Università: sedici parlamentari pugliesi del centrodestra scrivono al Ministro Profumo.

BARI. Università, sedici parlamentari pugliesi del centrodestra scrivono al Ministro Profumo perché intervenga in favore del sistema universitario italiano, in particolare degli Atenei del Sud, messi a dura prova dal decreto sulla spending review e penalizzati nonostante l’ eccellenza riconosciuta nelle classifiche internazionali.

Obiettivo: fare in modo che “il Governo prenda atto della situazione di forte sperequazione a danno degli Atenei del Mezzogiorno e si faccia carico della soluzione di un problema che, nel frattempo, si è arricchito di un nuovo capitolo. Nonostante ci siano al momento ancora oltre 400 idonei alla prima fascia e circa 800 idonei alla seconda fascia in attesa di prendere servizio, il Ministero il 27 luglio scorso ha infatti pubblicato il bando per l’apertura delle nuove procedure di idoneità, un sistema complesso e costoso che, secondo le stime, produrrà tra 6mila e 10mila abilitati, sempre che il meccanismo si affidi a criteri equi e condivisi. Non è accettabile che si aprano nuovi concorsi mentre si tengono fuori dal sistema oltre mille idonei, con conseguenti pesanti discriminazioni di natura personale, territoriale e di genere”.

A darne notizia il sen. del Pdl Luigi d’Ambrosio Lettieri, promotore dell’iniziativa e primo firmatario della lettera inviata stamane al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, firmata anche dai senatori del Pdl Amoruso, Costa, Cosimo Gallo, Licastro Scardino, Mazzaracchio, Morra, Nessa, Saccomano e Poli Bortone (Io Sud) e dai deputati Di Cagno Abbrescia, Distaso, Fucci, Lazzari, Sisto e Vitali.

I parlamentari fanno riferimento al ripristino del blocco totale del turnover imposto da diversi anni a 16 atenei, 13 dei quali nel Mezzogiorno, rimosso appena qualche mese prima dal decreto 49/2012, con la prospettiva di offrire agli atenei meridionali una piccola boccata d’ossigeno. Piccola in quanto, a fronte di una sofferenza documentata  (il 30% del personale cessato dal servizio mai sostituito), il sistema ha continuato comunque a premiare le sedi ricche, quelle cioè che negli anni avevano garantito un turnover del 50% e che, con il decreto 49, continuavano a godere di margini molto elevati, in genere tra il 30 e il 50% e, in alcuni casi, anche oltre. Per non parlare delle tasse, per le quali molti Atenei hanno violato il limite del 20% imposto dalla legge. Ai 16 atenei bloccati veniva, invece, riconosciuta la possibilità di utilizzare il 10 o il 20% delle risorse generate dalle cessazioni del 2011.

“Insomma, le briciole”, stigmatizzano gli esponenti di centrodestra, “Briciole che ora sono di nuovo messe in discussione, in quanto il decreto emanato dal Governo sulla spending review, nel fissare il vincolo alla utilizzazione delle risorse a livello di comparto al 20% per il periodo 2012-2014, tende - di fatto nell'interpretazione ministeriale - a privilegiare le sedi universitarie del nord in quanto le stesse continueranno, nel complesso, a utilizzare oltre il 30% del turnover, mentre quelle più povere scenderanno a percentuali irrisorie”.

“Il risultato sarà catastrofico: dopo anni di blocco delle assunzioni, di fatto i pensionamenti delle sedi del Mezzogiorno andrebbero ad alimentare le prese di servizio dei docenti delle Università del Nord”, avvertono i parlamentari pugliesi.

Tra le altre richieste inviate al Ministro, nell’ottica di sostegno al sistema universitario del Mezzogiorno, quella di agevolare e velocizzare l'applicazione di quanto previsto dall'art. 3 della Riforma Gelmini, in riferimento alla costituzione delle Federazioni tra Atenei, percorso già convintamente avviato dalle Università di Puglia, Basilicata e Molise ancor prima che fosse previsto dalla richiamata norma.

“Attendiamo, infine,”, concludono i parlamentari di centrodestra, “di essere rassicurati sull'attesa sottoscrizione con gli Atenei del Mezzogiorno degli accordi di programma a beneficio dei quali, come espressamente previsto dal Piano Sud varato dal Governo nel 2010, la delibera CIPE 78/2011 stanziò un miliardo di euro: preziose risorse ancora non utilizzate che i territori del Mezzogiorno aspettano da tempo per riscattare se stessi da ingiustificate quanto insopportabili discriminazioni”.

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