BARI. “Le numerosissime censure che hanno portato oggi il Governo nazionale ad impugnare dinanzi alla Corte Costituzionale la Legge Regionale pugliese 25/2012 sulla Regolazione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, confermano i nostri dubbi e rincarano la dose dei motivi per cui in Consiglio regionale nella seduta del 18 settembre scorso, ci astenemmo e non votammo quella Legge”.
Lo dichiara il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, che aggiunge: “Il filo conduttore delle tante motivazioni dell’impugnativa è quello di una Regione che pretende di fare tutto da sé: in alcune fasi decisive dei procedimenti autorizzativi di nuovi impianti, come la concessione della Via, secondo il Governo, la Legge impugnata limita la partecipazione dei Comuni, in altre, e specie in materia di tutela della concorrenza, è invasiva delle competenze statali.
Tra gli altri motivi di impugnativa vi è quello che più volte abbiamo posto noi, ossia che la Legge non dà certezze normative su chi, come e quando dovrà sostenere i costi del recupero ambientale quando l’attività dell’impianto sarà terminata, quindi parliamo soprattutto di costi legati allo smaltimento delle pale eoliche e dei pannelli fotovoltaici. Per non dire che questo comporterà certamente un aumento del già enorme contenzioso in atto tra Regione e aziende.
In sostanza – conclude Palese – questa impugnativa conferma e rafforza tutte le nostre perplessità, con il risultato che se la Regione non si affretta a correggere la Legge essa sarà quasi certamente bocciata dalla Consulta e nel settore delle rinnovabili torneremo ad avere una giungla senza regole e senza certezze né per coloro che investono in questo settore, né per i territori su cui questi impianti nasceranno, né tantomeno per i cittadini su cui, come sempre, rischiano di ricadere sotto forma di tasse locali, costi per vuoti normativi non certo imputabili a loro”.
Lo dichiara il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese, che aggiunge: “Il filo conduttore delle tante motivazioni dell’impugnativa è quello di una Regione che pretende di fare tutto da sé: in alcune fasi decisive dei procedimenti autorizzativi di nuovi impianti, come la concessione della Via, secondo il Governo, la Legge impugnata limita la partecipazione dei Comuni, in altre, e specie in materia di tutela della concorrenza, è invasiva delle competenze statali.
Tra gli altri motivi di impugnativa vi è quello che più volte abbiamo posto noi, ossia che la Legge non dà certezze normative su chi, come e quando dovrà sostenere i costi del recupero ambientale quando l’attività dell’impianto sarà terminata, quindi parliamo soprattutto di costi legati allo smaltimento delle pale eoliche e dei pannelli fotovoltaici. Per non dire che questo comporterà certamente un aumento del già enorme contenzioso in atto tra Regione e aziende.
In sostanza – conclude Palese – questa impugnativa conferma e rafforza tutte le nostre perplessità, con il risultato che se la Regione non si affretta a correggere la Legge essa sarà quasi certamente bocciata dalla Consulta e nel settore delle rinnovabili torneremo ad avere una giungla senza regole e senza certezze né per coloro che investono in questo settore, né per i territori su cui questi impianti nasceranno, né tantomeno per i cittadini su cui, come sempre, rischiano di ricadere sotto forma di tasse locali, costi per vuoti normativi non certo imputabili a loro”.
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