Sarah: i testimoni, non vedemmo fioraio. Giacomo a Domenica 5

Roberta Calò. Slitta al 20 Novembre l'udienza di Sabrina Misseri e Cosima Serrano indagate per l'omicidio della giovane Sarah Scazzi in quanto entrambi i difensori, Franco Coppi e Franco De Jaco, avrebbero dichiarato che le donne necessitano di tempo per poter consultare gli atti del processo che le riguardano; Sabrina Misseri in primis avrebbe fatto sapere di volersi documentare per poter poi rispondere alle domande della Corte. L'avvocato Coppi, intanto, fa sapere che Michele Misseri scrive alla figlia quasi una lettera a settimana ma che quest'ultima non avrebbe ricevuto il permesso di poter portare tali documenti in aula:"Siamo in una posizione singolare e drammatica", chiarisce l'avvocato. La Corte di Assise, però, aveva già accolto i quattro memoriali scritti da Michele Misseri, il quale dichiarò: "Sono i miei diari tutto quello che è successo, e tuttora scrivo. Quei quaderni li ho dati a Valentina e le ho detto "fanne quello che vuoi". Uno l'ho scritto quando ero in carcere, gli altri quando sono uscito". In data odierna dovrebbero essere ascoltati i testimoni nominati dal collegio difensivo.

+ I testimoni ritrattano tutto: non vedemmo fioraio

Giacomo Scazzi alle telecamere di Domenica Cinque - Intanto Giacomo Scazzi ospite a domenica Cinque non nasconde le sue perplessità circa l'andamento della vicenda: "Michele l'ha buttata ma non l'ha ammazzata". "Non è stato lui perchè secondo me non ne è capace. Io penso siano state le due donne". In merito alla possibilità che venga fuori la verità da Sabrina Misseri e Cosima Serrano lo stesso chiarisce: "non parleranno mai. Se non lo hanno fatto finora non lo faranno certo al processo. Voglio solo dire loro "Se avete sbagliato, ditelo e basta" ".
L'uomo inoltre ricordando i giorni successivi alla scomparsa racconta: "Siamo andati in giro con mia moglie al mare, in paese a vedere. Ma non c'era niente".  In merito alle accuse che la nipote Sabrina avrebbe rivolto allo zio, Giacomo Scazzi spiega: "voleva solo dare la colpa a me e non a lei. Voleva far pensare che era colpa mia". L'uomo racconta perfino di un episodio in cui la piccola Sarah aveva trovato sul cellulare del padre la foto di una donna e lui le aveva spiegato: "Avevo comprato il telefono dai mercatini e c'erano le foto già dentro".
Giacomo Scazzi, affranto e distrutto dal dolore, non nega di provare rabbia quando incontra il cognato Michele per le strade di Avetrana ma afferma: "Io lo so però purtroppo mi sento male se lo vedo ma di più di quello non posso, è la legge".


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