il proprio futuro urbanistico in una prospettiva di sostenibilità ambientale. Non a caso gli elementi su cui si basa il nuovo Piano Urbanistico Generale sono la rete ecologica e la rete della mobilità sostenibile. Per queste ragioni mettere in sinergia temi quali “Urbanistica e Sport” risulta particolarmente innovativo per immaginare un nuovo equilibrio tra città costruita e paesaggio, tra uomo e ambiente, tra modi di abitare e luoghi per vivere e lavorare a misura d’uomo e di bambino.
La rete interdisciplinare che vorremmo costituire tra “città attive”, università, centri di ricerca, istituzioni pubbliche e private e terzo settore, risulterà particolarmente utile per candidarsi al programma europeo “Salute e Sport” che verrà lanciato nel 2014 e per il quale, come già accaduto per il programma “Smart cities”, Bari intende porsi come punta avanzata e luogo privilegiato di sperimentazione.