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Anna Costanzo |
BARI. Non ci fu crudeltà. L'aggravante specifica per l'omicidio della truccatrice di scena del Petruzzelli, Anna Costanzo, va esclusa perche' l'ex fidanzato, quando l'ha uccisa annegandola nella vasca da bagno era erroneamente ''convinto di averla gia' uccisa'' strangolandola.
E' quanto scritto nelle motivazioni della sentenza con cui la Corte d'assise d'appello di Bari ha quasi dimezzato la condanna al 36enne Alessandro Angelillo: dai 30 anni inflitti nel processo di primo grado in abbreviato, a 16 anni e 6 mesi.
Per la Corte "se anche si era accorto che la donna era ancora viva, l'annegamento altro non fu che il mezzo adoperato dall'imputato per cagionare la morte della vittima". Un omicidio scatenato, secondo i giudici, "da un raptus emotivo, innescato dalla circostanza che la donna era rientrata a notte inoltrata nonche' dal fatto che l'imputato sospettava che la stessa avesse intrapreso altra relazione".
Secondo la Corte, Anna Costanzo "non era semplicemente l'amante dell'imputato, era la sua compagna, la consigliera, la persona a cui rivolgersi per chiedere aiuto psicologico. Il ruolo avuto dalla vittima nella vita dell'imputato era la chiave di lettura delle azioni e delle reazioni di Angelillo che temeva di essere abbandonato".