ROMA. Via libera in Consiglio dei ministri al decreto che introduce disposizioni "in materia di incandidabilita'" e il divieto di ricoprire "cariche elettive e di governo" conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi. Il via libera e' arrivato dopo una riunione fiume durata oltre cinque ore, anche se con una breve sospensione per alcune riunioni ristrette in materia. Le disposizioni "creano le condizioni per un sistema trasparente di rappresentanza in Parlamento e mirano cosi' a restituire ai cittadini la necessaria fiducia nei confronti dei candidati alle elezioni politiche europee, nazionali e locali, e delle istituzioni che rappresentano".
E' nel comunicato finale di Palazzo Chigi allora anche la considerazione per la quale "negli ultimi anni, infatti, il susseguirsi delle indagini giudiziarie e delle condanne a carico dei rappresentanti della classe politica ha contribuito ad alimentare un clima di sfiducia diffusa, soprattutto - si rileva ancora - da parte delle giovani generazioni, e di delegittimazione nei confronti delle istituzioni della Repubblica e dei loro rappresentanti".
COSA PREVEDE IL DECRETO - Il decreto prevede l'incandidabilita' al Parlamento italiano ed europeo per le seguenti categorie: - coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone). - coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato) - coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni. Le condizioni che determinano l'incandidabilita' alla carica di deputato o senatore, si legge ancora, fra l'altro, nel comunicato finale diffuso da Palazzo Chigi, si applicano anche per l'assunzione e lo svolgimento delle cariche di governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri, Sottosegretari, Commissari straordinari di Governo). Se la sentenza di condanna diventa definitiva durante il mandato, anche in questo caso si determina la decadenza dall'incarico.
E' nel comunicato finale di Palazzo Chigi allora anche la considerazione per la quale "negli ultimi anni, infatti, il susseguirsi delle indagini giudiziarie e delle condanne a carico dei rappresentanti della classe politica ha contribuito ad alimentare un clima di sfiducia diffusa, soprattutto - si rileva ancora - da parte delle giovani generazioni, e di delegittimazione nei confronti delle istituzioni della Repubblica e dei loro rappresentanti".
COSA PREVEDE IL DECRETO - Il decreto prevede l'incandidabilita' al Parlamento italiano ed europeo per le seguenti categorie: - coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, di maggiore allarme sociale (ad esempio mafia, terrorismo, tratta di persone). - coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni di reclusione per i delitti, consumati o tentati, contro la Pubblica Amministrazione (ad esempio corruzione, concussione, peculato) - coloro che hanno riportato condanne definitive a pene superiori a 2 anni reclusione per delitti non colposi, consumati o tentati, per i quali sia prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a 4 anni. Le condizioni che determinano l'incandidabilita' alla carica di deputato o senatore, si legge ancora, fra l'altro, nel comunicato finale diffuso da Palazzo Chigi, si applicano anche per l'assunzione e lo svolgimento delle cariche di governo (Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, Vice Ministri, Sottosegretari, Commissari straordinari di Governo). Se la sentenza di condanna diventa definitiva durante il mandato, anche in questo caso si determina la decadenza dall'incarico.
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