BARI. La spesa sociale è la Cenerentola dei conti pubblici nella politica di rigore imposta dal governo tecnico. È una delle criticità nel rapporto tra lo Stato e gli enti locali messe in risalto dal presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna nell’incontro con la delegazione della Commissione di monitoraggio del Congresso dei poteri locali e regionali del Consiglio d’Europa, sull’attuazione della “Carta delle autonomie locali”.
Con Introna, hanno risposto alle domande dei relatori (Knud Andersen, danese, Marina Bespalova, russa e il consulente del Segretariato Chris Hisworth) l’assessore agli enti locali Marida Dentamaro, il consigliere segretario Longo e i capigruppo Damone, Decaro e Palese.
Dopo quella del 1997, è la seconda visita in Italia di una struttura del Consiglio d’Europa (47 gli Stati membri dell’organismo paneuropeo, 200mila le autorità locali complessive), per verificare lo stato della democrazia territoriale e del decentramento. La Carta europea dell’autonomia locale è lo strumento giuridico per garantire il rispetto di uno standard minimo di diritti fondamentali dell’autonomia locale in Europa.
“Una missione di monitoraggio opportuna e tempestiva”, ha commentato Introna, in un momento particolare del confronto tra il Governo nazionale, Parlamento e autonomie. “Gli enti locali soffrono un’agibilità molto ridotta rispetto al passato, in tempi di spending review e di rispetto del patto di stabilità che limitano la spesa sul territorio, falcidiando soprattutto il welfare e l’assistenza ai deboli”.
Anche le Regioni, come gli altri soggetti istituzionali decentrati, ha osservato l’assessore Dentamaro, vedono messo in discussione uno dei principi della “Carta”: la disponibilità di risorse “sufficienti e proporzionate alla mole delle competenze”.
Altra nota dolente, indicata dal presidente Introna, le scelte governative in materia di Province: “soppresse, non soppresse, depotenziate, accorpate: un pasticcio all’italiana”.
Con Introna, hanno risposto alle domande dei relatori (Knud Andersen, danese, Marina Bespalova, russa e il consulente del Segretariato Chris Hisworth) l’assessore agli enti locali Marida Dentamaro, il consigliere segretario Longo e i capigruppo Damone, Decaro e Palese.
Dopo quella del 1997, è la seconda visita in Italia di una struttura del Consiglio d’Europa (47 gli Stati membri dell’organismo paneuropeo, 200mila le autorità locali complessive), per verificare lo stato della democrazia territoriale e del decentramento. La Carta europea dell’autonomia locale è lo strumento giuridico per garantire il rispetto di uno standard minimo di diritti fondamentali dell’autonomia locale in Europa.
“Una missione di monitoraggio opportuna e tempestiva”, ha commentato Introna, in un momento particolare del confronto tra il Governo nazionale, Parlamento e autonomie. “Gli enti locali soffrono un’agibilità molto ridotta rispetto al passato, in tempi di spending review e di rispetto del patto di stabilità che limitano la spesa sul territorio, falcidiando soprattutto il welfare e l’assistenza ai deboli”.
Anche le Regioni, come gli altri soggetti istituzionali decentrati, ha osservato l’assessore Dentamaro, vedono messo in discussione uno dei principi della “Carta”: la disponibilità di risorse “sufficienti e proporzionate alla mole delle competenze”.
Altra nota dolente, indicata dal presidente Introna, le scelte governative in materia di Province: “soppresse, non soppresse, depotenziate, accorpate: un pasticcio all’italiana”.
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