BARI. “Il doping è una piaga sportiva e sociale difficile da sconfiggere. Ci sarà sempre. Il vero campione si esprime per continuità di rendimento agonistico”. Così il primatista medaglia d’oro di atletica leggera Pietro Paolo Mennea ha esordito sabato pomeriggio a Martina Franca durante il convegno Doping e Frode Sportiva organizzato dall'Associazione Culturale “Gens Nova” di Bari e “Sermartina. Pubblica Assistenza A.R. 27”, in collaborazione con “A.s. Martina Franca 1947”.
Parole dure per una realtà come quella sportiva travolta da scandali ed inchieste che fanno perdere lucentezza e smalto a quei valori sacri su cui il sano agonismo si fonda. Mennea, tra i relatori del convegno su invito dell’avvocato Antonio Maria La Scala, presidente dell’Associazione Culturale Gens Nova, e reduce dal successo del suo ultimo libro “La grande storia del doping”, ha messo in luce una vera e propria distorsione del sistema, non regolamentato da norme univoche. “Dall’89 ad oggi-ha commentato- pochi sono gli Stati che hanno visto la conquista della norma penale contro il doping perché purtroppo la lobby dello sport lotta per essere indipendente a favore del business che c’è dietro, mentre sarebbero necessari controlli da parte di organismi pubblici. Auspico in un’armonizzazione di norme penali contro il doping tra gli Stati Europei”.
Lo stesso Giudice Pietro Errede, anche lui ospite della serata, ha discusso sulla problematica legislativa evidenziando come solo “dal 2000 è entrata in vigore una legislazione sul doping qui in Italia”. Soffermandosi brevemente sul clamoroso caso Juventus trattato nel suo ultimo libro “Frode sportiva e doping”, ha fatto riferimento alle diverse figure professionali coinvolte, compreso il medico sportivo, ribadendo così come anche nello sport le “logiche di guadagno si realizzano attraverso la corruzione”.
Donato Muschio Schiavone Presidente dell’A.S. Martina Franca 1947 nella sua duplice veste di avvocato e dirigente sportivo ha, invece, relazionato sulla responsabilità delle società sportive durante le indagini di doping, ponendo l’attenzione sul problema delle “prove viziate” durante i processi.
Una dibattito, moderato da Mariella Sisto, pieno di spunti di riflessione ed al quale anche il numeroso pubblico che ha affollato la Sala Consiliare Palazzo Ducale ha partecipato con fervido intereresse. Nonostante la presenza di importanti professionisti dell’ambito giuridico, “il legislatore - ha ricordato Martino Sportelli, Giudice di Pace di Martina Franca- non può insegnare o porre rimedio a questo grande problema, ma sicuramente tutti gli operatori del sociale possono diffondere, con spirito di sacrificio, il messaggio vero dello sport”.
Patrocinato dal Comune di Martina Franca e della Provincia di Taranto, l’incontro ha confermato l’interesse sempre attuale per la tematica proprio perché “doping e frodi sportive- ha dichiarato La Scala - richiamano l’attenzione sull’educazione allo sport e quindi alla vita. In questo momento storico un esempio come Mennea serve a far capire come lealtà e la correttezza premiano ugualmente e rimangono l’unica seria alternativa alla diffusa cultura dell’illegalità che regna nel nostro Paese”.
Parole dure per una realtà come quella sportiva travolta da scandali ed inchieste che fanno perdere lucentezza e smalto a quei valori sacri su cui il sano agonismo si fonda. Mennea, tra i relatori del convegno su invito dell’avvocato Antonio Maria La Scala, presidente dell’Associazione Culturale Gens Nova, e reduce dal successo del suo ultimo libro “La grande storia del doping”, ha messo in luce una vera e propria distorsione del sistema, non regolamentato da norme univoche. “Dall’89 ad oggi-ha commentato- pochi sono gli Stati che hanno visto la conquista della norma penale contro il doping perché purtroppo la lobby dello sport lotta per essere indipendente a favore del business che c’è dietro, mentre sarebbero necessari controlli da parte di organismi pubblici. Auspico in un’armonizzazione di norme penali contro il doping tra gli Stati Europei”.
Lo stesso Giudice Pietro Errede, anche lui ospite della serata, ha discusso sulla problematica legislativa evidenziando come solo “dal 2000 è entrata in vigore una legislazione sul doping qui in Italia”. Soffermandosi brevemente sul clamoroso caso Juventus trattato nel suo ultimo libro “Frode sportiva e doping”, ha fatto riferimento alle diverse figure professionali coinvolte, compreso il medico sportivo, ribadendo così come anche nello sport le “logiche di guadagno si realizzano attraverso la corruzione”.
Donato Muschio Schiavone Presidente dell’A.S. Martina Franca 1947 nella sua duplice veste di avvocato e dirigente sportivo ha, invece, relazionato sulla responsabilità delle società sportive durante le indagini di doping, ponendo l’attenzione sul problema delle “prove viziate” durante i processi.
Una dibattito, moderato da Mariella Sisto, pieno di spunti di riflessione ed al quale anche il numeroso pubblico che ha affollato la Sala Consiliare Palazzo Ducale ha partecipato con fervido intereresse. Nonostante la presenza di importanti professionisti dell’ambito giuridico, “il legislatore - ha ricordato Martino Sportelli, Giudice di Pace di Martina Franca- non può insegnare o porre rimedio a questo grande problema, ma sicuramente tutti gli operatori del sociale possono diffondere, con spirito di sacrificio, il messaggio vero dello sport”.
Patrocinato dal Comune di Martina Franca e della Provincia di Taranto, l’incontro ha confermato l’interesse sempre attuale per la tematica proprio perché “doping e frodi sportive- ha dichiarato La Scala - richiamano l’attenzione sull’educazione allo sport e quindi alla vita. In questo momento storico un esempio come Mennea serve a far capire come lealtà e la correttezza premiano ugualmente e rimangono l’unica seria alternativa alla diffusa cultura dell’illegalità che regna nel nostro Paese”.
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Cultura e Spettacoli