BARI. “L’augurio è che si tratti solo di una provocazione, di una decisa presa di posizione contro i tagli scriteriati di un Governo che così rischia di negare anche i servizi minimi, come la manutenzione ordinaria, alle scuole. Ma, qualora si passasse dalle parole ai fatti, lo spegnimento dei riscaldamenti negli istituti minacciato dalle Province rappresenterebbe un caso gravissimo di interruzione di un servizio pubblico essenziale”.
Giovanni Verga, Segretario Generale della UIL Scuola Puglia, ribadisce come “non sia plausibile portare la battaglia politica su un terreno minato e inviolabile come quello della sicurezza dei ragazzi”.
“I giovani studenti – prosegue – non possono pagare il dazio di una classe dirigente che continua colpevolmente a snobbare l’universo scolastico e formativo, riducendogli giorno dopo giorno l’ossigeno fino all’asfissia. Una scuola che produce giovani poco competitivi sul panorama universitario e lavorativo nazionale ed estero è sinonimo di un Paese non in grado di competere con le grandi potenze europee ed internazionali. La qualità della formazione deve essere la pietra miliare di una nazione che punta alla crescita dopo cinque anni di profonda crisi, eppure si continua a costringere gli addetti ai lavori a organizzare le così dette nozze con i fichi secchi”.
Ma, beghe politiche a parte “è il sistema scuola, pugliese e nazionale, che necessita di un cambio di rotta a 360 gradi. Non si può continuare a fare affidamento esclusivamente sullo spirito di sacrificio e sul senso del dovere dei collaboratori, dei docenti e dei dirigenti scolastici, mentre a colpi di ddl si coltiva e si incentiva il precariato, in tutti i sensi. La verità è che una scuola che non può permettersi di pagare la bolletta del gas non è degna di un Paese civile”.
Giovanni Verga, Segretario Generale della UIL Scuola Puglia, ribadisce come “non sia plausibile portare la battaglia politica su un terreno minato e inviolabile come quello della sicurezza dei ragazzi”.
“I giovani studenti – prosegue – non possono pagare il dazio di una classe dirigente che continua colpevolmente a snobbare l’universo scolastico e formativo, riducendogli giorno dopo giorno l’ossigeno fino all’asfissia. Una scuola che produce giovani poco competitivi sul panorama universitario e lavorativo nazionale ed estero è sinonimo di un Paese non in grado di competere con le grandi potenze europee ed internazionali. La qualità della formazione deve essere la pietra miliare di una nazione che punta alla crescita dopo cinque anni di profonda crisi, eppure si continua a costringere gli addetti ai lavori a organizzare le così dette nozze con i fichi secchi”.
Ma, beghe politiche a parte “è il sistema scuola, pugliese e nazionale, che necessita di un cambio di rotta a 360 gradi. Non si può continuare a fare affidamento esclusivamente sullo spirito di sacrificio e sul senso del dovere dei collaboratori, dei docenti e dei dirigenti scolastici, mentre a colpi di ddl si coltiva e si incentiva il precariato, in tutti i sensi. La verità è che una scuola che non può permettersi di pagare la bolletta del gas non è degna di un Paese civile”.