Cosa cambierà in Puglia con le nuove province

La nuova Puglia dopo l'approvazione del dl sulla rimodulazione delle province (Grafico: Gdp)
Redazione. Il giorno dopo l'approvazione da parte del Consiglio dei ministri del decreto sul riordino delle Province, si levano i primi forti malumori della politica pugliese sugli accorpamenti per certe situazioni maldestre e talvolta persino surrettizie. Annunciato ieri dal ministro Filippo Patroni Griffi come un "provvedimento che è coerente con i modelli europei" in cui si "passerà dalle attuali 86 province nelle regioni a statuto ordinario a 51 province comprensive delle città metropolitane".

Il provvedimento. Si tratta di un provvedimento di tipo "ordinamentale e strutturale nella logica avviata con la spending review", ha proseguito. "Il governo si è mosso tra spinte al mantenimento dello status quo e spinte alla cancellazione totale delle Province - ha proseguito - sono Province nuove per dimensioni e per sistema di governance".

Nascono Foggia-Bat e Brindisi-Taranto. Per quanto riguarda la Puglia ci sono le novità della Foggia-Bat e Brindisi-Taranto: sono questa, infatti, le nuove Province della Puglia nel riordino approvato questa mattina dal Governo. La Regione Puglia, come previsto, sarà suddivisa in quattro enti territoriali: le Province di Foggia-Bat, Brindisi-Taranto e Lecce e la Città metropolitana di Bari. Dal 1° gennaio 2013 tutte le Province italiane saranno commissariate.

La Provincia di Bari verrà sostituita dalla nuova area metropolitana
La nuova Italia. Ecco la nuova Italia: Piemonte: 1)Torino, 2) Cuneo, 3) Alessandria e Asti, 4) Vercelli, Biella, 5) Verbano/Cusio, Novara. Lombardia: 6) Milano, 7) Brescia, 8) Bergamo, 9) Pavia, 10) Como, Varese, Monza Brianza, 11) Lodi, Mantova, Cremona, 12) Sondrio Lecco. Veneto: 13) Venezia, 14) Vicenza, 15) Verona, 16) Rovigo, Padova, 17) Belluno, Treviso. Liguria: 18) Genova, 19) La Spezia, 20) Savona, Imperia. Emilia Romagna: 21) Bologna, 22) Modena, Reggio Emilia, 23) Parma, Piacenza, 24) Ferrara, 25) Ravenna, Forlì/Cesena, Rimini. Toscana: 26) Firenze, 27) Grosseto, Siena, Arezzo, 28) Lucca, Massa Carrara, Pistoia, Prato, 29) Pisa, Livorno. Umbria: 30) Perugia, Terni. Marche: 31) Ancora, 32) Pesaro e Urbino, 33) Ascoli Piceno, Macerata, Fermo. Lazio: 34) Roma, 35) Frosinone, Latina, 36) Rieti, Viterbo. Abruzzo: 37) L'Aquila, Teramo, 38) Pescara, Chieti. Molise: 39) Campobasso, Isernia. Campania: 40) Napoli,41) Salerno, 42) Caserta, 43) Avellino, Benevento. Basilicata: 44) Potenza, Matera. Calabria: 45) Reggio Calabria, 46) Cosenza, Crotone, 47) Catanzaro, Vibo Valentia. Puglia: 48) Bari, 49) Foggia Andria Barletta Trani, 50) Taranto-Brindisi, 51) Lecce. A queste vanno aggiunte le province delle regioni a statuto speciale che verranno prese in considerazione in un secondo tempo.

