BARI. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Bari, Michele Parisi, ha rinviato a giudizio 14 imputati mentre altri tre hanno chiesto e ottenuto di poter essere giudicati con il rito abbreviato nell'ambito di una inchiesta su una presunta truffa ai danni di tre assicurazioni messa in atto mediante incidenti stradali fantasma, l'alterazione dei danni fisici riportati e certificati medici falsi. Tutto era finalizzato ad ottenere indebiti risarcimenti. Il processo comincera' il primo marzo 2013. Tra gli imputati c'e' anche un notaio.
La presunta truffa si aggirerebbe attorno ai 220mila euro. Nel gennaio scorso furono arrestate tre persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata alle truffe: il consulente legale, L.L., 37 anni di Bari, A.T., 38 anni di Bari e P.F. (che ha gia' patteggiato).
L'udienza e' fissata per il 20 febbraio. Tra gli imputati ci sono anche cittadini che avrebbero accettato di partecipare al raggiro per pochi euro fingendo di essere stati coinvolti negli incidenti o dando la loro falsa testimonianza.
Sono un centinaio i presunti falsi sinistri sui quali la magistratura ha indagato. Il modus operandi sarebbe stato sempre lo stesso: sul luogo dell'incidente non sarebbe mai stato richiesto l'intervento delle forze dell'ordine, in modo da non avere testimoni e poter alterare la dinamica, sarebbero stati predisposti falsi referti anche attraverso il coinvolgimento di medici compiacenti e sarebbero stati utilizzati falsi testimoni.
La presunta truffa si aggirerebbe attorno ai 220mila euro. Nel gennaio scorso furono arrestate tre persone, accusate di associazione per delinquere finalizzata alle truffe: il consulente legale, L.L., 37 anni di Bari, A.T., 38 anni di Bari e P.F. (che ha gia' patteggiato).
L'udienza e' fissata per il 20 febbraio. Tra gli imputati ci sono anche cittadini che avrebbero accettato di partecipare al raggiro per pochi euro fingendo di essere stati coinvolti negli incidenti o dando la loro falsa testimonianza.
Sono un centinaio i presunti falsi sinistri sui quali la magistratura ha indagato. Il modus operandi sarebbe stato sempre lo stesso: sul luogo dell'incidente non sarebbe mai stato richiesto l'intervento delle forze dell'ordine, in modo da non avere testimoni e poter alterare la dinamica, sarebbero stati predisposti falsi referti anche attraverso il coinvolgimento di medici compiacenti e sarebbero stati utilizzati falsi testimoni.
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