2013, vestiremo “AndU?” Lecce alla conquista del fashion

Francesco Greco. Come vestiremo nel 2013? Elementare, Watson: “AndU?”. E’ il nome del progetto realizzato dal gruppo “Us132” (la somma degli anni delle giovani stiliste) dell’Accademia di Moda Calcagnile di Lecce per la 9a edizione di Lecce Fashion Weekend, appena presentata negli spazi “Lato” di Corigliano d’Otranto. L’Accademia di Costume e Moda è nata nel 1984 dalla visione pioneristica della fondatrice Rosanna Calcagnile (nella foto al centro, alle spalle Santa Scioscio e il gruppo “Us”) nell’intento di creare un centro di Alta Formazione per studenti provenienti ogni anno da tutte le parti del mondo. Diviene in breve tempo un luogo di esplorazione artistica senza lacci e senza confini per aziende desiderose di aggiornarsi e per coloro che intendono formarsi realizzandosi nel campo del cinema, la moda e il design. Nel 1992 ha fondato l’Associazione culturale RC e collabora con le istituzioni per lo sviluppo socio-culturale del territorio. E’ stata eletta consigliere comunale nel 1994 nel comune di Copertino con delega alle pari opportunità, alla cultura e presidente delle commissioni per i servizi sociali. Tra i riconoscimenti “medaglia d’oro” al merito del lavoro, premio A.N.I.O.C., maggio 2008.

   Cerchiamo di sapere di più su “AndU?” e i trend del 2013. Nella sede dell’Accademia, nel cuore di Lecce (Galleria Mazzini), apre il direttore amministrativo Aldo Urso, il marito, che da sempre la sostiene e lavora al suo fianco. Poi, nel suo studio, accolti dalla proverbiale disponibilità da Rosanna, beviamo un caffè e comincia l’intervista.

Domanda: La sua scuola ha un solido nome ormai nel panorama mondiale: arrivano a Lecce ragazze desiderose di imparare dalla Colombia, lo Sri Lanka, il Brasile, la Bulgaria, la Spagna...

Risposta: “Il fine della formazione in una scuola di moda è quello di arricchire l’esperienza dei corsisti aumentando le occasioni d'osservazione della realtà e il confronto con i materiali realizzativi, che non sono mai un limite ma, al contrario, uno stimolo nel favorire l’ ideazione e la realizzazione di una collezione”.

D. “AndU?” nello slang giovanile significa “and you?” (e tu?). Quale la genesi dell’idea?

R. “Il progetto è nato dalla contingenza di energia sinergica, dalla voglia di voler interagire, un’esperienza condivisa da parte di 4 ragazze, in quest’occasione mosse dal desiderio di essere voce di un "codice comunicativo": abiti che muovono parole…”.

D. Una concezione soggettiva della creatività applicata al design...

R. “Punto di partenza è la convinzione che l’abbigliamento è "espressione". E’ un’azione che impegna tutte le componenti della personalità. Ma anche l’opportunità di valorizzazione se stessi, dell’incontro con gli altri, la rappresentazione di sé agli altri. Le giovani stiliste si riconoscono nella loro individualità e nel loro sentirsi gruppo”.

D. “AndU?” è un’idea di gruppo, quindi fate sistema e avete la stessa percezione del reale confuso che stiamo vivendo…

R. “Per AndU? si sono unite con l’urgenza di dire Marta Caretto, Monica Centonze, Arianna Fratello, Irene Quarta, sostenute da un team esecutivo costituitosi nell’Accademia con Alessandra Campana, Marco Pecoraro, Rosanna Marenaci. Tutte le competenze creative e realizzative hanno agito simultaneamente. Si sono distinte le varie attività e le operazioni relative alla progettazione: dall’ideazione, alla visualizzazione dei bozzetti individuali; dalla valutazione delle comuni visioni, al libero confronto fino al raggiungimento di un’unica visione”.

D. Dunque, una fashion sociale, di denuncia della nostra realtà quotidiana…

R. “AndU?” invita a riflettere. Una riflessione dal sapore duro e al tempo stesso fiducioso: denuncia la crisi, la depressione economica e morale. Un’analisi della passività conscia che si realizza in attività critica con il manifestarsi creativo. Le stiliste raccontano senza pudori il loro stato di annichilimento, prostrazione, ieraticità, soffocamento, ponendo l’interrogativo: "And you, what will you do?" (E tu? Cosa farai?). Questo il loro “esercizio critico”.

D. Una denuncia contro l’abbrutimento espresso da titoli di giornale stampati sulle stoffe…

R. “L’aspetto grafico creativo ha un valore determinante all’interno del racconto della collezione “AndU?”. Mostra “parole in movimento” che, nell’impatto confusionario, urlano nefandezza, corruzione, abusi. Le parole sulle superfici e le linee sobrie definiscono un’eleganza che mira all’equilibrio e alla giustizia. Una pulizia nel disegno che "spera" nel futuro. Le nostre giovani stiliste coltivano la sensazione di un futuro ottimistico”.

D. A questa kermesse non è stata da meno la partecipazione di altri studenti della sua Accademia...

R. “Altri due straordinari giovani creativi sono stati scelti per presentare i loro lavori ed esprimersi in quest’esperienza. La prima è Chiara Dinoi, fashion designer che ha portato una mini-collezione dal titolo "Le bon-rock" consigliata a giovani donne determinate, con un po’ di  malizioso romanticismo. Nascono così da un lavoro di restyling capi unici che traducono l’ispirazione contrastata delle linee Anni ’50 e dei dettagli ribelli. Tommaso De Matteis invece è modellista presso la "Danys collection", l’azienda di famiglia che investe nel sogno del ragazzo desideroso di affermare il suo brand.  E’ stato presente con 'Ready to wear'”. Tommaso pensa per l'uomo metropolitano lo stile "easy" ideando su t-shirt over stampe personalizzate e sui jeans extra slim ripropone  "finiture cimosate" del passato. Le lavorazioni  "used look" e  finissaggi unici "hand made" innovano e omaggiano il lavoro dell'artigiano. Apprezzati dalla critica "vera" e soddisfatti, gli stilisti di già, si apprestano ad affrontare le nuove ricerche che porteranno alla prossima edizione di L.F.W. mentre sulla scia dell’entusiasmo in cantiere stanno per essere selezionate nuove leve”.

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