Luca Losito. Le grigie nubi che si annidavano alle 14.30 sull'Arena Garibaldi non promettevano nulla di buono. E così è stato: l'Andria esce battuta anche dal secondo confronto del 2013. La squadra di Cosco conferma l'involuzione vista con la Nocerina, soprattutto in fase offensiva dove sembrano mancare idee e pericolosità. Il ko arriva ancora una volta a causa di un'ingenuità difensiva, segnale inequivocabile della momento di appannamento andriese, acuito dall'"azzardata" cessione di capitan Arini. A questo punto, il mercato deve fornire risposte importanti.
Il primo tempo regala pochissime emozioni, anche se il Pisa sembra sin dall'inizio in controllo sull'Andria. I toscani faticano a trovare spazi nell'abbottonato 4-4-2 coschiano e la pioggia copiosa complica i piani alla squadra pisana. Ci prova Gatto in un paio di occasioni, ma la difesa andriese è attenta nel liberare. Non succede molto altro, si va al riposo sullo 0-0.
Nella seconda frazione sembra vedersi un'Andria più propositiva, ma il Pisa esce fuori alla distanza: Tulli è protagonista al 16' e al 17' con due conclusioni, ma in entrambi i casi è ottima la risposta di Rossi. Poi arriva l'episodio decisivo: questa volta è Contessa, ben più esperto dello sfortunato Scrugli 7 giorni fa, a perdere palla in zona pericolo e ad atterrare poi l'avversario in piena area. L'ingenuità del terzino è doppia: l'intervento gli costa il secondo giallo, l'Andria resta in 10. Dagli 11 metri Favasulli non fa sconti, Pisa avanti al 23' e con la gara in pugno. Gli azzurri non riescono a reagire in inferiorità numerica, anzi, sono i nerazzurri a sfiorare più volte il raddoppio. Il triplice fischio pone fine all'agonia.
L'Andria esce ancor più ridimensionata da questa sfida, che ha evidenziato l'evidente perdita di grinta e mordente caratteristici di questa squadra in tutto il girone d'andata, la partenza del Capitano ha sicuramente contribuito in questo. In campo si è vista una squadra spenta, poco grintosa, passiva e spaesata nell'azione che ha deciso il match. Così non sarà facile raggiungere la salvezza, soprattutto in un girone in cui squadre materasso proprio non ce ne sono. Intanto, si attendono urgentemente i rinforzi per attacco e centrocampo: l'organico dalla cintola in su non sembra all'altezza del torneo affrontato.
Il primo tempo regala pochissime emozioni, anche se il Pisa sembra sin dall'inizio in controllo sull'Andria. I toscani faticano a trovare spazi nell'abbottonato 4-4-2 coschiano e la pioggia copiosa complica i piani alla squadra pisana. Ci prova Gatto in un paio di occasioni, ma la difesa andriese è attenta nel liberare. Non succede molto altro, si va al riposo sullo 0-0.
Nella seconda frazione sembra vedersi un'Andria più propositiva, ma il Pisa esce fuori alla distanza: Tulli è protagonista al 16' e al 17' con due conclusioni, ma in entrambi i casi è ottima la risposta di Rossi. Poi arriva l'episodio decisivo: questa volta è Contessa, ben più esperto dello sfortunato Scrugli 7 giorni fa, a perdere palla in zona pericolo e ad atterrare poi l'avversario in piena area. L'ingenuità del terzino è doppia: l'intervento gli costa il secondo giallo, l'Andria resta in 10. Dagli 11 metri Favasulli non fa sconti, Pisa avanti al 23' e con la gara in pugno. Gli azzurri non riescono a reagire in inferiorità numerica, anzi, sono i nerazzurri a sfiorare più volte il raddoppio. Il triplice fischio pone fine all'agonia.
L'Andria esce ancor più ridimensionata da questa sfida, che ha evidenziato l'evidente perdita di grinta e mordente caratteristici di questa squadra in tutto il girone d'andata, la partenza del Capitano ha sicuramente contribuito in questo. In campo si è vista una squadra spenta, poco grintosa, passiva e spaesata nell'azione che ha deciso il match. Così non sarà facile raggiungere la salvezza, soprattutto in un girone in cui squadre materasso proprio non ce ne sono. Intanto, si attendono urgentemente i rinforzi per attacco e centrocampo: l'organico dalla cintola in su non sembra all'altezza del torneo affrontato.