E' italiana la pizza più grande del mondo


ROMA. Si chiama “Ottavia”, la pizza tonda senza glutine più grande del mondo. Il record è stato raggiunto questo pomeriggio, dai “Record Pizza Men” di NIPfood, entrando ufficialmente nel Guinness World Record, con certificazione immediata avvenuta alla presenza dei giudici Marco Frigatti, Lorenzo Veltri e Lucia Sinigagliesi. Una pizza di 40 metri di diametro, realizzata al 100% gluten free con oltre 9.000 kg di farina senza glutine. Main sponsor dell’iniziativa Schär e DS – gluten free, brand del gruppo Dr. Schär, leader nel mercato europeo del senza glutine.

Numeri da primato, produzione da record e un team da guinness agguerritissimo, se si pensa che l’evento è stato organizzato da NIPfood e Fiera di Roma in soli 40 giorni di cui oltre 15 giorni spesi per allestire la struttura montata in un’area di oltre 1.200 mq.

OTTAVIA sarà realizzata all’interno del Padiglione 12 della nuova Fiera di Roma, dedicato all’evento, in concomitanza della giornata inaugurale della manifestazione fieristica Arti & Mestieri Expo.

OTTAVIA è stata una grande impresa, sia per le quantità dei prodotti lavorati, sia per i tempi brevissimi di assemblaggio. Per l’impasto sono stati utilizzati 9.000 kg di farina Schär e DS – gluten free, lavorati con 4.500 kg di acqua e 135 kg di lievito. La pizza tonda più grande del mondo senza glutine, realizzata dai Record Pizza Men di NIPfood, ha coperto un’area di oltre 1.200 mq per 40 metri di diametro, composta da 5.234 lastre d’impasti assemblati sul piatto e cotti insieme sul posto ottenendo un’unica base omogenea perfettamente rotonda, condita con 4.000 kg di pomodoro Cirio, 4.000 kg di Mozzarella Francia Latticini, 190 kg di olio, 675 kg di margarina, 250 kg di sale marino, 100 kg di rucola, 125 kg di Parmigiano Reggiano, 25 kg di Aceto Balsamico dop. OTTAVIA pesava 23.250 kg ed è stata cotta con attrezzature speciali attualmente non in commercio: delle lance termiche con temperatura monitorata tra i 300° e i 500°, progettate e assemblate appositamente da NIPfood.

Il team dei “Record Pizza Men”, che riprende il nome del sito internet dedicato all’iniziativa www.recordpizzamen.it, è formato da Dovilio Nardi ideatore dell’evento, sostenitore e progettista insieme ad Andrea Mannocchi di tutto il sistema produttivo di OTTAVIA, dai due giovani Matteo e Marco Nardi, che hanno studiato la ricetta speciale, l’impasto e la lievitazione e da Matteo Giannotte che contribuirà alla produzione della grande pizza.

Il record da battere era quello stabilito nel 1990 in Sudafrica dall’ipermercato Norwood Pick'n Pay. Secondo il Guinness Book of Records, la pizza più grande al mondo (quella era con glutine) aveva un diametro di 37.4 metri ed era stata prodotta utilizzando 4.500 kg di farina, 1.796 kg di formaggio, 900 kg di salsa di pomodoro, 800 kg di funghi e 900 kg di pomodoro a fette.

Perché un guinness con la pizza, perché OTTAVIA e soprattutto perché senza glutine? Dovilio Nardi spiega: “La pizza, piatto ambasciatore della cucina made in Italy in tutto il mondo, ha origini molto antiche con oltre tremila anni di storia. Già nell’antico Egitto era usanza celebrare il compleanno del Faraone, mangiando una “schiacciata di farina” condita con erbe aromatiche.

“OTTAVIA”, nome di origine romana, significa “Ottavo figlio” ed è un omaggio al primo imperatore romano Ottaviano Augusto, simbolo di una svolta epocale nella storia di Roma, e dell’ingresso in un periodo di grande fermento economico e culturale: per questa ragione OTTAVIA si candida ad essere emblema di buon auspicio per la ripresa di tutti i Paesi.

E’ stato deciso di produrre OTTAVIA 100% senza glutine, per ricordare e sottolineare come le diagnosi di celiachia, l'intolleranza alimentare al glutine più frequente a livello mondiale, siano in continuo aumento. Secondo i recenti dati contenuti nella relazione 2011 del Ministero della Salute, in Italia, ad oggi i celiaci diagnosticati risultano 135.800, troppo pochi però rispetto al numero di celiaci presumibilmente presenti, se si considera che questa patologia ha una prevalenza stimata dell'1%.

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