BARI. Sono 3.081 in tutta la Puglia i minori che vivono fuori famiglia, allontanati dal proprio nucleo d’origine a causa di situazioni di grave marginalità sociale, assenza di figure genitoriali, episodi di abusi e maltrattamenti: è questo il primo dato che emerge dal IV Rapporto sui Minori fuori famiglia in Puglia (dati al 31.12.2011) curato dall’Osservatorio regionale per le Politiche sociali presso tutti i Comuni pugliesi e presentato stamani dall’Assessore regionale al Welfare Elena Gentile.
“Da anni ormai – ha detto in apertura l’assessore Gentile – crediamo che il modo migliore per rendere omaggio alle celebrazioni per la Giornata internazionale dei diritti dei bambini e delle bambine, sia di fornire strumenti di lavoro aggiornati agli operatori di settore e, perché no, anche alle famiglie pugliesi. Un’occasione utile alla riflessione comune, per fare il punto sulle politiche messe in atto, su quelle in cantiere e per ricevere utili indicazioni sugli orientamenti futuri. Per questo oggi vi presentiamo i principali dati in nostro possesso, che consentono alla Regione Puglia di anticipare di molti mesi la pubblicazione nazionale degli stessi dati per tutte le Regioni, curata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze”.
Degli oltre tremila bambini che vivono al di fuori del contesto familiare in Puglia, ben il 23% è rappresentato da minori stranieri, complessivamente 717 (+ 69% circa rispetto al 2007), a fronte di un calo generale del 4%, analizzato nel quinquennio tra il 2007 e il 2011, della popolazione complessiva dei minori fuori famiglia.
Circa il 40% dei minori fuori famiglia viene preso in carico mediante affido familiare (-10% rispetto alla rilevazione del 2007 per i minori in generale, e addirittura -34% dei minori stranieri): nonostante la diffusione in molti ambiti territoriali di elenchi di famiglie affidatarie, preparate per accogliere altri minori oltre i propri figli, prevale ancora da parte dei Tribunali per i Minorenni la prassi di affidare alle comunità educative i minori.
In totale i percorsi di affido familiare in Puglia riguardano 1.239 minori, avvengono ancora prevalentemente all’interno della famiglia (71,1%), pur facendo registrare una riduzione rispetto al 2009 di quasi il 3%, il che è molto importante, perché lascia più spazio agli affidamenti eterofamiliari. Si tratta, inoltre, di affidi familiari soprattutto di carattere giudiziale, senza il consenso (74,1%) e per periodi prolungati (66,7%).
Sono solo 95 i Comuni in Puglia che hanno servizi dedicati alla gestione professionale dell’affido familiare, per sostenere i percorsi di crescita dei bambini e delle bambine in casi di disagio e difficoltà (il 36,8%), e per sostenere le famiglie affidatarie, anche se ad esempio il sostegno economico per le famiglie affidatarie è molto disomogeneo sul territorio regionale con contributi che vanno da un minimo di 30 euro mensili (Foggia) ad un massimo di 360 euro al mese (Bari).
È poi in costante aumento la presenza in Puglia di minori stranieri non accompagnati: sono stati 579 nel 2011, pari all’80% di tutti i minori stranieri fuori famiglia, e sono più che raddoppiati (+ 112%) rispetto al 2007, cioè il fenomeno è esploso in soli 5 anni, anche per effetto delle diverse emergenze periodiche connesse in particolare al nord-africa, che proprio nel 2011 ha avuto il suo apice.
Aumentano di poco le prese in carico in comunità socio educative residenziali per i minori in generale (+1%), mentre cresce, in maniera proporzionale alle presenze, del 107% la presa in carico residenziale per i minori stranieri. E’ importante, ancora, evidenziare che solo il 4% dei minori pugliesi accolti in comunità trova sistemazione in una struttura fuori Regione, e si tratta prevalentemente di minori dell’area foggiana e dell’Alto Tavoliere, mentre le strutture pugliesi accolgono per oltre il 27% minori provenienti da fuori Regione: questo sta ad indicare un forte rafforzamento nell’ultimo quinquennio della rete di offerta di strutture residenziali per minori che ha consentito non solo di assicurare ai minori fuori famiglia pugliesi di non essere allontanati troppo dalle rispettive famiglie di origine, ma anche di riuscire ad attrarre minori fuori famiglia provenienti da altre Regioni del Mezzogiorno con una rete più debole (Campania, Basilicata, Molise, Calabria).
“Gli sforzi compiuti negli ultimi anni – continua la Gentile – nella direzione degli investimenti economici e di politiche di settore mirate alla prima infanzia e ai minori in condizioni di disagio premiano la Puglia che, non a caso è tra quelle Regioni che acquisisce nel 2012 dal CIPE (Del. n. 79/2012) la premialità del Fondo Sviluppo e Coesione per oltre 6 milioni di euro per il conseguimento degli obiettivi di servizio intermedi per la prima infanzia (posti nido e numero di Comuni serviti). In totale dal 2009 ad oggi abbiamo investito in Puglia 136,8 milioni di euro per la realizzazione di strutture dedicate alla prima infanzia, di cui 99,5 milioni di euro (72,7%) rappresentati dal contributo finanziario regionale (PO Fesr 2007-2013). E abbiamo realizzato in totale 258 strutture per la prima infanzia, di cui 170 asili nido: si tratta del più grossa piano di infrastrutturazione che la Puglia abbia mai potuto vedere per quantità ma anche per capillarità, essendo riusciti a raggiungere grandi e piccoli comuni, dal gargano al basso salento.
