ROMA. "La condotta del governo sull'Ilva di Taranto e' stata caotica e contraddittoria". Lo ha detto Felice Belisario, capogruppo Idv, replicando all'informativa del ministro dell'Ambiente Clini al Senato. "Abbiamo avuto l'impressione -ha detto- che anziche' collaborare con l'autorita' giudiziaria si e' cercato, e si cerca tutt'ora, di ostacolarla come se fosse un disturbo. L'effetto e' quello di rendere obiettivamente piu' difficile l'opera di bonifica e di rallentare la messa in sicurezza del sito".
"Non solo -ha aggiunto- il decreto legge preannunciato dal governo per rimediare al nuovo sequestro, per noi dell'IdV rischia di essere incostituzionale ed in parte inefficace. Non vogliamo nessuna chiusura, siamo consapevoli che non si puo' considerare separatamente la questione ambientale con quella sociale ed economica. Bisogna avere una visione integrata del problema. Non possiamo permettere, pero', che a decidere sia la proprieta' dello stabilimento, oggi ristretta da provvedimenti cautelari, che per 14 anni sapeva che il sito era da bonificare e non ha fatto nulla. Cosi' come non hanno mosso un dito i governi che si sono succeduti, compreso quest".
"Serve piuttosto -ha proseguito- un intervento diretto dello Stato per risanare, innovare, rilanciare la fabbrica nel senso della competitivita', della salvaguardia dei livelli occupazionali, della tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini di Taranto. E non accetteremo - conclude - che il governo lo faccia consegnando le chiavi dello stabilimento alla famiglia Riva per poi scappare come hanno fatto i precedenti esecutivi per 14 anni".
"Non solo -ha aggiunto- il decreto legge preannunciato dal governo per rimediare al nuovo sequestro, per noi dell'IdV rischia di essere incostituzionale ed in parte inefficace. Non vogliamo nessuna chiusura, siamo consapevoli che non si puo' considerare separatamente la questione ambientale con quella sociale ed economica. Bisogna avere una visione integrata del problema. Non possiamo permettere, pero', che a decidere sia la proprieta' dello stabilimento, oggi ristretta da provvedimenti cautelari, che per 14 anni sapeva che il sito era da bonificare e non ha fatto nulla. Cosi' come non hanno mosso un dito i governi che si sono succeduti, compreso quest".
"Serve piuttosto -ha proseguito- un intervento diretto dello Stato per risanare, innovare, rilanciare la fabbrica nel senso della competitivita', della salvaguardia dei livelli occupazionali, della tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini di Taranto. E non accetteremo - conclude - che il governo lo faccia consegnando le chiavi dello stabilimento alla famiglia Riva per poi scappare come hanno fatto i precedenti esecutivi per 14 anni".