TARANTO. "E' necessario fare chiarezza su quanto accaduto a Taranto, accertando al piu' presto tutte le eventuali responsabilita'. La morte di un paziente e' sempre sconvolgente, ma non deve in nessun caso essere trasformata in un pretesto per alimentare un clima di caccia alle streghe ai danni di medici, infermieri e tecnici. Un clima che da tempo si respira nel nostro Paese, indebolendo sempre di piu' il rapporto di fiducia tra gli operatori sanitari, i malati e le loro famiglie". A sostenerlo Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale oggi in Puglia per alcune iniziative pubbliche, dopo la morte di una donna di 40 annua a Taranto e l'apertura delle indagini su 24 medici.
"D'altro canto, a mio parere, i medici devono tornare a porsi in ascolto - aggiunge Marino - maggiore e' la capacita' di coinvolgere il paziente nelle decisioni che lo riguardano, piu' cresce la fiducia reciproca. Ogni medico dovrebbe conoscere i risultati degli studi scientifici sul valore della comunicazione nel rapporto con il paziente. Ne esistono moltissimi: secondo una ricerca pubblicata gia' nel 1997 su Jama (Journal of the American Medical Association), la durata media delle visite dei medici di base, che non avevano avuto conflitti legali con i propri pazienti, era di circa tre minuti superiore a quella dei medici che invece erano stati denunciati (18,3 contro 15 minuti)".
"Tuttavia, e' chiaro che questo quadro di crescita e valorizzazione del rapporto medico-paziente, non e' praticabile in un Paese come il nostro dove il blocco del turn over e i tagli al Fondo sanitario nazionale stanno distruggendo la sanita' pubblica. L'impoverimento progressivo del nostro Servizio Sanitario Nazionale -conclude- scoraggia e immobilizza medici, infermieri e tecnici che finiscono schiacciati tra uno Stato che non se ne cura e cittadini giustamente esasperati che li incolpano di disservizi e inefficienze".
"D'altro canto, a mio parere, i medici devono tornare a porsi in ascolto - aggiunge Marino - maggiore e' la capacita' di coinvolgere il paziente nelle decisioni che lo riguardano, piu' cresce la fiducia reciproca. Ogni medico dovrebbe conoscere i risultati degli studi scientifici sul valore della comunicazione nel rapporto con il paziente. Ne esistono moltissimi: secondo una ricerca pubblicata gia' nel 1997 su Jama (Journal of the American Medical Association), la durata media delle visite dei medici di base, che non avevano avuto conflitti legali con i propri pazienti, era di circa tre minuti superiore a quella dei medici che invece erano stati denunciati (18,3 contro 15 minuti)".
"Tuttavia, e' chiaro che questo quadro di crescita e valorizzazione del rapporto medico-paziente, non e' praticabile in un Paese come il nostro dove il blocco del turn over e i tagli al Fondo sanitario nazionale stanno distruggendo la sanita' pubblica. L'impoverimento progressivo del nostro Servizio Sanitario Nazionale -conclude- scoraggia e immobilizza medici, infermieri e tecnici che finiscono schiacciati tra uno Stato che non se ne cura e cittadini giustamente esasperati che li incolpano di disservizi e inefficienze".