"Brindisi mutilata". Ma è il caso Brindisi a destare più scalpore sul tema. “La scelta del Governo nazionale di dire no alla super provincia, limitandosi ad accorpare Brindisi e Taranto, isolando Lecce, appare una soluzione più ragionieristica che politica. E, pertanto, non è assolutamente condivisibile in quanto non esalta le specificità di un territorio che proprio dal riordino avrebbe potuto amplificare le proprie potenzialità. Anzi, lo penalizza”. È il commento dell’ex senatore Euprepio Curto, attualmente consigliere regionale di Futuro e Libertà, in merito alla soluzione adottata dal governo nazionale in tema di riordino delle province. “Certo - dichiara Curto – al momento non è ancora dato sapere se il Decreto recepisce pure le indicazioni espresse dalla maggioranza dei comuni della provincia di Brindisi (moltissimi favorevoli a Lecce, alcuni a Bari); ma, se così dovesse essere, i timori, che più volte avevo paventato, avrebbero trovato un’adeguata conferma nella sostanziale disgregazione dell’attuale provincia di Brindisi”. “Questa non è una bella pagina per nessuna delle tre province – prosegue l’esponente di Fli. Di Brindisi ho già detto. Ma non lo sarebbe neanche per Taranto che rischia di annettere (sì: di annettere) una provincia (Brindisi) mutilata. Ma non lo sarebbe neanche per la Provincia di Lecce che, da seconda provincia pugliese per popolazione, sarebbe relegata all’ultimo posto“. “A tal proposito – afferma Curto – vorrei suggerire a qualche improvvido rappresentante istituzionale leccese di evitare comportamenti da autentico sciacallaggio, come quelli finalizzati a far aderire a Lecce altre città brindisine, saltando a piè pari qualsiasi più ampio preventivo confronto politico-istituzionale”. “Forse - conclude Curto – a questi sfugge un dato: che, così come è stato realizzato il riordino, si amplierà a dismisura la forbice economica, sociale e politica con Bari Città metropolitana. Siccome, nella gestione della materia, di miopie politiche ve ne sono state a iosa, sarebbe opportuno un saggio ravvedimento, sia pure tardivo. Ma non troppo!”.

La nuova cartina delle province italiane
Pelillo: soddisfatto Br-Ta. La politica regionale dà l'ok, sebbene i pareri contradditori della popolazione, alla rimodulazione della neonata Brindisi-Taranto. "Sono soddisfatto della scelta del Governo: l'accorpamento delle province di Taranto e Brindisi non e' piu' un'ipotesi". Lo sottolinea l'assessore al Bilancio della Regione Puglia Michele Pelillo, consigliere eletto a Taranto. "La riforma varata questa mattina nell'ambito del riordino delle province - aggiunge - mette la parola fine all'altra ipotesi, quella del cosiddetto 'Grande Salento', che avrebbe visto insieme Taranto e Brindisi con Lecce. La nostra battaglia, quella di 28 su 29 comuni della provincia di Taranto e di alcuni comuni del brindisino, ha avuto buon esito. Il governo ha fatto la scelta piu' saggia e razionale: unire due territori simili, che insieme possono progettare un'idea comune di sviluppo. Con l'accorpamento Taranto-Brindisi il Governo non ha ceduto alle lusinghe politiche e ha ben interpretato le nostre richieste". "Un'indicazione precisa, espressa ufficialmente nei giorni scorsi - continua Pelillo - con l'ordine del giorno da me proposto, presentato al Consiglio regionale della Puglia e sottoscritto da tutti i consiglieri regionali tarantini di maggioranza e opposizione, insieme al consigliere ostunese Epifani. I comuni, sollecitati dalla Regione e dalla Provincia, hanno fatto la loro parte documentando la loro volonta' di dire si' alla fusione tra Taranto e Brindisi, sbarrando la strada alla macroprovincia con Lecce. Da oggi Taranto e Brindisi possono programmare un futuro comune, partendo da omogenei problemi e punti di forza. Le due citta' vantano due porti, due aeroporti, due grandi Marine, simili economie agricole e manifatturiere e, non ultima, la presenza di grandi industrie. Brindisi e Taranto sono accomunate purtroppo anche dai gravi problemi dell'inquinamento; la questione ambientale - conclude l'assessore Pelillo - sara' sicuramente un'altra piattaforma comune di lavoro, sulla quale ripensare uno sviluppo ecosostenibile per i prossimi anni".

Il caso di Molfetta. Il caso di Molfetta è paradigmatico. La nuova riforma istituzionale, infatti, se sarà applicata senza tener conto della volontà espressa dai Comuni, ipotesi che sembra al momento la più plausibile, vedrà la città di Molfetta rientrare nella Città metropolitana. In caso contrario, la nuova Provincia di appartenenza sarà quella di Foggia, snaturando completamente origini e tradizioni di una bella e grande città storicamente del Barese. Perdipiù nella cittadina non c'è stato tempo nemmeno per la consultazione dei cittadini attraverso un referendum o un dibattito pubblico, come accaduto in altri Comuni pugliesi o provinciali (vedi Fasano). Come finirà la spinosa vicenda?

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