Riforma della Pac, oggi Stefàno a Roma con De Castro

BARI. “Le agricolture regionali sono un patrimonio strategico di questo nostro Paese, ed è significativo che  gli emendamenti alla attuale bozza di riforma della Politica agricola Comune (PAC) proposti dalla Commissione agricoltura del Parlamento europeo riescano ad attenuare le principali preoccupazioni manifestate dalle Regioni”: lo ha detto l’assessore alle Risorse agroalimentari della Regione Puglia Dario Stefàno, in qualità di coordinatore della Commissione Politiche agricole nazionale, nella conferenza stampa svoltasi oggi a Roma, insieme all’onorevole Paolo De Castro, presidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.  “Significativo – spiega Stefàno – perché vuol dire che la nostra voce, quella delle Regioni, non è stata  “la voce di colui che grida nel deserto”, come sembrava essere nella interlocuzione con il governo nazionale, ma a Bruxelles è stata accolta  come una risorsa  straordinaria e speriamo che si trasformi in novità sostanziali per la prossima Pac”.

E di lavoro faticosissimo  e straordinario ha parlato anche De Castro, ricordando le centinaia di emendamenti alla proposta Ciolos sulla riforma della Pac, anche se come ha ricordato il vero negoziato sulla riforma prenderà il via a partire dalla fine di marzo,  dopo che il Parlamento europeo si sarà espresso sulle proposte di riforma approvate dalla Comagri, il cui voto finale sembra dipendere dalla definizione delle prospettive finanziarie .

L’assessore Stefàno ha espresso piena condivisione del lavoro svolto dalla Commissione agricoltura  ed ha sottolineato i punti più qualificanti della proposta: le misure che propongono interventi in tema di crisi di mercato, cambiamenti climatici, ecc.  “Temi  - ha aggiunto Stefàno – che non possono essere lasciati alla discrezionalità degli Stati Membri”.

“Noi continuiamo a sperare che possano un giorno giungere segnali di novità anche sul fronte nazionale, poiché se esigiamo dall’Europa il rispetto di certi criteri e di certi temi non possiamo accontentarci di una politica agricola nazionale che fa affidamento esclusivamente sulle risorse dei PSR”.

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