Alessio Pizzicannella, il fotografo dei divi ci presenta i suoi migliori scatti: "Fotografare i Led Zeppelin è stato emozionante"

Il fotografo Alessio Pizzicannella
Marco Masciopinto. A Milano in occasione della VI edizione di ‘’Fotografica’’ si è conclusa ‘’Just A Shot Away’’, la prima grande mostra del fotografo Alessio Pizzicannella, raccontata in 100 scatti emozionanti e storici, dai Metallica ai Coldplay, Rolling Stone e altri grandi artisti dello showbiz internazionale.

La fotografia insieme alla musica sono da sempre le sue grandi passioni: alle spalle gli studi alla London College, una grande carriera e collaborazioni con le più importanti riviste di moda, spettacolo e glamour italiane.  Ma se gli chiedi quale sia stato il set ‘meno bello’, lui ti risponde: ‘’Ligabue: quel giorno le luci non funzionarono e feci anche un’incidente’’.

In questa intervista esclusiva rilasciata al Giornale di Puglia, Alessio Pizzicannella ci racconta il suo lungo percorso artistico e professionale, un intenso viaggio ricco di emozioni racchiuse nei suoi migliori scatti.

ALESSIO, COME NASCE LA PASSIONE PER LA FOTOGRAFIA?

A.P: ‘’Un po’ per caso direi, vivevo a Londra da 3 anni quando più di qualcuno mi fece notare la particolarità di alcune mie foto scattate durante un viaggio; così, spinto dalla curiosità, tirai fuori una vecchia reflex e iniziai a giocarci. La mia vera passione è sempre stata la musica mentre la fotografia, al principio, è stato il mezzo che mi ha permesso di entrare ai concerti e goderne sottopalco’’.

CI RACCONTI COM'E' NATA L'IDEA DI FARE UNA MOSTRA CON I TUOI SCATTI?

A.P: ‘’Era un’ idea, compreso il titolo “JUST A SHOT AWAY”, che avevo in testa da anni, e solo incontrando il mio attuale agente, Gianpiero Canino, sono riuscito a realizzarla. Non sono molto bravo nel guardarmi indietro ne tanto meno prono alle autocelebrazioni, ma questa mostra è arrivata al momento giusto. Sento e voglio fortemente aprire un nuovo capitolo e forse a volte per andare avanti serve anche fare il punto sulla strada percorsa’’.
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QUAL E' STATO IL SET FOTOGRAFICO PIU' BELLO E QUELLO MENO?

A.P: ‘’Sono stato molto fortunato ad essere coinvolto in tantissime avventure e da subito: è difficile scegliere. Il mio terzo concerto fu Knebworth, il concerto più rappresentativo dell’ epoca Brit Pop! Mi ritrovai con gli Oasis davanti e 200.000 persone alle mie spalle: un’emozione. Il set più difficile è stato quello di Arrivederci Mostro di Ligabue: lo avevo preparato nei dettagli da tempo, ma quel giorno tutto quello che poteva andare storto lo fece: la macchina si disintegrò, le luci non funzionarono e feci un incidente. Abbiamo comunque portato a casa un buon lavoro’’.

IL POSTO PIU' MAGICO CHE HAI FOTOGRAFATO?

A.P: ‘’La mia band preferita: Led Zeppelin, nella mia venue preferita; un piccolo club londinese, posso definirlo in assoluto uno dei concerti più emozionanti. L’opportunità di fotografare dei mostri sacri in un posto così piccolo, con un palco così basso e’ veramente rara. La foto mi riporta indietro nel tempo, sembrano quasi i Led Zeppelin veri e propri degli anni '70’’.

UN ARTISTA CHE VORRESTI 'IMMORTALARE'?

A.P: ‘’Ambra Angiolini! Non so quanto tempo è che parliamo di lavorare insieme ma poi, per un motivo o per l’altro, non ci riusciamo mai. È un’artista con cui penso di poter uscire dagli schemi e creare qualcosa di avventuroso’’.

QUALI SONO LE CARATTERISTICHE FONDAMENTALI PER DIVENTARE UN BRAVO FOTOGRAFO?

A.P: ‘’Sinceramente non lo so. So che ritrarre qualcuno per me significa aggiungere spessore, sommare a quel volto e a quello sguardo qualcosa di tuo. Ritrarre un artista semplicemente nella miglior luce non mi è mai interessato’’.

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