di Redazione.
Il rischio di povertà è cresciuto per l’Italia dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011, un livello significativamente superiore alla media europea.
La variazione negativa di 3,3 punti percentuali è la più elevata registrata nei Paesi compresi europei. I dati negativi emergono dal Rapporto sulla coesione sociale, realizzato da Istat, Inps e ministero del Lavoro.
Nel 2011, "le famiglie in condizione di povertà relativa sono in Italia 2 milioni 782 mila (l’11,1% delle famiglie residenti) corrispondenti a 8 milioni 173 mila individui poveri, il 13,6% dell’intera popolazione. Nel corso degli anni, la condizione di povertà è peggiorata per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno e per le famiglie con membri aggregati, dove
convivono più generazioni", si legge nel rapporto.
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