Questi sono i fatti: numeri e dati per calibrare le politiche in favore dei bambini e delle bambine pugliesi, cemento e mattoni per farle camminare sui binari del futuro!”.
“Da anni ormai – ha detto in apertura l’assessore Gentile – crediamo che il modo migliore per rendere omaggio alle celebrazioni per la Giornata internazionale dei diritti dei bambini e delle bambine, sia di fornire strumenti di lavoro aggiornati agli operatori di settore e, perché no, anche alle famiglie pugliesi. Un’occasione utile alla riflessione comune, per fare il punto sulle politiche messe in atto, su quelle in cantiere e per ricevere utili indicazioni sugli orientamenti futuri. Per questo oggi vi presentiamo i principali dati in nostro possesso, che consentono alla Regione Puglia di anticipare di molti mesi la pubblicazione nazionale degli stessi dati per tutte le Regioni, curata dall’Istituto degli Innocenti di Firenze”.
Degli oltre tremila bambini che vivono al di fuori del contesto familiare in Puglia, ben il 23% è rappresentato da minori stranieri, complessivamente 717 (+ 69% circa rispetto al 2007), a fronte di un calo generale del 4%, analizzato nel quinquennio tra il 2007 e il 2011, della popolazione complessiva dei minori fuori famiglia.
Circa il 40% dei minori fuori famiglia viene preso in carico mediante affido familiare (-10% rispetto alla rilevazione del 2007 per i minori in generale, e addirittura -34% dei minori stranieri): nonostante la diffusione in molti ambiti territoriali di elenchi di famiglie affidatarie, preparate per accogliere altri minori oltre i propri figli, prevale ancora da parte dei Tribunali per i Minorenni la prassi di affidare alle comunità educative i minori.
In totale i percorsi di affido familiare in Puglia riguardano 1.239 minori, avvengono ancora prevalentemente all’interno della famiglia (71,1%), pur facendo registrare una riduzione rispetto al 2009 di quasi il 3%, il che è molto importante, perché lascia più spazio agli affidamenti eterofamiliari. Si tratta, inoltre, di affidi familiari soprattutto di carattere giudiziale, senza il consenso (74,1%) e per periodi prolungati (66,7%).
Sono solo 95 i Comuni in Puglia che hanno servizi dedicati alla gestione professionale dell’affido familiare, per sostenere i percorsi di crescita dei bambini e delle bambine in casi di disagio e difficoltà (il 36,8%), e per sostenere le famiglie affidatarie, anche se ad esempio il sostegno economico per le famiglie affidatarie è molto disomogeneo sul territorio regionale con contributi che vanno da un minimo di 30 euro mensili (Foggia) ad un massimo di 360 euro al mese (Bari).
È poi in costante aumento la presenza in Puglia di minori stranieri non accompagnati: sono stati 579 nel 2011, pari all’80% di tutti i minori stranieri fuori famiglia, e sono più che raddoppiati (+ 112%) rispetto al 2007, cioè il fenomeno è esploso in soli 5 anni, anche per effetto delle diverse emergenze periodiche connesse in particolare al nord-africa, che proprio nel 2011 ha avuto il suo apice.
Aumentano di poco le prese in carico in comunità socio educative residenziali per i minori in generale (+1%), mentre cresce, in maniera proporzionale alle presenze, del 107% la presa in carico residenziale per i minori stranieri. E’ importante, ancora, evidenziare che solo il 4% dei minori pugliesi accolti in comunità trova sistemazione in una struttura fuori Regione, e si tratta prevalentemente di minori dell’area foggiana e dell’Alto Tavoliere, mentre le strutture pugliesi accolgono per oltre il 27% minori provenienti da fuori Regione: questo sta ad indicare un forte rafforzamento nell’ultimo quinquennio della rete di offerta di strutture residenziali per minori che ha consentito non solo di assicurare ai minori fuori famiglia pugliesi di non essere allontanati troppo dalle rispettive famiglie di origine, ma anche di riuscire ad attrarre minori fuori famiglia provenienti da altre Regioni del Mezzogiorno con una rete più debole (Campania, Basilicata, Molise, Calabria).
“Gli sforzi compiuti negli ultimi anni – continua la Gentile – nella direzione degli investimenti economici e di politiche di settore mirate alla prima infanzia e ai minori in condizioni di disagio premiano la Puglia che, non a caso è tra quelle Regioni che acquisisce nel 2012 dal CIPE (Del. n. 79/2012) la premialità del Fondo Sviluppo e Coesione per oltre 6 milioni di euro per il conseguimento degli obiettivi di servizio intermedi per la prima infanzia (posti nido e numero di Comuni serviti). In totale dal 2009 ad oggi abbiamo investito in Puglia 136,8 milioni di euro per la realizzazione di strutture dedicate alla prima infanzia, di cui 99,5 milioni di euro (72,7%) rappresentati dal contributo finanziario regionale (PO Fesr 2007-2013). E abbiamo realizzato in totale 258 strutture per la prima infanzia, di cui 170 asili nido: si tratta del più grossa piano di infrastrutturazione che la Puglia abbia mai potuto vedere per quantità ma anche per capillarità, essendo riusciti a raggiungere grandi e piccoli comuni, dal gargano al basso salento.
Questi sono i fatti: numeri e dati per calibrare le politiche in favore dei bambini e delle bambine pugliesi, cemento e mattoni per farle camminare sui binari del futuro!”.
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