BARI. “La musica significa non solo nutrire l’anima ma anche alimentare nuove filiere di produzione di ricchezza. La musica ci sta facendo scoprire cose straordinarie, diventando, per esempio, anche uno strumento di politica estera. Ma non solo la musica. Per noi il cinema, lo spettacolo, la lirica, la prosa, il balletto sono state tutte occasioni per scoprire un mondo del lavoro specializzato con talenti straordinari e con la possibilità davvero di far vivere un’altra idea di economia, l’economia cioè della produzione dei beni immateriali, della produzione di qualità della vita. Una città non esiste se non ha un teatro, se non ha un museo, se non ha i luoghi della propria colonna sonora, un luogo in cui raccogliere memoria e bellezza”.
Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina alla inaugurazione della seconda edizione del Medimex, la Fiera delle Musiche del Mediterraneo promossa da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale.
“Attraverso Medimex - ha aggiunto Vendola - intendiamo confrontarci con il mercato musicale, a partire dalla centralità del Mediterraneo. Ed è proprio all’interno del mercato che cerchiamo di far vivere la libertà e la creatività , provando a stimolare il talento dei giovani, dando loro strumenti in grado di renderli vincenti nella sfida del futuro, senza essere costretti ad emigrare. I nostri ragazzi di talento devono viaggiare, ma non emigrare. Questi due verbi non devono essere più sinonimi. Noi abbiamo cercato di costruire con le bande giovanili e con i gruppi musicali che lavorano negli scantinati, un rapporto produttivo, li abbiamo inseriti in un mercato dando loro gli strumenti per diventare soggetti economici, soggetti culturali ma anche economici per poi poter navigare nel mare magnum della globalizzazione”.
“In tutti i settori economici - ha spiegato Vendola - o siamo in grado di mettere in campo la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, investendo sulla qualità dei prodotti, oppure saremo costretti a praticare una competizione al ribasso e a candidarci alla marginalità . Tanto più se si tratta di prodotti altamente sofisticati come ad esempio i prodotti culturali. È assolutamente indispensabile non chiudersi dentro il recinto del provincialismo e del folclore strapaesano. Con la mia squadra di governo - ha aggiunto il Presidente - abbiamo cercato di evitare questa deriva che talvolta fa dei territori il luogo di una piccola patria, la cui colonna sonora è nostalgica retorica. Noi abbiamo bisogno di mettere in relazione il nostro territorio con il mondo e la musica è, per natura, cosmopolitismo. Occorre sentirsi euromediterraneo, sentirsi parte del mondo e non già parte di un margine lamentoso come talvolta accade nei nostri sud”.
“Fa rabbia scoprire che la scuola non si occupa per nulla di musica, non promuove la cultura musicale – ha concluso Vendola - fa rabbia scoprire che i prodotti musicali hanno una pressione fiscale molto alta perchè vengono considerati prodotti di lusso e commerciali. Ecco penso che queste cose vadano guardate con il microscopio. Invece talvolta la politica è superficiale”.
Lo ha detto il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola intervenendo questa mattina alla inaugurazione della seconda edizione del Medimex, la Fiera delle Musiche del Mediterraneo promossa da Puglia Sounds, il programma della Regione Puglia per lo sviluppo del sistema musicale.
“Attraverso Medimex - ha aggiunto Vendola - intendiamo confrontarci con il mercato musicale, a partire dalla centralità del Mediterraneo. Ed è proprio all’interno del mercato che cerchiamo di far vivere la libertà e la creatività , provando a stimolare il talento dei giovani, dando loro strumenti in grado di renderli vincenti nella sfida del futuro, senza essere costretti ad emigrare. I nostri ragazzi di talento devono viaggiare, ma non emigrare. Questi due verbi non devono essere più sinonimi. Noi abbiamo cercato di costruire con le bande giovanili e con i gruppi musicali che lavorano negli scantinati, un rapporto produttivo, li abbiamo inseriti in un mercato dando loro gli strumenti per diventare soggetti economici, soggetti culturali ma anche economici per poi poter navigare nel mare magnum della globalizzazione”.
“In tutti i settori economici - ha spiegato Vendola - o siamo in grado di mettere in campo la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione, investendo sulla qualità dei prodotti, oppure saremo costretti a praticare una competizione al ribasso e a candidarci alla marginalità . Tanto più se si tratta di prodotti altamente sofisticati come ad esempio i prodotti culturali. È assolutamente indispensabile non chiudersi dentro il recinto del provincialismo e del folclore strapaesano. Con la mia squadra di governo - ha aggiunto il Presidente - abbiamo cercato di evitare questa deriva che talvolta fa dei territori il luogo di una piccola patria, la cui colonna sonora è nostalgica retorica. Noi abbiamo bisogno di mettere in relazione il nostro territorio con il mondo e la musica è, per natura, cosmopolitismo. Occorre sentirsi euromediterraneo, sentirsi parte del mondo e non già parte di un margine lamentoso come talvolta accade nei nostri sud”.
“Fa rabbia scoprire che la scuola non si occupa per nulla di musica, non promuove la cultura musicale – ha concluso Vendola - fa rabbia scoprire che i prodotti musicali hanno una pressione fiscale molto alta perchè vengono considerati prodotti di lusso e commerciali. Ecco penso che queste cose vadano guardate con il microscopio. Invece talvolta la politica è superficiale”.