Studenti in Consiglio regionale per la Giornata mondiale dei diritti dei minori

BARI. “Siamo cittadini di oggi e vogliamo essere ascoltati”:  lo hanno affermato con forza gli studenti delle scuole superiori pugliesi riuniti oggi pomeriggio nell’aula del Consiglio regionale della Puglia in occasione della 23esima Giornata internazionale per i diritti dei bambini e degli adolescenti. Una data significativa in cui si ricorda la firma della Convenzione Onu avvenuta il 20 novembre 1989, e che l’Ufficio del Garante dei Minori della Puglia ha voluto celebrare con il convegno “Dalla PARTEcipazione alle protezione delle ragazze e dei ragazzi” organizzato in collaborazione con l’Unicef Puglia e l’Ufficio scolastico regionale e al qaule hanno partecipato i ragazzi provenienti dagli istituti “Vico” di Laterza, “Platone- Da Vinci” di Cassano delle Murge, “Bianchi Dottula” e “Marconi di Bari.

Obiettivo  dell’iniziativa, sensibilizzare i ragazzi sui temi del rispetto e della tutela dei loro diritti, attraverso un momento di incontro e di riflessione sulle criticità che ancora ostacolano la piena esigibilità dei diritti da parte dei minori: diritto di cittadinanza, diritto alla partecipazione, diritto alla protezione da abusi e violenze.

Significativa anche la scelta della location: il confronto si è svolto nell’aula consiliare, spazio simbolico in quanto luogo delle decisioni degli adulti, offerto per l’occasione al protagonismo e alla soggettività delle cittadine e dei cittadini più giovani.

Ad avviare il dibattito, la Garante dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza della Regione Puglia, Rosy Paparella, che insieme al presidente Unicef Puglia, Silvana Calaprice e alla referente dell’Ufficio scolastico regionale Rossella Diana, ha insistito sull’importanza della “partecipazione” intesa nella doppia accezione di “fare la propria parte” e “prendere” parte alla comunità sociale, come uno dei più importanti fattori di protezione e prevenzione.

“L’Italia - ha spiegato la Paparella - è un Paese in cui è ancora difficile per i più giovani far sentire la propria voce, esprimersi su ciò che accade intorno a loro: quella di oggi vuole essere un’occasione per sperimentare questo diritto e per riflettere anche sulle disparità, sulle violenze che purtroppo colpiscono molti minori”.
La Garante ha poi ammonito i ragazzi sui pericoli “nuovi” che vengono dal web. “Strumenti che, però, devono essere più diffusi, più conosciuti anche da chi è chiamato ad applicarli, dalle persone che lavorano a contatto con i bambini".
Un pensiero è stato poi rivolto alle piccole vittime di Gaza, e a tutti i figli di immigrati, nati in Italia, ma ai quali lo Stato non riconosce il diritto di cittadinanza.

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