Ilva: Procura pronta a sollevare conflitto di attribuzione

TARANTO. La Procura di Taranto starebbe lavorando per sollevare il conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato in relazione agli interventi del governo, e in particolare del ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, sui provvedimenti della magistratura nei confronti dell'Ilva. Lo si è appreso da fonti giudiziarie.

L'Ilva è "autorizzata" alla produzione ed "alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all'entrata in vigore del presente decreto legge". Questo il testo dell'emendamento che il governo presenta al dl salva-Taranto. Il ministro Clini si sta recando alla Camera. In questo modo, come ha specificato questa mattina Clini, si dà "coerenza" all'attività produttiva e alla commercializzazione.

L'azienda era stata "autorizzata" in giornata alla produzione ed "alla commercializzazione dei prodotti ivi compresi quelli realizzati antecedentemente all'entrata in vigore del presente decreto legge". Questo il testo dell'emendamento che il governo ha presentato al dl salva-Taranto sbloccando quella che poteva essere una situazione paralizzante per l'azienda. In questo modo, ha specificato il ministro Clini, si dà ''coerenza'' all'attività produttiva e alla commercializzazione.

La merce, 1.700.000 tonnellate circa, ha un valore di un miliardo di euro ed e' in giacenza sulle banchine del porto: i prodotti stavano per essere commercializzati quando e' arrivato il decreto di sequestro.

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ANM: GIUDICE NON SEGUE CONVENIENZA - "La magistratura non può fare ragionamenti di convenienza" che "non le spettano". Così Maurizio Carbone, dell'Anm commenta il no al dissequestro dei prodotti finiti dell'Ilva di Taranto e l'emendamento che il Governo si appresta a presentare. "Il gip - dice Carbone - ha ritenuto che il decreto non andasse applicato" su quanto prodotto prima dell'emanazione dello stesso. Bisogna "dare merito alla magistratura di aver fatto diventare l'Ilva un caso nazionale".

DONNE PER TARANTO: GOVERNO SCHIERATO CON RIVA - La presentazione di un ''emendamento al decreto 'Ammazza Taranto' conferma la nostra convinzione che a tutti i costi il governo, che dovrebbe difendere i diritti sanciti dalla Costituzione, ha deciso di schierarsi nuovamente dalla parte di chi ha compiuto delitti atroci quali il massacro di una popolazione e di un sistema economico''. Lo scrive a Clini il movimento'Donne per Taranto' che ricorda che il 15 dicembre si tiene una''grande manifestazione in difesa della Vita e della Giustizia''.

"DISCARICA AZIENDA PERDE AMIANTO" - Una nuova tegola per l'Ilva di Taranto. Il presidente del Fondo antidiossina onlus, Fabio Matacchiera, ha consegnato alla Digos della questura di Taranto un esposto indirizzato alla Procura attraverso il quale segnala la possibile dispersione di fibre d'amianto dalla discarica 'Mater Gratiae' gestita dall'azienda, in seguito al tornado che si è abbattuto sullo stabilimento siderurgico il 28 novembre scorso.

L'ambientalista fa riferimento ad "un presunto pericolo sanitario per i quale si chiedono accertamenti".

ARCHINA' E LIBERTI RESTANO IN CARCERE - Il tribunale del riesame di Taranto ha rigettato la richiesta di scarcerazione di Girolamo Archina', ex responsabile delle pubbliche relazioni dell'azienda siderurgica Ilva, e di Lorenzo Liberti, professore universitario, ex consulente tecnico d'ufficio della Procura della Repubblica del capoluogo ionico. Archina' si trova detenuto dallo scorso 26 novembre nell'ambito dell'ultima inchiesta riguardante lo stabilimento mentre Liberti e' agli arresti domiciliari.

Archina' e' accusato, tra le altre cose, di associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati ambientali, concorso in corruzione in atti giudiziari e falso; Liberti deve rispondere di concorso in corruzione in atti giudiziari e falso.

Il collegio che ha rigettato le istanze e' formato da Incalza, Ruberto e Di Todaro. L'episodio che vede coinvolti entrambi e' quello relativo al presunto passaggio di denaro che sarebbe avvenuto tra i due in una stazione di servizio dell'autostrada nei pressi di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, il 26 marzo del 2010. La scena venne immortalata dalle telecamere del circuito di videosorveglianza dell'area di servizio. Sia Archina' che Liberti negano che ci sia stato un passaggio di denaro.

Intanto stamane si stanno discutendo davanti ad un altro collegio del Tribunale del Riesame i ricorsi presentati da Emilio Riva, patron dell'azienda, sottoposto agli arresti domiciliari il 26 novembre, nell'ambito della stessa inchiesta, e di Luigi Capogrosso, ex direttore tecnico dello stabilimento.

E' atteso, inoltre, il pronunciamento del gip Patrizia Todisco sulla richiesta avanzata dai legali dell'azienda di dissequestro dei prodotti finiti, depositati sulle banchine del porto industriale e sottoposti a sequestro sempre il 26 novembre poiche', secondo la Procura, sono il frutto di un'attivita' criminosa in quanto sono il risultato dell'attivita' produttiva effettuata a partire dal 26 luglio ad opera degli impianti dell'area a caldo che in quella data furono sequestrati.

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