BARI. Il nuovo orario invernale di Trenitalia ha parzialmente accolto le sollecitazioni della Puglia e dal palazzo del Consiglio regionale, come segno di buona volontà dell’Assemblea, verranno rimossi i cartelloni di protesta che incombono sulla stazione centrale di Bari e sui binari. Lo annuncia il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna, nel prendere atto del “saldo positivo dei collegamenti ferroviari”, che contano ora 20 coppie di treni a lunga percorrenza: 6 sulla tratta per Roma, 3 per l’hub di Bologna, 7 per Milano, 2 per Torino, 2 per Venezia.
Dal gennaio 2012, com’è noto, sulla facciata della sede consiliare di via Capruzzi, a Bari, due cartelloni 6 metri per 3 riproponevano la parola d’ordine dell’intera comunità pugliese: “La Puglia non è un binario morto. Ridateci i treni”.
“Avevo preso atto della disponibilità del ministro Passera e dell’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, a non aggravare la perifericità delle destinazioni pugliesi con una programmazione ferroviaria ragionieristica. Noto, con soddisfazione, che anche i vertici si sono accorti che il nostro Paese non può essere reso più lungo di quello che è e che gli scali pugliesi non devono risultare più lontani di quello che sono”.
“Le nostre proteste sono servite, ma le nostre esigenze restano tuttora attuali – aggiunge il presidente Introna – e devono diventare una realtà condivisa, sul piano di un confronto con Roma che deve restare un tavolo permanente, sempre aperto, sempre attento ai problemi del trasporto ferroviario da e per il Mezzogiorno, da e per la Puglia”.
Dal gennaio 2012, com’è noto, sulla facciata della sede consiliare di via Capruzzi, a Bari, due cartelloni 6 metri per 3 riproponevano la parola d’ordine dell’intera comunità pugliese: “La Puglia non è un binario morto. Ridateci i treni”.
“Avevo preso atto della disponibilità del ministro Passera e dell’amministratore delegato delle Ferrovie, Mauro Moretti, a non aggravare la perifericità delle destinazioni pugliesi con una programmazione ferroviaria ragionieristica. Noto, con soddisfazione, che anche i vertici si sono accorti che il nostro Paese non può essere reso più lungo di quello che è e che gli scali pugliesi non devono risultare più lontani di quello che sono”.
“Le nostre proteste sono servite, ma le nostre esigenze restano tuttora attuali – aggiunge il presidente Introna – e devono diventare una realtà condivisa, sul piano di un confronto con Roma che deve restare un tavolo permanente, sempre aperto, sempre attento ai problemi del trasporto ferroviario da e per il Mezzogiorno, da e per la Puglia”.