Ilva: azienda rientra in possesso impianti. Nuovo ferito

Ore di tensione tra politica e magistratura dopo il dl Salva-Ilva
TARANTO. La Procura di Taranto ha emesso un provvedimento con il quale reimmette l'Ilva nel possesso degli impianti sequestrati il 26 luglio per disastro ambientale, così come chiesto ieri dall'azienda in base al decreto legge del 3 dicembre. Il provvedimento - si apprende da fonti giudiziarie - non e' da considerare un dissequestro. La procura sta ora valutando la seconda istanza Ilva di ieri, quella di reimmissione in possesso dei prodotti semilavorati sequestrati sulle banchine del porto.


"E' una cosa assolutamente normale, va bene. I magistrati stanno applicando la norma, non c'é nulla di straordinario". Lo ha detto all'ANSA il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, interpellato sulla decisione della magistratura di Taranto di mettere a disposizione dell'Ilva gli impianti 'a caldo' sequestrati il 26 luglio, applicando il decreto legge pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, come richiesto ieri dalla proprietà dello stabilimento di Taranto.
Si preannuncia uno scontro tra magistratura e istituzioni politiche. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha emanato ieri sera il decreto legge recante "disposizioni urgenti a tutela della salute, dell'ambiente e dei livelli di occupazione in caso di crisi di stabilimenti industriali di interesse strategico nazionale" nel testo trasmesso oggi dalla Presidenza del Consiglio.

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I legali dell'azienda, intanto, hanno depositato alla Procura di Taranto due istanze con le quali chiedono l'esecuzione del nuovo decreto legge, consentendo all'azienda di rientrare in possesso degli impianti e dei prodotti sequestrati.

L'Ilva ha anche rinunciato alla pronuncia del tribunale del Riesame sull'istanza di dissequestro del prodotto finito e semi lavorato che avrebbe dovuto essere discussa il 6 dicembre. La procura entro 24 ore puo' decidere sull'istanze odierne dell'Ilva o inviarle al gip.

(Foto: Corrado Clini, ministro dell'Ambiente)

CLINI, NESSUNO IMPEDISCA RISANAMENTO - "Mi interessa far ripartire l'azione di risanamento e mi auguro che nessuno si opponga a questo obiettivo che è sempre più urgente". Così, il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, interpellato su un'eventuale azione della magistratura sul decreto legge sull'Ilva pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. "Io sto alla legge ed è quella pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Se qualcuno vuole rispettarla non è questo di cui mi occupo. Mi interessa far ripartire il risanamento".

I legali dell'Ilva hanno depositato alla Procura di Taranto una istanza con la quale chiedono l'esecuzione di quanto contenuto nel decreto legge entrato in vigore ieri, consentendo all'azienda di rientrare in possesso degli impianti sequestrati. L'Ilva ha rinunciato all'istanza di dissequestro del prodotto finito e semi lavorato, istanza che doveva essere discussa dinanzi al tribunale del Riesame il 6 dicembre prossimo. La rinuncia è stata depositata dal'avvocato Egidio Albanese contestualmente al deposito in Procura di una istanza per l'attuazione del decreto legge firmato ieri.

SEBASTIO, SITUAZIONE COMPLICATA - Avete deciso che cosa fare? "E' opportuno che noi non ci pronunciamo. La questione è complicata". Così il procuratore di Taranto, Franco Sebastio, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se ci fossero decisioni sulle strade che la magistratura intende intraprendere sul decreto legge sull'Ilva. Il decreto 'salva Ilva' è stato approvato nei giorni scorsi dal consiglio dei ministri e oggi è alla firma del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. La procura ionica sta valutando due strade: chiedere al giudice che sia proposta una questione di legittimità costituzionale del decreto legge o sollevare conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione allo stesso decreto. L'occasione potrebbe essere l'udienza del 6 dicembre prossimo dinanzi al tribunale del Riesame sulla richiesta dell'Ilva di dissequestrare il prodotto finito e semilavorato giacente sulle banchine del porto, al quale sono stati posti i sigilli il 26 novembre scorso. Al procuratore Sebastio è stato anche chiesto come si stia affrontando la questione: "Siamo cinque colleghi - ha risposto - che lavoriamo".

Nel frattempo è stato "appena nominato ai vertici dell'azienda, ho chiesto al prefetto Bruno Ferrante di chiudere i contenziosi che hanno contrapposto l'azienda al ministero dell'Ambiente, accolti dal Tar di Lecce che aveva in gran parte annullato l'Autorizzazione Integrata Ambientale dell'agosto 2011 ed il piano di bonifiche dei suoli previsto dal ministero". Sono le parole del ministro dell'Ambiente Corrado Clini sul caso Ilva, intervistato da La Stampa.

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"L'azienda ha accettato di dare applicazione all'Aia che ho rilasciato il 26 ottobre e ha presentato un impegnativo piano di interventi che abbiamo appena approvato il 16 novembre. Tutto era pronto per partire, senza contenziosi". "La situazione è precipitata lunedì scorso quando le disposizioni del Gip hanno bloccato nei fatti tutto lo stabilimento. Senza questo provvedimento, il 26 novembre sarebbero partiti i primi interventi previsti dalle prescrizioni dell'Aia. E' un dato di fatto, con il rischio che l'azienda abbia un alibi per rimettere in discussione gli impegni presi".

PASSERA, AZIENDA DEVE INVESTIRE IN BONIFICHE - "Con il decreto chiediamo un impegno fortissimo all'azienda, che deve mettere in campo miliardi di investimenti per bonificare la produzione e l'ambiente. Ma non ci accontentiamo di impegni teorici. Quegli investimenti devono essere fatti: ora l'Aia è legge, e l'azienda ha l'obbligo di rispettarla". Così Corrado Passera, Ministro delle Infrastrutture e dllo Sviluppo Economico, intervistato da Repubblica sul caso Ilva.

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