Ventennale di don Tonino Bello: tante iniziative per far vivere il suo ricordo.

Luigi Laguaragnella. Ogni pugliese dovrebbe essere in fermento in questo periodo e non solo per l’atmosfera natalizia. Il 2012 volge al termine e per la Chiesa la fine del mondo è solo una argomento da fumetto per ragazzi; invece quello che da qualche mese si celebra (e per tutto il nuovo anno) è l’anno della Fede in concomitanza con i 50 anni del Concilio Vaticano II e i 20 anni dalla pubblicazione del “Catechismo della Chiesa Cattolica”. Coincidenze importanti per tutti i fedeli che sono chiamati, in questi anni complicati sotto l’aspetto sociale e valoriale, a riscoprire il senso del proprio vivere. Ovviamente il monito vale anche per chi non è assiduo “frequentatore delle chiese”.

Tra tutte queste coincidenze di date, tornando alla nostra regione, il prossimo aprile ricorrono i 20 anni della morte di don Tonino Bello, sacerdote salentino di Alessano e indimenticabile vescovo di Molfetta. I pugliesi tutti dovrebbero essere orgogliosi di appartenere alla terra che ha dato i natali a questo grande ed infaticabile uomo che con il suo operato episcopale ha stravolto le gerarchie mettendosi a servizio di tutti. Probabilmente non sono mai abbastanza i pugliesi che conoscono questa figura così carismatica. E questo significa venir meno alla valorizzazione di ciò che è pugliese. Certamente tante sono le persone che sono a conoscenza dell’operato di don Tonino, avendoci anche direttamente condiviso parte delle loro esperienze di vita, eppure nell’aria del tacco d’Italia si percepisce che non c’è una vera e propria consapevolezza su chi fosse don Tonino.

In occasione del ventennale, forse per pura coincidenza, la marcia della pace che organizza ogni 1° gennaio il movimento da lui fondato, Pax Christi si svolge a Lecce. La marcia, in occasione della Giornata mondiale della Pace che Benedetto XVI per il 2013 ha intitolato “Beati i costruttori di pace” rimanda ad una massima del vescovo salentino che modificò quel versetto con “In piedi costruttori di pace” come esortazione a chi crede al bene di fare del bene, perseverare verso il bene. L’evento del 1° gennaio chiuderà una serie di incontri dal 29 al 31 dicembre ricchi di momenti di riflessione, tavole rotonde e dibattiti con la presenza di alcuni vescovi come mons. Bettazzi, mons. Brigantini arcivescovo di Campobasso-Boiano, mons.  Molinari vescovo de L’Aquila, mons. Angioli vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca e tutti gli altri esponenti che tutt’oggi continuano a tener viva la memoria di don don Tonino attraverso il Movimento per la pace Pax Christi, la rivista Mosaico di Pace e le edizioni la meridiana. Don Tonino era convinto sostenitore della cultura, del dialogo, dell’istruzione come strumenti concreti per creare ponti di pace tra gli uomini. Molti suoi discorsi pubblicati e ristampati dalla casa editrice molfettese sono un aggregato di poeticità, saggezza biblica e incisività tanto da riuscire ad emozionare una persona dubbiosa in questioni fede. Ciò che colpisce di don Tonino è la sua vista a larghe vedute che sfocia nella sua celebre “convivialità delle differenze”.

In questo anno particolare che si sta per aprire, inoltre aumentano le iniziative per divulgare la figura di don Tonino e il suo messaggio: Pax Christi ha promosso la campagna “Adotta un fotogramma per don Tonino”, una raccolta fondi per la realizzazione di un mediametraggio sul sacerdote di Alessano curato dal regista Edoardo Winspeare (info sul sito: http://www.paxchristi.it/?p=5319); il 7 gennaio è prevista, presso il teatro Traetta di Bitonto “Un’ala di riserva. Messa laica per don Tonino”, uno spettacolo di musica, suoni e parole con  Michele Lobaccaro dei Radiodervish, Alessandro Pipino e Francesco Piepoli attraverso cui le forme artistiche i partecipanti possono addentrarsi nella profondità del messaggio di don Tonino (per info e biglietteria:  http://www.facebook.com/events/110279635808076/).

Si tratta di tre appuntamenti e proposte che la cittadinanza è chiamata a condividere e partecipare per rendersi conto del valore di un loro conterraneo le cui parole sono lo specchio di tutte le sue azioni che, durante il suo mandato da vescovo hanno scandalizzato gli ambienti gerarchici anche della chiesa.

Non è da tutti i giorni vedere un vescovo quotidianamente per strada a contatto con la gente comune, pronto ad accoglierla tempestivamente; non è da tutti i giorni un vescovo che mette in ombra la formalità del suo ruolo “istituzionale” per sfruttarlo al massimo per far breccia nei cuori e nella vita delle persone; non è da tutti i giorni un vescovo che apre il episcopio ai bisognosi in cerca di calore, cibo e attenzioni; non è da tutti i giorni un vescovo che nonostante la malattia che lo stava portando alla morte, ha “invaso di pace” insieme ad altre 500 persone una città in piena guerra come Sarajevo nel 1992; proprio qualche giorno fa si è ricordato quest’iniziativa assolutamente controcorrente e fortemente significativa insieme: andare tra le bombe per manifestare il grido di pace. Ecco perché la Puglia e i pugliesi non possono rimanere allo scuro di della personalità di don Tonino che Giovanni Paolo II  dichiarò “servo di Dio” e che probabilmente nel 2013, proprio nell’Anno della Fede potrebbe essere beatificato.

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