TARANTO. Diventa di ora in ora più difficile la situazione dell'Ilva di Taranto. La Procura della Repubblica di Taranto ha delegato la Guardia di Finanza ad eseguire accertamenti a Bari e a Roma in relazione al via libera alla vecchia Autorizzazione integrata ambientale (Aia) rilasciata il 4 agosto 2011 all'Ilva di Taranto, poi riesaminata e approvata alcune settimane fa. Lo si è appreso da fonti giudiziarie. Nelle oltre 500 pagine dell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Patrizia Todisco ed eseguita ieri, numerose pagine, contenenti anche intercettazioni, sono dedicate a dialoghi con funzionari regionali sulle prescrizioni ambientali che l'Ilva avrebbe dovuto rispettare, poi confluite nella vecchia Aia.
L'Ilva ha avviato al Tribunale del Riesame il ricorso contro l'ultimo intervento della magistratura: fino al suo pronunciamento gli impianti di Taranto rimarranno chiusi. Lo ha deciso il Cda della società. "Spero in un pronunciamento rapido, entro pochi giorni", spiega all'Ansa il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante. "Non mi aspettavo un intervento" della magistratura "di questo tipo: che vi fosse una produzione era risaputo a tutti". "Il Governo ha avuto grande attenzione e dall'incontro di giovedì spero vengano passi avanti", aggiunge Ferrante.
E dopo la proclamazione dello sciopero gli uffici della direzione dell'Ilva di Taranto sono stati occupati da alcune centinaia di operai. Gli operai, dopo aver organizzato un corteo interno al quale hanno partecipato sia quelli impiegati nell'area a caldo sia quelli dell'area a freddo, hanno occupato di fatto tutta la palazzina che ospita la direzione dello stabilimento. "Non hanno voluto trovare una soluzione, governo e azienda continuano ad usarci - dicono alcuni di loro - e a rimetterci siamo soltanto noi e questa città. Così non può continuare".
L'Ilva ha avviato al Tribunale del Riesame il ricorso contro l'ultimo intervento della magistratura: fino al suo pronunciamento gli impianti di Taranto rimarranno chiusi. Lo ha deciso il Cda della società. "Spero in un pronunciamento rapido, entro pochi giorni", spiega all'Ansa il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante. "Non mi aspettavo un intervento" della magistratura "di questo tipo: che vi fosse una produzione era risaputo a tutti". "Il Governo ha avuto grande attenzione e dall'incontro di giovedì spero vengano passi avanti", aggiunge Ferrante.
E dopo la proclamazione dello sciopero gli uffici della direzione dell'Ilva di Taranto sono stati occupati da alcune centinaia di operai. Gli operai, dopo aver organizzato un corteo interno al quale hanno partecipato sia quelli impiegati nell'area a caldo sia quelli dell'area a freddo, hanno occupato di fatto tutta la palazzina che ospita la direzione dello stabilimento. "Non hanno voluto trovare una soluzione, governo e azienda continuano ad usarci - dicono alcuni di loro - e a rimetterci siamo soltanto noi e questa città. Così non può continuare".