Censis: d'Ambrosio Lettieri, fotografia italiani inquietante

BARI. “Il rapporto del Censis sulla situazione sociale del Paese fotografa una realtà che merita una attenzione particolare da parte del Governo, del Parlamento e della politica in generale.
Tra i molti punti toccati dal rapporto, su tre in particolare occorrerebbe riflettere: da una parte lo smottamento del ceto medio. Il 73% delle famiglie italiane va alla ricerca di alimenti poco costosi e di offerte. In pratica, sono allo stremo e il ceto medio, spina dorsale della società italiana, mostra un complessivo cedimento con una caduta verticale della quota di ricchezza che passa in pochi anni dal 66,4% al 48,3%". Lo dichiara in una nota il sen. del Pdl Luigi d’Ambrosio Lettieri, segretario Commissione Sanità del Senato
"Gli altri due - prosegue d'Ambrosio Lettieri - riguardano la crisi della politica e la corruzione cui gli italiani guardano con rabbia e sgomento. L’87%, infatti, pensa che clientele e sprechi rappresentino un problema grave nel nostro Paese.  E non può passare inosservato il fatto che oltre il 25% della popolazione vive nella paura di perdere il lavoro, mentre oltre il 35% tema la non autosufficienza e la malattia. Di fronte alle evidenti difficoltà del sistema sanitario nazionale ad assicurare i livelli essenziali di assistenza anche e soprattutto in prospettiva, legate soprattutto alla incapacità di tagliare gli sprechi per garantire i servizi, gli italiani si sentono sempre più soli.
Mai, dunque, come in questo momento, la politica è chiamata  ad atti responsabili e chiari, che favoriscano la coesione sociale senza cavalcare la legittima protesta degli italiani in maniera populista, ma sapendo interpretarla attraverso la proposta di soluzioni credibili e impegno concreto.
Questa protesta senza rappresentanza, questo senso di smarrimento, di rabbia e frustrazione è un grido di dolore che deve trovare risposte serie, non certo pannicelli caldi dettati dalle contingenze elettorali, come purtroppo sta avvenendo in Puglia dove si fa finta di alleggerire una pressione fiscale intollerabile, lasciando stretti i nodi delle vere tasse e continuando a gestire la cosa pubblica come fosse il pozzo cui far abbeverare chi si è assetato lavorando nelle fabbriche del consenso e della propaganda”, conclude il senatore del Pdl.

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