TARANTO. "Noi abbiamo un sogno: se e' stato possibile far rinascere la Ruhr, e' possibile far rinascere Taranto e altre zone italiane, come la Valle del Sacco, che oggi sono inquinate ma che le bonifiche possono riconquistare a un futuro sostenibile difendendo l'ambiente e la salute". Lo afferma il presidente dell'associazione ambientalista Peacelink, Alessandro Marescotti. Una rappresentanza dell'organizzazione si trova in questi giorni a Colleferro, in provincia di Roma, per studiare, in un convegno nazionale sulle bonifiche (23-25 novembre), l'esperienza di bonifica della Ruhr e incontrare Hanns-Dietrich Schmidt, responsabile dei rapporti internazionali del distretto della Ruhr nella Nordrhein-Westfalen in Germania.
Il progetto Ruhr e' ritenuto un esempio d'intervento unico nel suo genere e un modello di riferimento per chiunque voglia far rinascere ex territori industriali. PeaceLink portera' l'esperienza di Taranto, alla luce della necessita' della bonifica dell'area dell'Ilva. Per PeaceLink partecipano Fulvia Gravame e Lidia Giannotti. La bonifica puo' rappresentare per Taranto "un modello virtuoso", sottolinea Marescotti. Con il declino delle industrie minerarie e pesanti degli anni '70-'80, tutto sembrava compromesso: colline cosparse di scorie industriali, ruderi di fabbriche dismesse, tracciati ferroviari fuori uso e, soprattutto, il rischio di una declino economico irreversibile. "Le somiglianze tra il dramma vissuto oggi a Taranto e quelli della Ruhr - spiega - sono innumerevoli. Il fiume Emscher che attraversa la Ruhr era stato trasformato in una discarica a cielo aperto e tutta l'area era intrisa di inquinanti persistenti".
PeaceLink, con questo convegno nazionale di Colleferro, vuole studiare l'esperienza della Ruhr "perche' ha molto da insegnare per il recupero della vasta area industriale e degradata di Taranto. Oggi nella Ruhr arrivano milioni di persone da tutta Europa perche' e' passata dall'inferno dell'inquinamento al turismo, dal degrado e dal declino sociale alla promozione culturale e alla rinascita economica, con la diffusione di universita', centri culturali e musei".
"Nel Parco dell'Emscher, il paesaggio gioca un ruolo strategico e viene utilizzato come mezzo per agire sull'immaginario, sulle aspettative e sui desideri dell'intera popolazione. Lungi dal rassegnarsi, i cittadini della Ruhr hanno dimostrato di saper sognare, persino durante gli anni dell'industrializzazione, un grande futuro di riscatto. Hanno detto a se stessi: 'Noi vogliamo realizzare solo cio' che per decenni abbiamo immaginato'. E cosi' - conclude Marescotti - il Distretto della Ruhr ha dato vita al Parco Paesaggistico dell'Emscher".
Il progetto Ruhr e' ritenuto un esempio d'intervento unico nel suo genere e un modello di riferimento per chiunque voglia far rinascere ex territori industriali. PeaceLink portera' l'esperienza di Taranto, alla luce della necessita' della bonifica dell'area dell'Ilva. Per PeaceLink partecipano Fulvia Gravame e Lidia Giannotti. La bonifica puo' rappresentare per Taranto "un modello virtuoso", sottolinea Marescotti. Con il declino delle industrie minerarie e pesanti degli anni '70-'80, tutto sembrava compromesso: colline cosparse di scorie industriali, ruderi di fabbriche dismesse, tracciati ferroviari fuori uso e, soprattutto, il rischio di una declino economico irreversibile. "Le somiglianze tra il dramma vissuto oggi a Taranto e quelli della Ruhr - spiega - sono innumerevoli. Il fiume Emscher che attraversa la Ruhr era stato trasformato in una discarica a cielo aperto e tutta l'area era intrisa di inquinanti persistenti".
PeaceLink, con questo convegno nazionale di Colleferro, vuole studiare l'esperienza della Ruhr "perche' ha molto da insegnare per il recupero della vasta area industriale e degradata di Taranto. Oggi nella Ruhr arrivano milioni di persone da tutta Europa perche' e' passata dall'inferno dell'inquinamento al turismo, dal degrado e dal declino sociale alla promozione culturale e alla rinascita economica, con la diffusione di universita', centri culturali e musei".
"Nel Parco dell'Emscher, il paesaggio gioca un ruolo strategico e viene utilizzato come mezzo per agire sull'immaginario, sulle aspettative e sui desideri dell'intera popolazione. Lungi dal rassegnarsi, i cittadini della Ruhr hanno dimostrato di saper sognare, persino durante gli anni dell'industrializzazione, un grande futuro di riscatto. Hanno detto a se stessi: 'Noi vogliamo realizzare solo cio' che per decenni abbiamo immaginato'. E cosi' - conclude Marescotti - il Distretto della Ruhr ha dato vita al Parco Paesaggistico dell'Emscher".
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