Lecce elettorale: Schifani, fiducioso

(Foto: Renato Schifani)
ROMA. Mentre il presidente del Senato, Renato Schifani palesa un certo ottimismo e parla di ''spiragli notevoli di larghe intese'' sulla riforma della legge elettorale, anche oggi a Palazzo Madama e' proseguito il certosino lavorio di revisione e limatura delle proposte su premi e premietti, in un turbinio di incontri, scambi di telefonate, cervellotici calcoli su premi, premietti, soglie, sbarramenti, resti, riparti al fine di giungere alla piu' corretta valutazione possibile del numero dei seggi che tutto questo complesso impianto finisce per avere sulla loro determinazione.

Anche il presidente della commissione evidenzia una istituzionale fiducia nel registrare che ''dagli incontri che ci sono stati emergono condizioni favorevoli perche' ci sia l'intesa'' anche se subito dopo prudentemente aggiunge: ''Ma vista l'esperienza di questi ultimi mesi, mai piu' brindisi prima del voto''.

Le distanze tra Pd e Pdl pero' rimangono, politicamente parlando, anche se via via piu' impercettibili. E tali resteranno fino alla fine della settimana, dopo l'esito del secondo turno delle primarie del Pd. Per i democratici resta ferma la necessita' di un premio alla lista sopra il 30% nell'ordine del 10% prevista dall'ipotesi D'Alimonte, che corrisponde a 62-63 seggi in piu' a quanti 'guadagnati' col voto. L'ultima bozza Calderoli nota, a quel livello ne assicurava 52 in piu', corrispondenti a un premio dell'8,4%, troppo pochi per il Pd, che potrebbe verosimilmente ragionare al massimo su uno scarto di 5 seggi rispetto alla proposta D'Alimonte.

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