BARI. E' pronto il piano con il quale il ministero dello Sviluppo Economico e le Regioni Puglia e Basilicata intendono rilanciare il distretto industriale a cavallo tra le due regioni, nelle province di Bari, Matera e Taranto. Era un miracolo del Sud Italia con il polo del legno-arredo e del mobile imbottito, e con l'azienda leader, la Natuzzi, quotata in borsa a Wall Street. Il settore e' in agonia e da tempo chiede un sostegno al Governo.
Il Ministero e le Regioni hanno avviato un percorso che prevede forme di cofinanziamento con fondi stanziati sia a livello centrale che territoriale. Dopo dei tavoli tecnici e delle assemblee con le imprese del territorio, e' pronta la prima bozza del piano di rilancio e riconversione dell'Area Murgiana. Le aziende del territorio interessato hanno presentato programmi di investimenti non solo nel settore un tempo trainante del mobile imbottito ma anche in altri rami del manifatturiero.
Le aziende chiedono azioni di marketing, sostegno all'innovazione del prodotto, internazionalizzazione ed accessibilita' al credito. Quest'ultima esigenza e' stata manifestata soprattutto dalle piccole imprese che rappresentano l'intelaiatura del comparto. Ma c'e' da affrontare, soprattutto, l'emergenza del lavoro perche' stanno per scadere gli ammortizzatori sociali per un numero ingente di persone. E, intanto, altre aziende falliscono o chiudono.
Nell'Area Murgiana, a cavallo tra la Puglia e la Basilicata, da diversi anni e' in crisi perenne il distretto interregionale del mobile imbottito, nato intorno alla leadership mondiale della Natuzzi. L'accordo di programma sul quale stanno lavorando il ministero dello Sviluppo Economico e le due Regioni e' atteso gia' dal 2006 quando ci furono i primi segni della crisi, arrivata in anticipo per l'effetto della globalizzazione e con la "tigre" cinese che occupo' stabilmente i mercati del "made in Italy" con divani a prezzi minori.
Nel momento di maggiore espansione il polo del mobile imbottito della Murgia ha avuto il primato italiano dell'export del salotto. Nel 2002 l'Area Murgiana produceva un fatturato di due miliardi di euro e nel momento "clou" tra occupati diretti ed indiretti il settore annoverava 14.000 unita' lavorative e 550 aziende operanti nel comparto. Il solo "triangolo" del salotto, collocato tra Altamura, Santeramo in Colle (Bari) e Matera contava 4.700 unita' dirette. La zona produttiva si e' poi successivamente allargata alla provincia di Taranto con Laterza e Ginosa ed e' arrivata fino alle porte di Bari.
Per effetto della crisi il distretto e' notevolmente ripiegato, tornando nell'alveo della Murgia, incuneata fra le province di Bari, Matera e Taranto. L'occupazione si e' ridotta ad un terzo ed il numero delle aziende e' sceso a poco piu' di un centinaio. Oltretutto chi e' ancora sul mercato resiste tra notevoli difficolta'. Inoltre una buona parte dei lavoratori ancora occupati beneficia di ammortizzatori sociali come cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale o indennita' di mobilita'.
Il Ministero e le Regioni hanno avviato un percorso che prevede forme di cofinanziamento con fondi stanziati sia a livello centrale che territoriale. Dopo dei tavoli tecnici e delle assemblee con le imprese del territorio, e' pronta la prima bozza del piano di rilancio e riconversione dell'Area Murgiana. Le aziende del territorio interessato hanno presentato programmi di investimenti non solo nel settore un tempo trainante del mobile imbottito ma anche in altri rami del manifatturiero.
Le aziende chiedono azioni di marketing, sostegno all'innovazione del prodotto, internazionalizzazione ed accessibilita' al credito. Quest'ultima esigenza e' stata manifestata soprattutto dalle piccole imprese che rappresentano l'intelaiatura del comparto. Ma c'e' da affrontare, soprattutto, l'emergenza del lavoro perche' stanno per scadere gli ammortizzatori sociali per un numero ingente di persone. E, intanto, altre aziende falliscono o chiudono.
Nell'Area Murgiana, a cavallo tra la Puglia e la Basilicata, da diversi anni e' in crisi perenne il distretto interregionale del mobile imbottito, nato intorno alla leadership mondiale della Natuzzi. L'accordo di programma sul quale stanno lavorando il ministero dello Sviluppo Economico e le due Regioni e' atteso gia' dal 2006 quando ci furono i primi segni della crisi, arrivata in anticipo per l'effetto della globalizzazione e con la "tigre" cinese che occupo' stabilmente i mercati del "made in Italy" con divani a prezzi minori.
Nel momento di maggiore espansione il polo del mobile imbottito della Murgia ha avuto il primato italiano dell'export del salotto. Nel 2002 l'Area Murgiana produceva un fatturato di due miliardi di euro e nel momento "clou" tra occupati diretti ed indiretti il settore annoverava 14.000 unita' lavorative e 550 aziende operanti nel comparto. Il solo "triangolo" del salotto, collocato tra Altamura, Santeramo in Colle (Bari) e Matera contava 4.700 unita' dirette. La zona produttiva si e' poi successivamente allargata alla provincia di Taranto con Laterza e Ginosa ed e' arrivata fino alle porte di Bari.
Per effetto della crisi il distretto e' notevolmente ripiegato, tornando nell'alveo della Murgia, incuneata fra le province di Bari, Matera e Taranto. L'occupazione si e' ridotta ad un terzo ed il numero delle aziende e' sceso a poco piu' di un centinaio. Oltretutto chi e' ancora sul mercato resiste tra notevoli difficolta'. Inoltre una buona parte dei lavoratori ancora occupati beneficia di ammortizzatori sociali come cassa integrazione straordinaria per crisi aziendale o indennita' di mobilita'.
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Economia
Non si può nuotare contro corrente.
RispondiEliminaCiascuna periodo economico corrisponde a un ciclo di vita . Più tempo ci vuole per capire questo, più costoso sono i rimedi.
L'agricoltura e l'artigianato (limitato e di altissima qualità) può permettersi solo chi produce reddito e valore industriale e postindustriale.
Purtroppo, questa regione non è centrale, ma al bordo estremo della Comunità economica europea e gravato da inefficienze significative
La cassa integrazione non può che attualmente tamponare i problemi sociali e ritardare il declino.
Ma ci sono modi per superare questi svantaggi strategici!