LECCE. “Stupiscono ancora una volta le esternazioni di chi, probabilmente, non conosce a pieno, o fa finta di non conoscere, gli sforzi che le imprese da ben sette anni stanno profondendo per superare la crisi e mantenere i livelli occupazionali. Siamo stanchi, (come hanno ribadito nel corso dell’Assemblea pubblica di Confindustria Lecce, rispettivamente il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi e il presidente di Lecce, Piernicola Leone de Castris), del diffuso clima anti impresa, che aleggia sul Territorio ed in Italia. Clima che non aiuta chi, giorno dopo giorno, combatte al fianco dei propri dipendenti, continuando a credere sul futuro di questo Territorio”.
Ad affermarlo è il presidente della Sezione Metalmeccanica di Confindustria Lecce, Giacinto Colucci, dopo aver letto le dichiarazioni del segretario Fiom Cgil di Lecce, Salvatore Bergamo, il quale, per giustificare lo sciopero del 6 dicembre p.v. ispirato, probabilmente, a questioni contrattuali, – come riportato da alcuni organi dell’informazione - attacca i “politici ladri” e gli “imprenditori incapaci”, coinvolgendo ingenerosamente importanti realtà industriali del Salento. Parole offensive e populiste, che sicuramente sviliscono l’importante ruolo che il sindacato può e deve avere in contesti economici simili e che comunque non tengono conto delle diverse realtà aziendali.
“E’ assurdo - continua Colucci - accomunare aziende che continuano ad investire e portano alto il nome del Salento, nonostante le grandi difficoltà , e in alcuni casi evitando anche il ricorso alla Cassa Integrazione, ad altre che si caratterizzano per peculiarità aziendali differenti e che, in ogni modo, vanno tutelate, perché vivono contesti di crisi dovuti a carenze di commesse generate da un ridimensionamento del mercato globale o problematiche di accesso al credito”.
“Nel rinnovare l’impegno di Confindustria Lecce e delle imprese associate per lo sviluppo – conclude il presidente Colucci – auspichiamo davvero un patto sociale, come ribadito nel corso della stessa Assemblea, tra istituzioni, imprese, sindacati, banche, ecc. per poter ricominciare insieme a risalire la china in un clima costruttivo e di fiducia reciproca fra gli attori del sistema”.
Ad affermarlo è il presidente della Sezione Metalmeccanica di Confindustria Lecce, Giacinto Colucci, dopo aver letto le dichiarazioni del segretario Fiom Cgil di Lecce, Salvatore Bergamo, il quale, per giustificare lo sciopero del 6 dicembre p.v. ispirato, probabilmente, a questioni contrattuali, – come riportato da alcuni organi dell’informazione - attacca i “politici ladri” e gli “imprenditori incapaci”, coinvolgendo ingenerosamente importanti realtà industriali del Salento. Parole offensive e populiste, che sicuramente sviliscono l’importante ruolo che il sindacato può e deve avere in contesti economici simili e che comunque non tengono conto delle diverse realtà aziendali.
“E’ assurdo - continua Colucci - accomunare aziende che continuano ad investire e portano alto il nome del Salento, nonostante le grandi difficoltà , e in alcuni casi evitando anche il ricorso alla Cassa Integrazione, ad altre che si caratterizzano per peculiarità aziendali differenti e che, in ogni modo, vanno tutelate, perché vivono contesti di crisi dovuti a carenze di commesse generate da un ridimensionamento del mercato globale o problematiche di accesso al credito”.
“Nel rinnovare l’impegno di Confindustria Lecce e delle imprese associate per lo sviluppo – conclude il presidente Colucci – auspichiamo davvero un patto sociale, come ribadito nel corso della stessa Assemblea, tra istituzioni, imprese, sindacati, banche, ecc. per poter ricominciare insieme a risalire la china in un clima costruttivo e di fiducia reciproca fra gli attori del sistema”.